VI CONFERENZA GENERALE
ECONOMIA E REGNO DI DIO
Contributo dei Promotori di Giustizia e pace dell’Europa del Sud
 

Salamanca, 21-22 febbraio 2000

Il contributo che offriamo ai lavori della Conferenza generale consta di due parti:

  1. Una riflesione biblica che indica il cammino di conversione che su questo tema Gesú ci invita a compiere;
  1. Alcune proposte operative che la Conferenza potrebbe considerare.
Riflessione biblica
  1. La pobreza de Jesús
  1. Estilo de VIDA de Jesús:
  1. ENSEÑANZA de Jesús:
  1. La actuación de Jesús a favor de los pobres
  1. CENTRALIDAD del anuncio del Reino de Dios en Jesús
  1. El PRIVILEGIO de los POBRES en el Reino
  1. Los textos (sinópticos):
b) ¿Por qué los pobres son los privilegiados del anuncio del Reino?
  1. "Dichosos los pobres"
  1. Implicaciones personales y congregacionales
Siguiendo la enseñanza del Evangelio en la cuestión de la pobreza y leyendo el reto que plantea la Iglesia a este respecto (en palabras de Juan Pablo II) nuestra Congregación debe concretar este desafío de la economía y Reino de Dios en implicaciones concretas:
  1. La exhortación apostólica Vita Consecrata:

a En el número 82 escribe el Papa: Predilección por los pobres y promoción de la justicia

b) En el número 89, el Santo Padre plantea e reto de la pobreza

c) En el número 90, escribe sobre la pobreza evangélica al servicio de los pobres

  1. La Bula papal Incarnationis Mysterium de convocación del Gran Jubileo 2.000, en el número 12 dice:
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Riteniamo importante accogliere e accettare un’economia biblica-evangelica che ci spinga a considerare i beni che abbiamo come destinati a tutti, che ci aiuti a non arricchirci, che ci faccia vicini, solidali, accoglienti, sensibili ai disagi e alle sofferenze di chi é ai margini; tenere viva la speranza ricordandoci che l’unica nostra sicurezza é il Padre che è nei cieli e che non serve a nulla guadagnare il mondo se perdiamo la gioia di essere figli di Dio e discepoli di Gesú.
 

 Proposte

 Considerando il messaggio evangelico sull’economia e la povertá che Gesú chiede ai suoi discepoli, è evidente che l’economia di mercato, così come oggi è praticata, è contraria al Regno di Dio; e noi ne siamo frequentemente partecipi.
 

Di qui le nostre proposte:
 

Responsabilità nella gestione del denaro e dei beni.

I beni che gestiamo non sono nostri: Dio ha posto queste ricchezze nelle nostre mani grazie alla generositá di amici e benefattori che ce li affidano perchè li usiamo secondo i criteri del Regno. Sappiamo che i massicci investimenti nell’economia di mercato avvengono grazie alle grandi banche e imprese finanziarie che badano più al profitto che all’eticitá delle operazioni. Non possiamo, irresponsabilmente, affidare i beni che gestiamo a questi soggetti.

È necessario collocare le nostre risorse in investimenti (e se non ci sono possibilità attualmente concrete e viabili, bisogna trovarle) che siano affidabili per la trasparenza e l’eticità; questo, poi, non ci esime dal chiederci se la presenza di tanti depositi bancari sia coerente con il Vangelo della Provvidenza.

Nella stessa linea, dobbiamo avere il coraggio di rinunciare ad opere, investimenti ed azioni nelle quali siamo impegnati e ci sembrano contrari alla giustizia e alla pace e non corrispondono alle scelte evangeliche per i poveri.

Una delle nostre risorse è anche il tempo che abbiamo a nostra disposizione: anch’esso va usato con responsabilità.
 

Condivisione nella Congregazione.

La giustizia e la condivisione vanno promosse prima di tutto all’interno della Congregazione, procurando che le provincie, regioni e distretti più ricchi aiutino i più poveri: non possiamo accettare che il divario che, a livello economico, condanniamo fra Nord e Sud del mondo, venga accettato all’interno della Congregazione.

Lo scambio (che implica un arricchimento reciproco) e la condivisione non può fermarsi ai capitali economici: i nostri capitali sono soprattutto le persone. Tale scambio non va gestito soltanto a livello centrale, ma attraverso la responsabilizzazione e il coinvolgimento delle comunità locali e delle provincie. In un momento in cui le Provincie tendono a chiudersi per la precarietá delle vocazioni, riaffermiamo che "è donando che si riceve".
 

Priorità della formazione.

Sensibilizzare tutti i membri della Congregazione perchè si preparino a lavorare nell’area sociale come parte integrante e fondamentale della spiritualità e vocazione dehoniana: é un compito della formazione permanente nel nostro istituto.

In riferimento al tema della Conferenza riteniamo importante:

Ecumenismo e attenzione internazionale.

Fa parte della nostra tradizione dehoniana partecipare attivamente alla vita degli organismi e dei movimenti che promuovono la Giustizia, la Pace e la salvaguardia del creato, portandovi dentro la testimonianza evangelica. Urgente appare oggi unirsi agli sforzi che promuovono la riforma dell’ONU perchè sia realmente un’organizzazione a servizio della pace e dello sviluppo dei popoli: senza un efficace organismo internazionale che garantisca il rispetto dei più deboli e la cooperazione, non si vede come si potrá arginare la deriva liberista che spesso si fa forte degli interessi nazionalistici.

In questo impegno uniamo i nostri sforzi con tutti quelli che credono in Cristo: il nuovo cammino ecumenico di "Giustizia, Pace e Salvaguardia del creato" testimonia che la fede in Dio è al servizio dell’unitá dei popoli e della pace. La fede e la religione non siano piú causa di discordie e di guerre, ma di unione e di amore.
 

Auspichiamo che il lavoro di sensibilizzazione, proprio della Conferenza generale, venga riproposto alla fine della Conferenza stessa nelle Provincie e nelle comunità, affinchè esse possano giungere a scelte economiche operative conformi alla nostra fede.