Molti fratelli e sorelle = Una famiglia

Partecipi dell’eredità di p. Dehon

Questi gli slogan, che campeggiano in uno striscione nella Sala Congressi di Villa Aurelia, sede del Convegno internazionale della Famiglia dehoniana, svoltosi a Roma dall’8 al 13 ottobre 2000. Le due frasi intendono spiegare il significato dell’incontro che vede riuniti quanti, religiosi, consacrate e laici, fanno riferimento al carisma di p. Dehon nella loro esperienza e sequela di Cristo.

I. Quale eredità dehoniana partecipiamo?

Il Cristo Gesù dal costato aperto, e che ci introduce nel suo Cuore ferito, costituisce l’esperienza di fede di p. Dehon e di quanti sono chiamati a condividerla. La centralità dell’Eucaristia, come memoria celebrata e presenza adorata, è la fonte e il culmine di ogni vita cristiana. Ai piedi della croce, Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, associata alla vita e all’opera redentrice del suo Figlio, ci conduce al mistero del Cristo e della Chiesa.

Dalla contemplazione del mistero di Cristo, nutrita dall’Eucaristia e guidati dallo Spirito, nascono alcuni atteggiamenti spirituali, che caratterizzano la spiritualità dehoniana.

"Imparate da me che sono mite e umile di cuore": da qui l’unione a Cristo nel suo amore e nella sua oblazione riparatrice al Padre per gli uomini; l’amore gratuito, l’abbandono, la fiducia, la disponibilità. È questa la nostra esperienza di fede, vissuta come grazia dehoniana, all’insegna dell’"Ecce venio, Ecce Ancilla".

La testimonianza del primato del Regno, come espressione concreta della spiritualità, ci impegna nella missione di "costruire il Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nella società", con una attenzione particolare ai più poveri del nostro tempo, all’insegna dell’ "Adveniat Regnum tuum".

Spiritualità e missione non sono valori astratti o soltanto intimistici; si manifestano in un particolare stile di vita e in scelte apostoliche preferenziali.

Stile di vita personale, caratterizzato dall’attenzione e dall’accoglienza cordiale delle persone, dalla misericordia e compassione. Comunione nelle comunità dei religiosi e delle consacrate; disponibilità apostolica.

Spiritualità e missione si concretizzano in un impegno apostolico, che privilegia l’annuncio e la testimonianza dell’amore di Dio, che si manifesta nel cuore umano di Cristo; mostrare il volto di Dio-Amore, il volto di Dio, che risplende in Cristo. Annuncio di un Dio misericordioso e compassionevole, pronto al perdono e alla riconciliazione. "Andare al popolo": attenzione e difesa dei poveri, solidarietà, gratuità nel servizio. Passione per la giustizia, la pace e la verità. Spirito missionario per la nuova evangelizzazione; il "Sint unum" per l’ecumenismo.

Vocazione di ogni dehoniano è dunque: "Profeti dell’amore e servitori della riconciliazione degli uomini e del mondo in Cristo".

Infine vanno resi visibili i Segni, che esprimono la nostra spiritualità e missione: Adorazione eucaristica, 1° Venerdì, mese del S. Cuore; immagini del Cuore di Gesù. Dehon-day (14 marzo), foto di p. Dehon.

II. Quale famiglia intendiamo costituire?

Oltre a membri della Curia generale e altri partecipanti per i servizi logistici, sono presenti a questo convegno rappresentanti delle tre componenti la Famiglia dehoniana. Vi sono 25 religiosi SCJ, che assistono i laici dehoniani nelle loro nazioni. Sono presenti 9 consacrate, rappresentanti delle "Soeurs Servantes", fondate in Francia nel 1867 da Marie du Coeur de Jésus; "The Sacred Heart Sisters", fondate in Sud Africa nel 1929 da Mons. Demont; l’"Istituto Reparador", fondato in Spagna nel 1950 da p. Miguel Lòpez Moya; la "Compagnia missionaria del Sacro Cuore di Gesù", fondata a Bologna (Italia) nel 1958 da p. Albino Elegante; la "Fraternidade Mariana do Coraçao de Jesus", fondata in Brasile nel 1974 da p. Aloysio Böing; le "Missionàrias do Amor Misericordioso do Coraçao de Jesus", fondate a Lisbona (Portogallo) nel 1992 da p. Julio Gritti. Sono Congregazioni di vita religiosa o Istituti secolari, interessati a far parte della Famiglia dehoniana. Infine vi sono 13 laici e 17 laiche, rappresentanti di diversi gruppi di Laici dehoniani dell’Europa, America Nord e America latina, Africa e Asia. Come si vede, la maggioranza dei partecipanti è rappresentata dai Laici, ai quali si è voluto dare la preferenza. Dei 37 paesi del mondo, in cui sono presenti membri della Famiglia dehoniana, sono assenti l’Olanda, il Canada e il Camerun.

Quale tipo di "Famiglia" si intende costituire? La riflessione e la discussione su questo interrogativo ha evidenziato due posizioni. Una prima posizione, condivisa da alcuni, preferisce parlare di Famiglia "in senso largo", che abbracci anche gli ex-Alunni dei nostri Seminari e Scuole apostoliche, quegli organismi di volontariato (ONG) legati alle comunità degli SCJ, quei laici collaboratori alle nostre opere e attività concrete. L’altra posizione, maggioritaria, intende costituire la Famiglia "in senso stretto", nella quale si ritrovano quanti hanno ricevuto la vocazione a seguire Cristo nel proprio stato di vita, ispirati dal carisma di p. Dehon. Secondo questa posizione, gli ex-Alunni, le ONG, i volontari, ecc… rimangono legati all’una o all’altra Provincia religiosa SCJ, come amici o collaboratori, ma non fanno parte del "Laicato dehoniano".

Accettata l’idea di costituire una Famiglia, chi ne è allora il "Padre"? Per alcuni fa problema considerare p. Dehon come "Padre" di questa Famiglia, nel timore che una tale figura paterna ci fermi a lui o che non ci guidi a Cristo. Ora, nella dottrina del Concilio Vaticano II, il carisma di un Fondatore viene riconosciuto e approvato dalla Chiesa, in quanto esso presenta Cristo ai fedeli e agli infedeli nei diversi misteri della sua vita (Cf LG 46). Padre Dehon è perciò il vero "padre spirituale" della Famiglia dehoniana, in quanto egli, come Padre Fondatore, ci guida al Cristo dal costato aperto e dal Cuore ferito.

Ancora, il problema si pone per quegli istituti di vita religiosa o consacrata, fondati da nostri Vescovi e Padri. In che modo questi Fondatori hanno posto la spiritualità e la missione di Padre Dehon come carisma del loro Istituto? Per alcuni di questi Istituti, c’è il riferimento diretto al carisma di p. Dehon; per le "Soeurs Servantes" c’è la simbiosi della stessa spiritualità fra Padre Dehon e la "Chère Mère". A tutti questi Istituti si chiede ora il discernimento sull’adesione alla Famiglia dehoniana.

III. Il Laicato dehoniano.

Nei primi due giorni del convegno (9-10 ottobre), si è dato tempo all’informazione e alle esperienze. I rappresentanti laici e le consacrate hanno informato sulla situazione della Famiglia dehoniana nei loro paesi. Ne è risultata una panoramica molto diversificata. Se in America latina, il Laicato dehoniano è ben articolato nelle singole nazioni ed a livello di continente geografico, non è altrettanto nel resto del mondo. In Africa e in Asia, vi sono singole persone che vivono la spiritualità dehoniana. In America del Nord, oltre a singole persone, vi è qualche gruppo che aspira alla qualifica di laicato dehoniano. In Europa: in Portogallo c’è una presenza di molti gruppi dehoniani, fra loro coordinati e con scambi reciproci alla base; in Italia, vi sono vari gruppi di laici dehoniani, coordinati da una Commissione, con pochi scambi reciproci fra i distinti gruppi. Nel resto dell’Europa, il Laicato dehoniano è in fase di crescita o appena nato.

Quando nei giorni successivi (11-12 ottobre) si è discusso il tema dell’identità del "Laico dehoniano", anche qui sono emerse due risposte. Per alcuni, riflettendo il contesto culturale e socio-ecclesiale dei loro paesi, laico dehoniano è chiunque collabori con l’Istituto degli SCJ in sintonia di intenti e di obiettivi. Secondo questa posizione, anche un mussulmano o un luterano o un ortodosso, che è in amicizia o in collaborazione con la Congregazione SCJ, può fare parte della Famiglia dehoniana. È facile comprendere come tale posizione è a favore di una "Famiglia allargata". Per chi, invece, parla di Famiglia "in senso stretto", tutte queste persone vanno considerate simpatizzanti, amici o benefattori delle comunità religiose o di una Provincia SCJ, ma non membri effettivi della "Famiglia dehoniana".

Alla base di questa delimitazione, definizione e giustificazione di Famiglia "in senso stretto", c’è la questione di fondo, che riguarda la natura del carisma del nostro Fondatore. Che cosa qualifica e distingue, nella Chiesa, il carisma di p. Dehon dal carisma di altri Fondatori? Nell’approvare la "Regola di Vita" degli SCJ, la Chiesa ha ufficializzato la natura del carisma dehoniano. Esso consiste nella spiritualità e missione ereditata da p. Dehon, non invece in un’opera apostolica particolare della sua Congregazione, come accade per altri Istituti. La conseguenza è che, per fare parte della Famiglia dehoniana, è sufficiente e necessario partecipare alla spiritualità e missione di p. Dehon, e non semplicemente ad attività apostoliche specifiche di una Provincia religiosa SCJ. Ciò non toglie che un nostro collaboratore laico cristiano, sentendosi chiamato a vivere la spiritualità di p. Dehon, venga a far parte della Famiglia dehoniana; allora ciò si verifica come dono e frutto dello Spirito e non per benevola concessione di un Superiore SCJ.

Sempre riflettendo sull’identità del laico dehoniano, si è molto insistito sulla sua condizione secolare nel mondo e sul conseguente impegno a una lettura e incarnazione laicale del carisma di p. Dehon.

IV. Conclusione del Convegno.

Il Convegno si è svolto in tre fasi. I primi due giorni sono stati riservati alla conoscenza reciproca: informazione e scambio di esperienze. P. Joaquin Fernàndes O.M. ha dato una panoramica di quanto sta avvenendo nella Chiesa sulla partecipazione dei laici al carisma degli Istituti. Il Signor Antonio Casile ha raccontato la sua esperienza di laico orionino. Nei due giorni successivi c’è stata la riflessione e la discussione sul Laicato dehoniano e sulla Famiglia dehoniana. Infine, l’ultimo giorno (13 ottobre), sono state discusse alcune proposte conclusive.

Durante il Convegno, c’è stata la celebrazione del Giubileo, articolata in tre momenti qualificanti: celebrazione penitenziale al martedì sera; udienza pontificia al mercoledì mattino; pellegrinaggio alla Basilica di S. Paolo al giovedì mattino. Nel segno della remissione del debito del Primo Mondo verso il Terzo Mondo, tutti i partecipanti dell’Europa e del Nord America si sono assunte le spese di partecipazione al Convegno dei laici del Terzo Mondo, i quali hanno però sostenuto i costi dei loro viaggi.

Le Proposte conclusive del Convegno, e l’"Instrumentum laboris", vengono considerati testi-base per l’elaborazione di un Documento finale sulla Famiglia e sul Laicato dehoniano.

p. Umberto Chiarello scj
Roma, 15.10.2000