DALLA TEORIA ALLA PRASSI

CONTEMPLAZIONE E AZIONE IN PADRE DEHON

José de Bairos Braga, scj

Per la mia tesi di licenza in teologia spirituale ho scelto il tema Contemplazione e azione in Padre Dehon. Perché questo titolo? In primo luogo, per il desiderio di approfondire il carisma del nostro Fondatore, e poi, in modo speciale, per vedere meglio come egli abbia saputo integrare queste due componenti (spirituale e apostolica) nella sua vita.

Quello che inizialmente mi aveva colpito di più, in Padre Dehon, era stata la spinta apostolica della sua vita, che da religioso riparatore del Cuore di Gesù fece di lui un ardente apostolo della classe operaia.

Ma più che una conoscenza precisa di lui, avevo come un'intuizione: amavo la sua maniera di essere nella Chiesa (mistico e apostolo) senza saperla definire bene, anche perché la formazione religiosa che ho ricevuto non mi aveva aiutato molto a conoscere e a integrare bene queste due componenti della vita di ogni apostolo.

Inoltre, il mio soggiorno a Roma era come un tempo sabatico: tempo che ho chiesto per aggiornarmi spiritualmente e umanamente. Certo non poteva mancare, in questo corso sulla teologia della Vita Consacrata in cui ho incentrato questo mio tempo sabatico, un approfondimento di quello in cui mi sentivo mancante nella conoscenza del carisma del mio Istituto.

La scelta di questo tema è venuta anche dall'importanza e insistenza date a questo argomento dallo stesso corso di Teologia sulla Vita Consacrata di cui la mia tesina doveva essere la conclusione. I documenti post-conciliari direttamente o indirettamente hanno insistito sulla integrazione di queste due dimensioni della vita cristiana: vita contemplativa e vita attiva, come due aspetti di una stessa misteriosa realtà. Lo stesso si dica del Sinodo sulla vita consacrata che parla di nuovo di armonizzazione, di integrazione: "...l'essere per Dio e l'agire nel suo servizio entrano in un progetto di vita".

Metodo

Per affrontare il tema Azione e contemplazione in Padre Dehon ho esitato molto sul metodo da seguire, cioè ho tentato varie possibilità. Un primo tentativo è stato quello di raggruppare il materiale per temi: devozione al Sacro Cuore in Padre Dehon, la spiritualità vittimale e la riparazione, l'attività sociale, che cosa dicevano i documenti ufficiali della Congregazione... come per esplorare il terreno. Ma così rimanevo sempre all'esterno, senza toccare il vero Padre Dehon. Quello che mi interessava non era tanto quello che si diceva di lui, ma cogliere il Padre Dehon al vivo, nel suo ambiente, nel suo contesto.

Incoraggiato dal Padre Santiago Silva, che mi ha orientato in questa ricerca, ho scelto di avvicinare il Padre Dehon nei suoi scritti più personali e di seguirlo lungo l'evolversi della sua vita come lui stesso ha fatto scrivendo le sue Notes sur l'Histoire de ma Vie (le sue Memorie). Così, come schema generale, ho utilizzato lo stesso che il Padre Dehon propone in queste sue Memorie.

Così avremo:

1° capitolo: la Formazione, che comprende il periodo di La Capelle, Hazebrouck e Parigi (1843-1865) e in seguito quello di Roma, da seminarista fino all'ordinazione a prete (1865-1871).

2° capitolo: il Vicariato a Saint-Quentin (1871-1877), prima attività pastorale da sacerdote.

3° capitolo: la fondazione della Congregazione e il Collegio S. Giovanni (1877-1888).

4° capitolo: P. Dehon, apostolo sociale, dal 1888 al 1903. È il periodo della sua più intensa attività sociale e che corrisponde al periodo della sua maturità religiosa e apostolica.

È con lo studio di questo periodo che ho concluso il mio lavoro.

Come base per il mio studio mi sono servito soprattutto degli scritti più personali di P. Dehon, cioè: Notes Quotidiennes (ossia il Diario) e le Notes sur l'Histoire de ma Vie, che è la sua autobiografia; ma poi anche la sua abbondante corrispondenza epistolare. Questa documentazione costituisce infatti la fonte principale per conoscere la sua personalità e la sua spiritualità.

In particolare:

1) Ho cercato di rispettare la cronologia degli avvenimenti e di situarli nel loro contesto.

2) Ad ogni tappa poi ho fatto un'analisi dettagliata, concludendo ogni capitolo mettendo in rilievo gli aspetti più interessanti messi in luce da questo mio studio.

Così facendo mi è stato molto più facile fare una sintesi finale.

Risultati

1°: Léon Dehon, studente e seminarista

È nell'adolescenza che sente il primo appello al sacerdozio. Ancora giovane studente di Diritto a Parigi, diventa catechista dei poveri e degli analfabeti e si impegna nella Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli. È là che Léon Dehon fa la sua prima esperienza della questione sociale.

Nel seminario di Santa Chiara a Roma, sotto la guida di P. Freyd, si dedica completamente alla sua formazione spirituale, allo studio della teologia e alla preparazione al sacerdozio.

L'idea centrale del suo diario intimo lungo questi anni si può riassumere nella ricerca dell'unione con Dio. Questi anni furono per Léon Dehon un vero noviziato: una scuola di spiritualità, un'iniziazione alla vita interiore.

Nel suo Diario Padre Dehon fa vedere il lungo cammino di ascesi che ha dovuto fare. Non dimentica la dimensione apostolica, anzi, in quel periodo ha dovuto allontanarla come una tentazione per non trascurare i suoi studi.

Léon Dehon, nell'anno delle ordinazioni, vive il sacerdozio nella sua dimensione mistica, più come uno stato di unione al Cristo che come una funzione della Chiesa al servizio degli uomini suoi fratelli.

È soltanto in seguito, a Saint-Quentin, che Léon Dehon comincia a scoprire le esigenze pastorali del sacerdozio.

2°: Vicario a Saint-Quentin

Finiti gli studi e lasciato cadere il progetto di entrare nella Congregazione degli Assunzionisti, Padre Dehon è collocato dal suo vescovo come settimo vicario nella parrocchia di Saint-Quentin. Là si lancia immediatamente in un intenso apostolato, che prende sempre nuove dimensioni: catechismo, creazione del patronato, circolo per i giovani, congressi sociali, oratorio diocesano... Niente di programmato in precedenza, ma secondo una logica propria da apostolo. Semplicemente perché era incaricato del catechismo dei fanciulli delle scuole, crea il suo patronato. Preoccupazione di apostolo e sacerdote. È ancora in questa logica di pastore che crea il circolo per i giovani. In seguito sarà l'organizzazione del Bureau Diocésain des Oeuvres che avrà come frutto principale il Congresso di Saint-Quentin nel 1876.

Così, dal Patronato ai grandi Congressi (più tardi), c'è in tutta questa attività una profonda unità, lo sviluppo di una logica organica e viva. Quello che è certo, è che in Padre Dehon lo studio e la scienza sociale non hanno preceduto l'azione, ma sono derivati da essa. Questi anni 1871-1877 sono, per lui, un'iniziazione progressiva e pratica, sempre legata alla situazione concreta delle persone che dipendevano dalle sue cure pastorali.

È questo choc vitale di pastore in questa parrocchia enorme, industriale, che gli apre il cuore all'appello degli uomini, in modo tale che questa nuova scoperta lo porta all'altro polo del sacerdozio, l'azione apostolica. E sono questi due poli che, senza escludersi, provocano in Padre Dehon una forte tensione, la cui soluzione egli cerca continuamente.

È in mezzo a questa intensa attività che Padre Dehon sente nostalgia del periodo precedente della sua unione con Dio. La sua vita interiore cominciava a soffrire. La sua anima ne soffriva non poco, ricorda lui stesso. Cerca allora i mezzi necessari per aiutare la sua buona volontà e, nel 1874, con altri sacerdoti, dà inizio all'Oratorio Diocesano: una specie di comunità sacerdotale (volevo fare qualcosa per il clero, perché la santificazione è il migliore degli apostolati).

Nonostante i continui impegni e il successo di essi non si sente a suo agio, dice. Gli mancava qualcosa.Voleva farsi religioso, ma, racconta: Volevo la vita religiosa e N.S. non mi mostrava chiaramente dove dovessi andare. Tentò ancora di entrare negli Spiritani, ma poiché il suo Vescovo non lo lasciava partire e poiché non poteva lasciare le sue opere (riassumo semplificando), diventa sul posto fondatore di una nuova Congregazione.

La Fondazione è come la conclusione di una lunga ricerca. Sarà la sintesi di quell'equilibrio che lui cercava e che permetterà al suo sacerdozio di lanciarsi nella contemplazione e dilatarsi nell'azione.

3°: Fondatore

Padre Dehon, che voleva farsi religioso per sottrarsi alla dispersione causata dalle opere, diventa fondatore a causa di esse. La sua attività apostolica era diventata un ostacolo alla sua vita religiosa. Situazione abbastanza insolita, ma che si capisce nella problematica dehoniana: una disponibilità agli avvenimenti, come segni della Provvidenza.

Difficoltà

Per me, è stato questo il momento più difficile da analizzare e il più difficile da capire, sia nel momento della fondazione (all'inizio della primavera del 1877), sia nei primi anni successivi, quando Padre Dehon sembra cambiare il suo stile di vita apostolica.

Una prima difficoltà viene dal tipo di Congregazione che egli fonda: una Congregazione ideale di amore e riparazione. Un Padre Dehon che nel mese di febbraio va a Roma con il suo Vescovo con la segreta idea di entrare nel noviziato degli Spiritani, che non hanno un posto speciale per la spiritualità al Sacro Cuore, e nel mese di giugno di quello stesso anno è già deciso a fondare lui stesso questa Congregazione ideale di amore e riparazione.

In secondo luogo, in questi primi anni dopo la fondazione, Padre Dehon da sacerdote assetato di Dio e completamente immerso nell'azione apostolica (come nel periodo anteriore) passa a uomo mistico, tanto da dire ai suoi primi compagni che soltanto la contemplazione è essenziale per gli Oblati del Sacro Cuore e che l'azione non è che accidentale.

Abbiamo visto, lungo questa nostra ricerca, come Padre Dehon, portato da circostanze "provvidenziali", abbia vissuto questo periodo come un tempo di assestamento che peraltro ha molto marcato lo stile iniziale della Congregazione.

Ma uscito da questa eccessiva accentuazione del mistico, del soprannaturale, che per altre circostanze proprio Padre Dehon considererà ancora come "provvidenziali", ritroviamo di nuovo il Padre Dehon di sempre. Dopo il "Consummatum est" e la ricostituzione dell'Istituto, Padre Dehon ripensa la sua vita, ritrova se stesso, riprende, diciamo noi, lo stile dehoniano. Senza smettere di affermare e di insistere sulla necessità primaria della vita interiore e dell'unione al Cuore di Gesù, si lancia di nuovo nell'Apostolato (accetta la cappellania di Val des Bois, invia i primi missionari, fonda una rivista) proprio per esercitare lo spirito di Amore e Riparazione, binomio a lui molto familiare e in cui sintetizzava il carisma del suo Istituto.

Una terza difficoltà, che esaminerò soprattutto nel quarto capitolo, è appunto quella che riguarda il tema di questo lavoro: Padre Dehon mistico e/o apostolo? Padre Dehon ha voluto fondare una Congregazione di tipo contemplativo o apostolico? Infine, l'impegno apostolico sociale lo ha assunto lui personalmente o è un indirizzo carismatico anche per la sua Congregazione?

4°: Apostolo sociale

Sappiamo che è stato l'apostolato sociale il campo in cui Padre Dehon si è impegnato di più e che lo caratterizza all'esterno della Congregazione. È all'apostolato presso i più bisognosi e là dove la Chiesa ha più bisogno che egli spinge i suoi religiosi perché vi vede una concretizzazione del carisma del suo Istituto.

Avendo acquistato fiducia e serenità e liberato dall'angoscia interiore della sopravvivenza della Congregazione, Padre Dehon può adesso (nel 1888) dare slancio a tutta la sua ricca personalità. Il periodo che va dal 1889 agli inizi del secolo sarà marcato da una intensa attività di tipo sociale e culturale. Qui ho portato come esempio tipico di questo apostolato la pubblicazione della rivista Le Règne du Coeur de Jésus dans les âmes et les sociétés. Il titolo è già tutto un programma, come ho cercato di mostrare. Si tratta di una intuizione, di una scelta specifica e caratteristica di Padre Dehon: Bisogna che il culto del Sacro Cuore di Gesù, dirà lui, iniziato nella vita mistica delle anime, scenda e penetri nella vita sociale dei popoli... La data della sua pubblicazione è pure molto significativa.

Sintesi finale

È stata per me una sorpresa meravigliosa scoprire in Padre Dehon una vita e un'azione caratterizzate da un pensiero molto unitario. Riunendo le conclusioni di ogni capitolo, emerge un Padre Dehon con un metodo di azione molto caratteristico, con uno stile di vita che è tipico, che classifico come dehoniano.

Dicono gli studiosi che Padre Dehon non abbia mai fatto una sintesi del suo pensiero, benché abbia scritto moltissimo. È che i suoi scritti non sono dettati dai bisogni di uno studioso, ma piuttosto da un uomo d'azione, da un apostolo.

Ma in tutti i suoi scritti due cose sono sempre presenti: la spiritualità di oblazione riparatrice e l'esigenza sociale, spinto continuamente dal suo amore per Dio e le anime. La sua visione di fede era decisamente teocentrica, ma nello stesso tempo era molto attenta ai drammi del mondo e alle aspettative degli uomini.

Questi due aspetti sono in relazione reciproca e si condizionano reciprocamente: l'amore di Cristo porta al popolo per elevarlo e salvarlo, e l'amore del popolo porta al Cuore di Cristo perché soltanto in Lui si può ottenere la salvezza. La spiritualità riparatrice, di oblazione, che Padre Dehon sviluppa in tutti i suoi scritti traduce la sua forte convinzione che la prima attività dell'apostolo risiede nella sua vita interiore.

Padre Dehon a 67 anni paragona la sua opera a due solchi ma con la stessa origine e ha la preoccupazione di ricordare i due solchi: la preoccupazione degli uomini nell'impegno sociale e la vita di unione e di oblazione al suo Signore. L'originalità dehoniana sta proprio in questa articolazione che coniuga, così, l'amore degli uomini e l'amore di Dio.

Infine, quello che impressiona profondamente nell'evoluzione spirituale di Padre Dehon è l'equilibrio che ha sempre cercato tra l'azione apostolica e la contemplazione, e che non è stata una scoperta tardiva o soltanto un periodo della sua attività sociale. È una costante di tutta la sua vita.

E, per concludere, mi servo di una sua riflessione, ancora del periodo romano, in cui Léon Dehon mostra già la dinamica e le tendenze della sua anima: Maria, scrive il 9 maggio1868, lascia la contemplazione del suo Salvatore per mettersi al servizio di Elisabetta, o meglio, ella unisce all'amore del suo Dio l'amore del suo prossimo.

E, il 12 maggio, egli fa osservare il movimento inverso: Maria si dedica con zelo al servizio senza smettere di contemplare il suo Salvatore.

In questo piccolo riassunto, estremamente suggestivo, le due note definiscono l'itinerario spirituale di Padre Dehon: la contemplazione nel Seminario; la dedizione e l'azione nella parrocchia di Saint-Quentin; e in seguito, dopo la fondazione della Congregazione, l'equilibrio, a volte fragile, ma sempre ricercato, tra azione apostolica e contemplazione.

Tutta la vita di Padre Dehon testimonierà una tensione tra questi due poli, dai quali si sente attratto: l'amore di Dio e l'amore degli uomini. L'uno non si realizzerà senza l'altro.

Nota finale

Mi hanno chiesto di parlare del contributo, della originalità di questo lavoro. Non so se vi sia originalità. Forse, il mettere in rilievo questo binomio contemplazione-azione come costante in Padre Dehon in un riassunto suggestivo, e non con affermazioni generiche, ma facendo parlare lo stesso Padre Dehon attraverso i suoi scritti più personali. In questo ho utilizzato abbondantemente P. Bourgeois, i cui studi sono stati per me come le fonti patristiche, cui ho attinto con abbondanza e liberamente.

L'aver potuto consultare i manoscritti nella lingua originale è stato un grande vantaggio. Il francese rimane sempre la lingua base per chi vuole avvicinare P. Dehon, direi di più, è la lingua materna della Congregazione che un dehoniano dovrebbe essere fiero di parlare.