EDITORIALE

Questo quaderno di “Dehoniana 2000” va visto tutto nella prospettiva del Convegno internazionale della “Famiglia Dehoniana” in programma nel prossimo ottobre. Due le strade percorse: la prima, “rivisitare” alcuni temi importanti della spiritualità dehoniana, e la seconda tracciare un profilo dei “laici dehoniani”.

La prima parte viene introdotta con un testo ancora inedito di p. Dehon sulla “liturgia delle ore”. È soltanto uno schema, e nonostante ciò è particolarmente interessante perché vede la Liturgia delle ore come “preghiera della Chiesa” e come ministero specifico del presbitero, ministero d’intercessione e di lode in nome della Chiesa e “per tutta la Chiesa”.

Questo tema nel contributo successivo è ripreso e spiegato nei suoi fondamenti teologici e soprattutto in prospettiva di “spiritualità dehoniana”, e quindi tipico anche dei “laici dehoniani”, in forza del “sacerdozio battesimale”.

Tema certamente “religioso” è la spiritualità dehoniana, ma di una “religione” che legge anche la storia del mondo come “storia della salvezza”. Così il nostro confratello Paul J. McGuire, col suo articolo, ci invita a leggere con gli occhi della fede il secolo che va dal 1864 al 1965, e cioè dal “Sillabo” di Pio IX al Concilio Vaticano II con la costituzione pastorale “Gaudium et Spes”. Egli si propone di spiegare il “perché” di prospettive così diverse all’interno della stessa Chiesa. E soprattutto vuole mostrare come il p. Dehon non è stato estraneo a questa “evoluzione”.

I due articoli successivi sono di giovani confratelli, desiderosi di esporre con categorie nuove e diverse, alcuni valori della spiritualità dehoniana, per “attualizzarli” e proporli con un linguaggio più suggestivo anche per l’uomo contemporaneo. Il primo propone la categoria dell’intercessione, intesa in senso forte, come traspare in alcuni testi della Scrittura; il secondo insiste sulla necessità di superare le vie del sentimentalismo e approfondire invece il tema dell’amore, e soprattutto la carità teologale.

La seconda via, seguita nel preparare questo quaderno, è stata la via della “memoria storica”; e potrebbe avere per titolo: “I laici dehoniani ieri e oggi”.

“Ieri”, come quando il p. Dehon ha iniziato il suo lavoro pastorale nella parrocchia di S. Quintino, potendo contare sulla collaborazione di un buon gruppo di laici. Lui stesso li ricorda con molta gratitudine nelle sue “Memorie”. Erano laici della parrocchia che spontaneamente prestavano la loro preziosa collaborazione con continuità e senza alcuna ufficialità.

Un “altro modo” di vivere uniti alla Congregazione, condividendone la spiritualità e la missione, è stato proposto dallo stesso p. Dehon con la sua “Associazione Riparatrice”. Qui il p. Chiarello espone in modo sintetico le sue caratteristiche e le strutture giuridiche che ha avuto dagli inizi fino al 1990 circa.

In un secondo contributo, lo stesso p. Chiarello prospetta invece i principi teologici e giuridici da tenere presenti per un’effettiva partecipazione dei laici alla nostra spiritualità e alla vita della Congregazione. Punto di riferimento obbligato, per questo, è l’ecclesiologia del Vaticano II e, in particolare, la “Lumen Gentium” e l’esortazione apostolica “Christifideles Laici” di Giovanni Paolo II.

Nella rubrica “Vita della Congregazione” troviamo un articolo che informa sulla presenza e il progetto apostolico dei nostri Confratelli polacchi in Bielorussia e poi un’informazione sulla nuova comunità SCJ a La Capelle, casa natale del nostro ven. Fondatore, informando anche sull’incontro tenuto in questa casa, nel luglio 1999, da una ventina di giovani confratelli in preparazione alla professione perpetua e sulla celebrazione del 14 marzo 2000, in occasione dell’erezione canonica di questa nuova comunità dehoniana.

In tutta la seconda parte di questo “quaderno”, quindi, è prevalente l’attenzione all’evoluzione storica sia della Congregazione sia, soprattutto, del movimento dei “laici dehoniani”. Ma la storia sarà utile se accolta come “maestra di vita”.