LA FAMIGLIA DEHONIANA

ASSOCIAZIONE RIPARATRICE

(Una storia, una spiritualità)

Umberto Chiarello, scj

Questo articolo, ad eccezione delle conclusioni, è una rilettura tematica del dossier di documentazione preparato da p. Egidio Driedonkx scj, “La Asociación Reparadora fundada por el P. Dehon - Historia y Propaganda (1878-1925)”.

I. Le diverse Associazioni Riparatrici

1. Nel 1878, fondati gli “Oblati del Cuore di Gesù”, p. Dehon fonda pure una “Associazione Riparatrice” o “Associazione intima” per fare partecipare laici e sacerdoti alla spiritualità e agli scopi del suo Istituto: condurre sacerdoti e fedeli al Cuore di Gesù, offrendogli un tributo quotidiano di adorazione, di riparazione e d’amore, in modo particolare per la santificazione del clero.

Per questi scopi esistevano già, o sorgeranno, altre Associazioni, che risentivano del contesto socio-ecclesiale del tempo:

“Associazione di preghiera per i sacerdoti”, sotto il patrocinio di S. Giovanni Evangelista, fondata nel 1869 nella Parrocchia di Fère-Champenoise.

“Associazione intima”, fondata da Léon Harmel nel 1869 a Val-des-Bois, per la conversione degli operai e per la santificazione del clero.

“Unione delle Vittime del Cuore di Gesù”, fondata nel 1874 dall’Abbé Brion di Bordeaux.

“Le Vittime del Cuore di Gesù per il trionfo della Chiesa e la santificazione del clero”, legata all’Opera S. Carlo Borromeo di Gramont (Belgio).

2. Nel 1882, p. Dehon e Mons. Gay promuovono una campagna per creare una “Unione del Clero” con lo scopo di pregare e riparare il Sacro Cuore per il trionfo della Chiesa e la salvezza della Francia.

3. A seguito dei rapporti con p. Matovelle (Ecuador), che promuoveva il Regno sociale del S. Cuore e la lotta contro la Massoneria, p. Dehon dà per scopo alla “Associazione riparatrice” il “Regno del S. Cuore nelle anime e nelle società”. Approvata da Mons. Thibaudier l’8 febbraio 1889, come “Associazione riparatrice del S. Cuore di Gesù”, essa promuove la santificazione personale, con la devozione al S. Cuore, e vuol stabilire il Regno del S. Cuore nelle anime e nelle società. P. Dehon aveva appena fondato (25.01.1889) la rivista “Il Regno del S. Cuore nelle anime e nelle società”.

In agosto 1889, viene costituita a Paray-le-Monial la “Federazione Internazionale delle Associazioni del S. Cuore”; p. Dehon ne fa parte e viene nominato membro del Consiglio per la Francia.

Interrotti sempre in agosto 1889 i rapporti con P. Matovelle, il Notiziario (fine 1889 o inizi 1890) qualifica gli Associati come “La Milizia del Cuore di Gesù. Associazione per il Regno del Cuore di Gesù” e gli Aggregati come “La Milizia delle Vittime del Cuore di Gesù in unione con i Sacerdoti Oblati e le Religiose Ancelle del Cuore di Gesù”.

4. Nel Notiziario del 1897 e fino al 1902, sotto il titolo “Discepoli del Cuore di Gesù”, si dice che fine dell’Associazione è di consolare il Cuore di Gesù. Non si chiede più un impegno apostolico, ma c’è un ritorno alla dimensione contemplativa. Questa svolta è dovuta all’influsso del gruppo di p. Blancal o di p. Prévot?

5. Nel 1905, 22 dicembre, p. Prévot propone a p. Dehon di modellare la nostra Associazione secondo l’Apostolato della Preghiera e di pubblicare una rivista per gli Associati. Padre Dehon accetta la nuova denominazione: “Associazione dell’Apostolato della Riparazione”, sotto gli auspici di Maria Riparatrice.

6. Nel 1910, dietro incoraggiamento di Pio X (Breve del 9.04.1910), p. Dehon pensa di fondare una Associazione per il clero, da diffondere in tutte le diocesi, in quanto “il Signore chiede la partecipazione dei sacerdoti nella vita di riparazione”. Si denomina “Associazione sacerdotale in onore del S. Cuore”, sotto l’“Apostolato della Riparazione”.

7. Nei Notiziari degli anni 1919-1921, si chiede a tutti i membri della “Associazione di amore e di riparazione al Cuore di Gesù, in unione con i Sacerdoti del S. Cuore” di farsi apostoli per l’intronizzazione del S. Cuore nelle famiglie.

8. “Associazione Adveniat Regnum tuum” (A.R.T.)

Per cercare fondi per la costruzione della basilica di Cristo Re a Roma, p. Dehon chiede (Lett. 21.01.1921) a p. Gasparri di fondare una Associazione, collegata a quella già esistente e come sezione di essa.

Nel frattempo, il nuovo Codice di diritto canonico (1917) aveva creato una nuova situazione: le Associazioni di diritto diocesano non potevano espandersi in altre diocesi, senza un nuovo decreto di erezione del Vescovo di quella diocesi. Ancora, il Direttore della nostra Associazione veniva nominato dal Vescovo di Soissons, il quale avrebbe potuto nominare anche un sacerdote diocesano. Valutando questi motivi, viene dato incarico a p. Gasparri di creare, con l’aiuto di un canonista (p. Gengler), una Associazione tutta nuova per la Congregazione, che fosse più semplificata rispetto a quella esistente e che mettesse in rilievo la Regalità di Cristo. Il 14 marzo 1923 il Card. Basilio Pompili erige l’Associazione “Adveniat regnum tuum” (ART) presso il Tempio votivo di Cristo Re a Roma.

La dicitura “Adveniat Regnum tuum” potrebbe essere stata suggerita a p. Gasparri dal Notiziario del 1906, pubblicato a Roma, che aveva per titolo: “L’Associazione riparatrice del S. Cuore di Gesù” e, per sottotitolo, “Adveniat regnum tuum”.

Il Notiziario del 1923 spiega che è una “Associazione di preghiera e di sacrificio per l’estensione del Regno di Gesù sulla terra, per il trionfo della Chiesa e per l’aumento delle vocazioni sacerdotali e missionarie”.

II. Organizzazione e sviluppo

1. Membri dell’“Associazione Riparatrice”, nelle successive diverse formulazioni, sono sacerdoti e laici e, fino al 1923, sono divisi in due gruppi o livelli: gli “Associati”, che costituiscono la massa; gli “Aggregati” che, vivendo più interiormente lo spirito dell’Istituto, costituiscono una specie di Terz’Ordine degli Oblati del Cuore di Gesù. Molti, fra i primi Aggregati (ad esempio la mamma di p. Dehon), hanno emesso il voto di vittima, come era chiesto agli stessi religiosi Oblati.

Per l’“Associazione riparatrice” per “il Regno del S. Cuore nelle anime e nelle società” (Notiziario del 1889), il gruppo del primo grado o livello è un “gruppo d’azione”, mentre quello del secondo livello è un “gruppo di preghiera e di sacrifici”. Per il Gruppo d’azione, è chiesta la creazione di diversi “Comitati”: per la buona stampa, per le opere di carità, per la divulgazione della devozione al S. Cuore. Per il Gruppo di preghiera è chiesto di offrirsi vittime per la Chiesa e per la Francia.

Nel Notiziario del 1890 si chiede che, in quelle parrocchie dove gli Aggregati sono numerosi, si costituisca un “Consiglio”, presieduto dal parroco, per la diffusione della devozione al S. Cuore e per lavorare per il Regno del S. Cuore, diffondendo la buona stampa.

Nella revisione del Regolamento (1913-1914), la distinzione fra i due gruppi è che gli Aggregati fanno l’oblazione di sé stessi come vittime di riparazione al Cuore di Gesù e sono considerati come un Terz’Ordine.

La divisione in due gruppi o gradi verrà abolita nel 1923 con l’“Associazione Adveniat Regnum tuum”.

2. Direttore dell’Associazione è il Superiore generale dei Sacerdoti del S. Cuore di San Quintino, o altro sacerdote di detta Congregazione, nominato dal vescovo di Soissons.

Agli inizi, e almeno fino al 1890, l’iscrizione degli uomini era riservata a p. Dehon, l’iscrizione delle donne alla chère Mère. L’Associazione, oltre che con l’Istituto, era collegata quindi anche con le Suore Ancelle.

Quando l’Associazione si svilupperà anche nelle altre nazioni, nel 1919 si chiede che in ogni Provincia vi siano uno o due sacerdoti designati per l’iscrizione degli Associati: a Fayet, a Brugelette, a Bruxelles, a Bergen-op-Zoon, a Sittard, a Lussemburgo, a Bologna.

Con l’“Associazione Adveniat Regnum tuum” (1923), collegata direttamente alla Congregazione, il Direttore è lo stesso Superiore generale (o un suo delegato), il quale nomina i Direttori nazionali. Come “Associazione universale” essa può stabilirsi nelle diverse diocesi, senza bisogno di nuovi decreti dei singoli vescovi.

Le diverse Associazioni vengono considerate come una specie di Terz’Ordine dell’Istituto già dal 1878, con l’“Associazione Riparatrice”, e fino al 1923, con l’“Associazione Adveniat Regnum tuum”. “Abbiamo bisogno di un’opera di solida pietà, che si possa divulgare in ogni parte e faccia amare la Congregazione con le sue devozioni e pratiche. Dobbiamo aver qualcosa come un Terz’Ordine” (P. Philippe, 21.01.1923).

In una lettera del 27.05.1919, diretta a Clara Baume laica aggregata al nostro Istituto, p. Dehon usa l’immagine di “famiglia”: “Je vous appelle soeur, puisque vous êtes de la famille”.

3. L’Associazione è regolata da Statuti e da Regolamenti; oltre all’organizzazione, essi indicano le modalità concrete di partecipare alla spiritualità e agli scopi dell’Istituto. Statuti e Regolamenti vengono aggiornati man mano che l’Associazione cresce, e viene accentuato, per i laici, l’uno o l’altro aspetto della nostra spiritualità e degli scopi dell’Istituto.

Abbiamo il Regolamento del 1886, 1889, 1897, 1906, 1910 (per l’Associazione sacerdotale). Il Regolamento del 1906 è di p. Prévot; egli trascura di trattare degli Associati e aggiorna la parte del Regolamento del 1889 circa gli Aggregati.

In preparazione del Capitolo generale, previsto per il 1914, viene rivisto, dopo la morte di p. Prévot nel 1913, il “Regolamento” del 1906. Quello del 1919 lo si trova in “Réglements divers”. Nel 1923 si ha il Regolamento dell’ART.

4. Lo sviluppo dell’Associazione è dovuto, agli inizi, agli stessi membri della Congregazione, che coinvolgono i loro parenti e conoscenti: ad esempio i novizi Matias Maria Legrand, Lamour, Dessons.

Il Capitolo Generale del 1886 chiede la pubblicazione di un “Notiziario” per far conoscere e promuovere lo spirito della Congregazione fra i laici e i sacerdoti, e far vivere loro lo stesso spirito.

La rivista “Il Regno del S. Cuore nelle anime e nelle società” si rivolge a volte ai membri dell’Associazione e ne indica gli scopi (1889, 1893, 1897, 1901).

P. Dehon, in Lettere circolari, si rivolge ai Superiori “per reclutare aggregati per le nostre Associazioni e mantenere l’unione dei cuori fra tutti e con noi” (Lett Circ. 17.10.1892). “Sviluppiamo le nostre Associazioni. Cerchiamo associati e aggregati che lavorino con noi per il regno del Cuore di Gesù” (Lett. Circ. 10.08.1919).

Egli ne parla nei Capitoli generali (1899; 1919); ne informa il Santo Padre nelle udienze che ottiene (21.02.1904).

P. Dehon si impegna personalmente a far nascere l’Associazione nelle altre nazioni.

In un Notiziario del 1901-1902 si informa che, per l’iscrizione, ci si rivolge a p. Falleur, a San Quintino, o a p. Jeanroy, a Bruxelles.

Negli Atti del Capitolo generale del 1899 si informa che l’Associazione è cresciuta; che ha alcune migliaia di aggregati in Germania e che si sta sviluppando in altri paesi.

Nel Notiziario del 1906 vengono indicate come sedi d’iscrizione all’Associazione: Bruxelles, Lussemburgo, Bergen-op-Zoom (Olanda), La Fayet (Francia).

Nell’agosto del 1908, desiderando aumentare il numero degli Aggregati, e cioè di quanti vivevano più intimamente lo spirito della Congregazione, p. Dehon “incarica p. André (Prévot) di propagandare l’Associazione intima di Riparazione” (NQ XXIV, 33).

Nel 1910, in un “Notiziario” di propaganda in italiano, si parla dell’“Associazione riparatrice al S. Cuore” con l’invito a iscriversi presso la Scuola Apostolica di Albino.

Nel 1912, il Consiglio generale chiede che si crei una sezione olandese e fiamminga della Associazione.

Nel 1918, ottobre, p. Dehon scrive nel suo Diario: “Propago la nostra Associazione e inscrivo gli Aggregati” (NQ XLIII, 1).

Anche p. Prévot fa propaganda per divulgare l’Associazione (Notiziario 1906), oltre a pubblicare libretti per la loro formazione.

5. Numero dei membri. Agli inizi, fra i primi membri dell’“Associazione Riparatrice”, troviamo: l’Abbé Mathieu, Arciprete della Basilica di S. Quintino, la mamma e la zia di p. Dehon. Come aggregato, appare per primo il Sig. Lécot con il nome Giuseppe d’Arimatea: avendo egli comprato un giardino confinante con la Casa Madre di S. Quintino, lo ha dato in uso all’Istituto (NHV, 7 XIV 19-20).

A fine 1880, fra Associati e Aggregati vi sono un centinaio di persone, mentre i religiosi Oblati erano 3 professi e 7 novizi.

Nel 1892 vi sono già alcune centinaia di iscritti.

Nel 1900, in Germania vi sono 6.000 membri e una rivista con 3.000 abbonati (Lettera di p. Dehon a p. Kusters, 29.11.1901).

Nel 1904, nell’udienza col Papa (21 febbraio), p. Dehon dice che abbiamo, tra Associati e Aggregati, circa 10.000 persone.

Nel 1912, dal verbale del Consiglio generale (8 giugno), risulta che l’Associazione ha 4.000 membri in Francia e 8.000 in Germania.

Nel 1923, tutti gli Associati della precedente Associazione e sue sezioni passano a far parte della nuova “Associazione Adveniat Regnmum tuum”, che conta così 50.000 Associati.

III. Partecipazione alla spiritualità e agli scopi dell’Istituto: spiritualità e apostolato

1. Nell’“Associazione riparatrice” (1878) gli Associati si impegnano a chiedere, con le loro preghiere e azioni, sacrifici e riparazione, l’avvento del Regno del Cuore di Gesù e le benedizioni di Dio sui sacerdoti. Gli Aggregati si impegnano a vivere più interiormente lo spirito dell’Istituto: con il completo abbandono nelle mani di Dio, accettando qualsiasi sacrificio gli piacerà inviare, fino a pronunciare il “voto di vittima”. “Molte di queste persone hanno visto come Dio aveva accettato realmente l’offerta della loro vita attraverso le croci che la Provvidenza inviava loro” (p. Dehon).

Gli Aggregati della prima Associazione sono persone impegnate socialmente, in quanto già membri delle Conferenze di San Vincenzo o del Terz’Ordine Francescano, della Propagazione della fede, o collaborano in attività della parrocchia.

2. Il “Regolamento” (1889) dell’“Associazione riparatrice del S. Cuore di Gesù” chiede agli “Associati” (1° grado o gruppo d’azione):

- Riconoscere pubblicamente i diritti e la regalità di Gesù Cristo; rispettare e far rispettare tali diritti, ispirandosi all’umiltà e alla dolcezza del Cuore di Gesù.

- Santificare e fare santificare, dai propri dipendenti, la domenica.

- Propagare la stampa cattolica e combattere la cattiva stampa.

- Ogni mese, ci sia una S. Messa per gli Associati e una riunione per programmare i mezzi per stabilire, nel proprio ambiente, il ritorno a Dio e il Regno del Cuore di Gesù.

- Propagare la devozione al Cuore di Gesù per la salvezza della Francia.

Oltre agli impegni del primo gruppo, agli “Aggregati” (2° grado o gruppo di preghiera e di sacrifici) si richiede ulteriormente:

- Offrire ogni mattina le proprie preghiere, azioni e sacrifici in unione al Cuore di Gesù, in spirito d’amore, di riparazione e di intercessione.

- Accettare nello stesso spirito le sofferenze e prove della giornata; offrirsi come vittima per consolare il Cuore di Gesù.

- Grande devozione all’Eucarestia, facendo un’ora di Adorazione e la comunione riparatrice ogni primo venerdì (o prima domenica) del mese.

- Tutti i venerdì, vivere da vittime d’espiazione per i peccati della Patria, facendo penitenza per questa intenzione.

- Propagare la devozione al Cuore di Gesù.

- Praticare le virtù: purità di cuore, umiltà, spirito di generosità e di sacrificio.

Il Notiziario del 1889, trattando del fine di questa Associazione, dice che esso consiste nella santificazione personale per mezzo della devozione al S. Cuore. Poiché la santità altro non è se non la carità, solo attraverso il Cuore ferito di Gesù si può suscitare tale carità. Gli Associati devono perciò stabilire il regno del Cuore di Gesù non solo in loro stessi, ma anche nella società. E “poiché la massa del popolo è costituita dalla classe operaia, scristianizzata e ingannata… la principale preoccupazione della nostra Associazione sarà di operare per riconciliare e unire in fraternità il padrone e l’operaio, il ricco e il povero”.

Se gli Associati hanno uno scopo preminentemente sociale e per gli Aggregati si accentui lo spirito vittimale, tutti però devono operare per stabilire il Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nelle società. Tutti, Associati e Aggregati, devono perciò essere apostoli.

Vengono indicate le virtù proprie di tutti i membri: sull’esempio di Gesù, avere preferenza per i piccoli, i deboli, i poveri; ardere di zelo apostolico.

Gli Statuti non impongono nessuna penitenza agli Associati del 1° grado; però essi stessi devono imporsele perché il loro apostolato sia fecondo, accettando le sofferenze e le pene, che la Provvidenza invia loro.

3. Con il titolo di “Discepoli del Cuore di Gesù” (1897-1902), non si chiede più un impegno apostolico ai membri dell’Associazione, ma di consolare il Cuore di Gesù. Ciò è dovuto all’influsso del gruppo di p. Blancal o di p. Prévot?

4. Il “Notiziario” del 1906, pubblicato a Roma in francese, presenta l’“Associazione Riparatrice al S. Cuore” con il sottotitolo “Adveniat regnum tuum”. Riprende il “Regolamento” del 1889 per gli Associati e indica loro le seguenti pratiche di pietà da compiere:

- Celebrare devotamente ogni anno la festa del S. Cuore, confessandosi e comunicandosi.

- Frequenza mensile ai sacramenti, preferibilmente al primo venerdì (o prima domenica) del mese.

- Pregare gli uni per gli altri e per i membri deceduti.

- Recita quotidiana, in onore del S. Cuore, di un Padre Nostro, Ave Maria e Credo, con la giaculatoria “Dolce Cuore del mio Gesù, fa che ti ami sempre più”.

Più che dall’apostolato, il gruppo degli Associati viene caratterizzato come gruppo di preghiera.

Tuttavia, nel Notiziario del 1908, dal titolo “Amore e Riparazione al S. Cuore di Gesù”, si dice che il fine dell’Associazione è duplice: - Impegnarsi nell’opera della riparazione, specialmente con l’Adorazione riparatrice. - Collaborare con i Sacerdoti del S. Cuore a estendere il Regno del Cuore di Gesù; tale collaborazione non viene intesa come apostolato diretto.

5. Nella revisione del Regolamento (1913-1914), si chiede agli Associati:

- Offrire ogni mattina al S. Cuore le preghiere, azioni e sacrifici.

- Accettare generosamente i sacrifici che la Provvidenza ci manda; adempiere i doveri del proprio stato.

- Sopportare i difetti del prossimo e compatire i difetti del proprio carattere.

- Comunione e Adorazione riparatrice al primo venerdì (o prima domenica) del mese.

- Attendere ad opere d’apostolato, individualmente o in parrocchia.

Agli Aggregati si chiede di offrirsi come vittime di riparazione al S. Cuore, eventualmente anche sotto forma di voto.

6. Nel 1919, si autorizza ogni Provincia ad aggiungere al “Regolamento generale” un’intenzione speciale o una pratica particolare.

Così nella Provincia Gallo-Belgica, ai membri dell’“Associazione di Amore e Riparazione” viene chiesto di “dedicarsi alla parte attiva della riparazione, riparando le offese commesse contro la Ss. Trinità:

- contro Dio Padre, per le bestemmie;

- contro il Figlio di Dio incarnato, per le offese contro l’Eucaristia;

- contro Dio Spirito Santo, per i peccati contro lo Spirito Santo: i crimini della Massoneria e dei nemici della religione.

Come mezzo principale di questa riparazione attiva vengono indicate le opere di carità, l’assistenza ai moribondi, la conversione dei peccatori, l’insegnamento agli ignoranti. Opere queste, che possono essere indicate dai parroci, dalle Conferenze di assistenza, dalle Dame di carità o dai Direttori dell’Associazione.

Questa riparazione va estesa alle anime del Purgatorio, a quanti le aiutarono a salvarsi e alle persone più care” (Documento da datare tra il 1914 e il 1923).

L’apostolato viene considerato come parte integrale della riparazione; è l’apostolato della riparazione.

7. Spirito e fine dell’“Associazione Adveniat regnum tuum” (1923) è la riparazione delle offese che Cristo riceve, specialmente nell’Eucaristia, e ristabilire i principi della vita cristiana nelle coscienze, nelle famiglie e nella società con l’apostolato.

Abolita la divisione in due gruppi, si chiede a tutti i membri:

a. Pratiche di pietà

- Partecipazione frequente, possibilmente quotidiana, alla S. Messa in spirito d’amore e di riparazione.

- Comunione frequente, specialmente al primo venerdì (o prima domenica) del mese.

- Fare frequentemente mezz’ora di Adorazione almeno una volta al mese, possibilmente al primo venerdì.

- Consacrazione di se stesso e dei propri familiari al Cuore di Gesù.

- Recita quotidiana di una terza parte del rosario e di alcune giaculatorie

b. Sacrifici:

- Adempiere fedelmente ai doveri cristiani e a quelli del proprio stato

- Offerta quotidiana al S. Cuore delle preghiere, lavoro e sofferenze della vita, accettate con pazienza e rassegnazione, in spirito d’amore e di riparazione.

- Fare alcune mortificazioni volontarie nel cibo, vestire con semplicità e adornare sobriamente la propria casa. Sopportare i difetti delle persone con le quali si vive, compatendo i difetti del proprio carattere.

c. Apostolato: collaborare nelle opere di carità e d’apostolato della propria parrocchia e diocesi.

IV. Sussidi formativi; modalità liturgiche d’aggregazione

1. Sussidi formativi

Nel 1892, p. Prévot pubblica il libro “Amore, Pace e Gioia” (Ritiro sul S. Cuore con S. Gertrude), che viene raccomandato agli Aggregati. Nel 1906, egli pubblica l’opuscolo “Amore e Riparazione al S. Cuore” come “Manuale per l’Apostolato della Riparazione”, diretto ai membri dell’Associazione dei Sacerdoti del S. Cuore, ai membri dell’“Associazione intima” di Val-des-Bois e agli Associati dell’Istituto delle Religiose Vittime del Cuore di Gesù. In questo opuscolo si accentua lo spirito di vittima. Dio vuole che questo spirito si estenda dai conventi nel mondo, nei laici pii e specialmente nei sacerdoti perché il loro ministero sia fruttuoso: “Pregare, agire, soffrire e sacrificarsi per il S. Cuore”. In questo opuscolo si raccomanda un libretto dello stesso p. Prévot, dal titolo “Amore e Riparazione”, che era tradotto anche in tedesco e in olandese.

Nel suo Diario (Ottobre 1917, NQ XLI, 25), p. Dehon dice di aver appena terminato di scrivere un “Manuale di preghiere per i nostri Aggregati”, ma negli Archivi non c’è traccia di esso. Piuttosto si trova un “Manuale di pietà per l’Associazione Riparatrice in unione con i Sacerdoti del S. Cuore di Gesù”, il cui contenuto corrisponde a quello del “Regolamento” del 1914.

Nel 1922, 17 maggio, p. Philippe chiede a p. Gasparri di tradurre in italiano l’opuscolo “Amore e Riparazione” di p. Prévot, per fare conoscere l’Opera e le nostre Associazioni in Italia.

2. Iter formativo

P. Dehon, in un suo manoscritto “Unione con la Congregazione”, datato a dopo il 1911, descrive un iter formativo per i membri della nostra Associazione, basato sull’iter formativo dei religiosi.

Si inizia con l’unione degli Associati con i nostri novizi: pregare per i novizi e con loro, per divenire, come loro, discepoli di S. Giovanni per “consolare Nostro Signore con la propria fedeltà e compassione”. Come i novizi, anch’essi devono desiderare di formarsi sempre più per avanzare nella vita interiore.

Successivamente vivere in unione con i religiosi. Come i religiosi, gli Associati devono progredire nella carità verso Dio e il prossimo; loro modello sarà il Cuore di Gesù. Adattandoli alla loro situazione nel mondo e al proprio stato di vita, devono praticare lo spirito d’obbedienza al Regolamento, la castità e il distacco dai beni, vivendo una vita sobria e semplice. Devono consacrarsi al Cuore di Gesù, unendosi ai quattro fini del suo sacrificio sul Calvario e sull’altare: adorazione, rendimento di grazie, riparazione e supplica.

Inoltre devono vivere in unione con i sacerdoti del S. Cuore. Si richiede perciò, per quanto possibile, la partecipazione quotidiana alla S. Messa per adempiere bene il proprio sacerdozio spirituale, curando la bellezza del culto e prendendo cura della chiesa. Come i sacerdoti, devono praticare l’apostolato: diffusione della buona stampa, aiuto nel catechismo e in quelle iniziative che portano i fedeli ai sacramenti; partecipazione alle opere eucaristiche, alla Società di San Vincenzo e di San Francesco Regis, degli amici dei poveri. Devono diffondere le immagini e la devozione al S. Cuore, promuovendo la sua intronizzazione nelle case. Devono praticare la giustizia, la pietà, la carità verso tutti, la pazienza che giunge fino al sacrificio, l’amabilità che guadagna le persone verso la religione.

Infine vivere l’unione con i missionari dei Sacerdoti del S. Cuore. Chi ama il Cuore di Gesù, ama anche la sua Chiesa e le anime; chi non ama la Chiesa, non può dire di amare il Cuore di Gesù. Gli Associati si interessano per il progresso della Chiesa e partecipano alle sue prove; devono interessarsi delle missioni, leggere i loro rapporti informativi, iscriversi nelle opere missionarie. Instaurare una relazione più stretta con un missionario o con una missione particolare: “Pii Associati, adottate una missione!”.

Ai membri dell’Associazione, che vogliono essere più generosi, p. Dehon consiglia: “Il fervore della carità, la generosità nel sacrificio, la purità di cuore e l’umiltà, sono le virtù che devono caratterizzarli. Perché la loro preghiera sia continua, si uniscano abitualmente al Signore con le giaculatorie. Accettino volontariamente i sacrifici, che il Signore invierà loro”.

3. Riunioni

Nel Notiziario del 1889 si chiedono riunioni mensili, ma distinte per uomini e donne. Nel Notiziario del 1906 si chiede agli Associati di tenere un esercizio settimanale o mensile, con il permesso del Vescovo, nelle chiese e cappelle pubbliche.

Nella revisione del Regolamento (1913-1914), si dice che gli Aggregati possono fare incontri fra loro, come fanno quelli dell’Apostolato della Preghiera.

4. Modalità liturgiche d’aggregazione

Gli Aggregati dell’“Associazione Riparatrice” (1878), o “Associazione intima”, ricevono la stessa croce, adornata di un cuore, uguale a quella dei religiosi. Pronunciano un Atto di offerta o d’oblazione in unione con gli Oblati del Cuore di Gesù e con le Suore Ancelle del S. Cuore; come membri di un Terz’Ordine, ricevono un nome religioso.

Nel Notiziario del 1889 c’è un Atto di consacrazione al Cuore di Gesù. In quello del 1890 sono riportati due Atti di consacrazione: uno più solenne ed esteso, l’altro più breve da recitare ogni giorno.

Nel Notiziario del 1890, e poi in quello del 1906, si parla dello Scapolare che i membri della nostra Associazione devono portare. Ancora, nel 1923 si raccomanda a tutti i membri dell’ “Associazione Adveniat Regnum tuum” di portare lo Scapolare o una Medaglia del S. Cuore.

5. Indulgenze

Nel 1889 l’Associazione viene aggregata all’“Arciconfraternita del S. Cuore” in Roma, presso la Chiesa di N. Signora della Pace, per partecipare alle loro indulgenze.

Nel 1906, p. Dehon ottiene da Pio X un “privilegio speciale per gli Aggregati, che fanno al S. Cuore l’offerta dei loro meriti”. Nel Notiziario del 1906 vengono indicate le indulgenze, che i membri della nostra “Associazione Riparatrice” possono guadagnare.

Con il Breve del 10 aprile 1910, Pio X concede alcune indulgenze ai sacerdoti e a tutti i membri dell’Associazione dell’“Apostolato della Riparazione”

Una lista di indulgenze si può trovare in “Règlements divers” (1919).

Conclusioni

I. In vista di una ripresa odierna della partecipazione dei laici alla spiritualità dehoniana e alla missione di p. Dehon nella Chiesa, è opportuno fare una valutazione dell’esperienza passata.

1. Negli anni 1878-1925 le diverse forme della “Associazione Riparatrice” sono caratterizzate da una fedeltà alla spiritualità e agli scopi dell’Istituto con un costante adeguamento al contesto ecclesiale.

Nel decorso degli anni, la partecipazione al carisma ha accentuato ora l’uno ora l’altro aspetto. Agli inizi, con l’“Associazione Riparatrice” e con l’“Associazione del Regno del S. Cuore nelle anime e nelle società”, tutti i membri partecipano alla spiritualità dell’Istituto e sono impegnati attivamente nell’apostolato. Successivamente, a partire dal 1897 e fino al 1908, prevale l’accentuazione della spiritualità soprattutto vittimale, a scapito dell’apostolato. Dal 1908 in poi, con il Regolamento del 1913-1914, ed infine con l”Associazione Adveniat Regnum tuum” (1923), l’apostolato, oltre alla partecipazione alla spiritualità dell’Istituto, fa parte dell’impegno dei membri delle Associazioni.

2. Le diverse Associazioni Riparatrici sono state considerate sempre come una specie di Terz’Ordine della Congregazione e dipendono direttamente dall’Istituto. Vi è un Direttore Generale, ed è lo stesso p. Dehon; vi sono i Direttori nazionali, nelle singole Province, oltre ad altri religiosi sacerdoti, che promuovono e accompagnano i membri dell’Associazione.

I membri sono divisi in due gruppi: gli Associati, o gruppo di primo grado o gruppo d’azione, che costituiscono la massa; gli Aggregati, o gruppo di secondo grado o gruppo di preghiera e di sacrifici, e sono la minoranza, che costituiscono il Terz’Ordine. La distinzione fondamentale fra i due gruppi è che gli Aggregati vivono più intensamente lo spirito dell’Istituto, fino ad offrirsi come vittime di riparazione al S. Cuore di Gesù. Inoltre, in tutte le Associazioni sono presenti laici e sacerdoti. La distinzione fra i due gruppi sarà abolita solo nel 1923.

L’Istituto, e p. Dehon in prima persona, è impegnato a promuovere l’Associazione, come promozione della nostra spiritualità e collaborazione all’avvento del Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nella società. Si chiede ai membri delle Associazioni di trovarsi insieme per determinate pratiche di pietà come per programmare le attività apostoliche.

Oltre con i Sacerdoti del S. Cuore, i membri delle Associazioni sono collegati con le Suore Ancelle del S. Cuore o con le Suore Vittime.

3. L’Istituto offre ai membri delle varie Associazioni sussidi formativi e p. Dehon indica anche un iter formativo.

Si richiedono modalità liturgiche per l’aggregazione: come l’Atto di consacrazione al Cuore di Gesù, la croce ornata da un cuore, lo scapolare o una medaglia del S. Cuore, fino a prendere anche un nuovo nome, e si garantisce loro il godimento di numerose indulgenze.

II. Partendo dall’esperienza passata e dall’esigenza di fedeltà all’oggi di Dio, si può ipotizzare così il futuro:

1. Promuovere l’organizzazione della “Famiglia Dehoniana” come “l’insieme delle diverse componenti (scj, consacrati, laici), che riconoscono in p. Dehon il “padre” della propria vita spirituale e si riconoscono tra di loro fratelli/sorelle, in quanto partecipi della medesima spiritualità e missione.

La comunione di diverse vocazioni richiede il rispetto della loro specificità e diversità, in piena autonomia organizzativa” (Progetto “Noi Congregazione a servizio della Missione”, n. 25).

Le tre componenti sono unite fra loro dalla condivisione del carisma di p. Dehon e dall’unione delle persone, non da una dipendenza di governo.

I sacerdoti secolari, che vivono la spiritualità di p. Dehon, sono associati ai gruppi dei fedeli laici.

2. I Sacerdoti del S. Cuore, in quanto prima realizzazione storica del carisma dehoniano, riconosciuta ufficialmente dalla chiesa, sono i portatori e i garanti del carisma di p. Dehon come maturato oggi nella Chiesa.

È loro compito diffondere la spiritualità di p. Dehon, come dono per tutta la Chiesa, e accompagnare quanti, individualmente o in gruppo, si sentono ispirati da essa, garantendone la fedeltà (Progetto “Noi Congregazione a servizio della Missione”, n. 25).

3. Si deve recuperare il rapporto con le Suore Ancelle e le Suore Vittime, con gli Istituti femminili di vita consacrata fondati dai nostri religiosi, per offrire loro la possibilità di fare parte della “Famiglia dehoniana”.

Uniti nel carisma di p. Dehon, i Sacerdoti del S. Cuore devono garantire loro la debita assistenza spirituale, la collaborazione nelle “missioni ad gentes”, l’aiuto per la promozione vocazionale.

Rispettosi della loro piena autonomia governativa e organizzazione interna, parimenti si devono rispettare le accentuazioni del carisma dehoniano, maturate oggi dal loro Istituto.

4. “Laico dehoniano” è chi vive il Vangelo nell’ottica della spiritualità e missione dehoniana, secondo il proprio stato laicale, come vocazione personale battesimale. E’ chi partecipa del carisma di p. Dehon, come maturato oggi dai Sacerdoti del S. Cuore, ma nella condizione di laico nel mondo: nella famiglia, nella professione e nella Chiesa.

a. In concreto si tratta di vivere la spiritualità dehoniana in secolarità; e cioè:

- fare di Cristo il cuore del mondo.

- Vivere uniti al suo amore solidale e misericordioso verso gli uomini, in particolare verso i peccatori, gli emarginati e gli ultimi, come risposta all’amore del Padre, manifestatosi nel segno del Cuore del Figlio, per mezzo del suo Spirito: amore spesso misconosciuto.

- Offrire la propria vita come oblazione gradita a Dio, in totale abbandono, disponibilità e confidenza alla volontà di Dio, che si manifesta nelle circostanze quotidiane della propria vita.

- Vivere dell’Eucaristia celebrata e partecipata e della Presenza eucaristica adorata, come sorgente della propria vita spirituale e forza dell’apostolato.

- Collaborare, con la preghiera e l’azione, all’avvento del Regno di Cristo nella famiglia, nell’ambiente professionale o di lavoro, nella società.

- Anche dai laici “Padre Dehon si aspetta che siano profeti dell’amore e servitori della riconciliazione degli uomini e del mondo in Cristo” (Cst 7).

b. Da qui si origina e matura nel laico dehoniano:

- uno stile di cuore, avendo a modello di vita il Cuore di Gesù. Vivere nella fede l’amore oblativo e redentore del Cuore di Cristo: mite, umile, compassionevole, obbediente fino a dare la vita per gli altri. Uomini dal cuore nuovo, che si caratterizzano dalla cordialità e si esprimono nell’amore solidale.

- uno stile di vita, con le attitudini fondamentali di un’amore oblativo e riparatore, facendo della propria vita un’offerta gradita a Dio. Vivere la vita come risposta d’amore in unione all’oblazione riparatrice di Cristo al Padre, nel servizio ai fratelli.

- uno stile di opere: annunciando il Vangelo dell’amore e della misericordia; testimoniando l’amore compassionevole del Cuore di Cristo; operando per i poveri, gli ultimi e gli esclusi.

c. I Laici dehoniani non costituiscono affatto un Terz’Ordine dei Sacerdoti del S. Cuore; anzi si deve rispettare la loro piena autonomia organizzativa, a livello nazionale e internazionale. Ci potrà così essere una varietà di gruppi o di associazioni che, pur partecipando a tutta la ricchezza del carisma dehoniano, ne accentuano l’uno o l’altro aspetto: gruppi di spiritualità e di preghiera, gruppi di spiritualità e d’apostolato. L’apostolato potrà essere individuale o parrocchiale, non necessariamente legato all’apostolato dell’Istituto.

d. Compito dei Sacerdoti del S. Cuore, nei riguardi dei Laici dehoniani, è:

- promuovere la partecipazione laicale al carisma dehoniano;

- accompagnare i laici, individualmente o in gruppo, con la direzione spirituale e con sussidi formativi;

- garantire l’iter formativo per l’approfondimento della vita cristiana e per l’assimilazione del carisma dehoniano;

- fare il discernimento vocazionale, il riconoscimento di vivere da “laico dehoniano” e di appartenenza alla “Famiglia dehoniana”;

- aggregare i laici alla Famiglia dehoniana con il rito liturgico dell’Atto di consacrazione al Cuore di Gesù, come adesione personale a vivere il carisma dehoniano nella propria condizione laicale e secolare.