LA FAMIGLIA DEHONIANA

PER UN “PROFILO” DEL LAICO DEHONIANO

Umberto Chiarello, scj

(N.B. - Questo testo riprende l’insegnamento di “Christifideles laici” (CFL) per indicare il fondamento e le strutture del Laicato dehoniano)

I. Profilo del Laico dehoniano

1. Il fedele laico

“Laici sono quei fedeli che, incorporati a Cristo col battesimo, resi partecipi del suo ufficio sacerdotale, profetico e regale, compiono - per la loro parte - nella chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano, trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio (cf. LG 31)” (CFL 9).

Anche se non esclusiva, “l’indole secolare è propria e peculiare dei laici” (LG 31); è ciò che caratterizza, qualifica, distingue e definisce positivamente l’“essere cristiano del laico nel mondo”. “Per loro vocazione, è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Essi vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli gli impieghi e gli affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall’interno, a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l’esercizio della loro funzione propria e sotto la guida dello spirito evangelico” (LG 31).

Il mondo diventa così l’ambito e il mezzo della vocazione cristiana dei fedeli laici, perché esso stesso è destinato a glorificare Dio Padre in Cristo” (CFL 15).

2. Il laico dehoniano

La partecipazione del laico al carisma dehoniano è dono dello Spirito, che ancora oggi non manca di far fiorire nello stato laicale il sorgere di carismi condivisi, che generano una particolare affinità spirituale fra le persone (CFL 24) e la fioritura di vocazioni laicali “particolari” nell’alveo della vocazione laicale “comune” (CFL 56).

Laico dehoniano è un fedele laico, chiamato a vivere la sua incorporazione a Cristo e la sua inserzione nel mondo, ispirato dal carisma di p. Dehon: e cioè nell’amore gratuito e nell’oblazione riparatrice, collaborando a instaurare il Regno del Cuore di Cristo nelle anime e nella società.

II. Dimensione laicale del carisma dehoniano: spiritualità e missione

La dimensione laicale del carisma dehoniano viene vissuta e scoperta dallo stesso fedele laico quando, svolgendo nel mondo il triplice ufficio di Cristo, tendendo alla santità del suo stato e partecipando alla missione della chiesa, egli vive tutto ciò secondo la sua indole secolare; vi ritrova allora quei valori e atteggiamenti tipici della spiritualità dehoniana, che egli è chiamato a vivere in dimensione laicale.

1. Partecipazione al triplice ufficio di Cristo

Per il suo ufficio sacerdotale, Gesù ha offerto se stesso sulla croce e continuamente si offre nella celebrazione eucaristica a gloria del Padre per la salvezza dell’umanità.

Incorporati a Gesù Risorto per il battesimo, i fedeli laici sono uniti a lui e al suo sacrificio nell’offerta di se stessi e di tutte le loro attività (Rm 12,1-2).

E così “tutte le loro opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il loro lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello spirito, e persino le molestie della vita se sono sopportate con pazienza, diventano spirituali sacrifici graditi a Dio per Gesù Cristo (1Pt 2,5). Così anche i laici, operando santamente dappertutto come adoratori, consacrano a Dio il mondo stesso” (LG 34; CFL 14).

In tal modo il laico dehoniano è chiamato a continuare nella vita quotidiana quell’oblazione redentrice alla quale è stato associato nella celebrazione eucaristica.

Per il suo ufficio profetico, Cristo abilita e impegna i fedeli laici ad accogliere nella fede il Vangelo, ad annunciarlo con la parola e a testimoniarlo con le opere, non esitando a denunciare coraggiosamente il male.

E così i fedeli laici “sono chiamati a far risplendere la novità e la forza del Vangelo nella loro vita quotidiana, familiare e sociale; come pure ad esprimere, con pazienza e coraggio, nelle contraddizioni dell’epoca presente la loro speranza nella gloria anche attraverso le strutture della vita secolare” (LG 35; CFL 14).

Il laico dehoniano è chiamato ad essere profeta dell’amore e della tenerezza di Dio verso gli uomini, manifestatisi nel Cuore di Cristo.

Per il suo ufficio regale, Cristo è signore e re dell’universo.

Per tale ufficio i fedeli laici sono chiamati al servizio del regno di Dio e alla sua diffusione nella storia.

E così i fedeli laici “vivono la regalità cristiana, anzitutto mediante il combattimento spirituale per vincere in se stessi il regno del peccato (cf. Rm 6, 12), e poi mediante il dono di sé per servire, nella carità e nella giustizia, Gesù stesso presente in tutti i suoi fratelli, soprattutto nei più piccoli” (cf. Mt 25, 40; CFL 14). Infine, ordinando tutte le creature al vero bene dell’uomo, in forza del potere con cui Cristo Risorto attrae tutto a sé per consegnare il tutto al Padre (cf. Gv 12, 32; 1Cor 15, 28; CFL 14).

Il laico dehoniano è chiamato ad essere servitore della riconciliazione degli uomini e del mondo in Cristo.

2. Universale vocazione alla santità secondo il proprio stato di vita (LG 40-42)

La vocazione alla santità “suscita ed esige da tutti e da ciascun battezzato la sequela e l’imitazione di Gesù Cristo, nell’accoglienza delle sue beatitudini, nell’ascolto e nella meditazione della parola di Dio, nella consapevole e attiva partecipazione alla vita liturgica e sacramentale della chiesa, nella preghiera individuale, familiare e comunitaria, nella fame e sete di giustizia, nella pratica del comandamento dell’amore in tutte le circostanze della vita e nel servizio ai fratelli, specialmente se piccoli, poveri e sofferenti” (CFL 16).

Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre” (Col 3,17) (CFL 17).

In qualsiasi stato di vita, la santità consiste nella “perfezione della carità” (LG 40), cioè nell’unione con Dio. Il laico dehoniano realizza il suo cammino di santità attraverso una piena unione a Cristo nel suo amore e nella sua oblazione al Padre per gli uomini.

3. La missione del laico nella chiesa e nel mondo - Gli ambiti della missione

“I fedeli laici, proprio perché membri della chiesa, hanno la vocazione e la missione di essere annunciatori del Vangelo: per quest’opera sono abilitati e impegnati dai sacramenti dell’iniziazione cristiana e dai doni dello Spirito santo” (CFL 33).

“Il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, dell’economia; così pure della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale, ed anche di altre realtà particolarmente aperte all’evangelizzazione, quali l’amore, la famiglia, l’educazione dei bambini e degli adolescenti, il lavoro professionale, la sofferenza” (EN, 70; CFL 23).

A servizio della persona, si impegnano a riscoprire e far riscoprire la dignità di ogni persona umana (CFL 37); al rispetto, difesa e promozione dei diritti della persona umana: inviolabilità della vita umana in ogni fase del suo sviluppo e in ogni circostanza; diritto alla salute, alla casa, al lavoro, alla famiglia, alla cultura (CFL 38).

A servizio della famiglia, si impegnano a “rendere la famiglia cosciente della sua identità di primo nucleo sociale di base e del suo originale ruolo nella società, perché divenga essa stessa sempre più protagonista attiva e responsabile della propria crescita e della propria partecipazione alla vita sociale” (CFL 40).

A servizio della società, nella carità attenta alla totalità dei bisogni dell’essere umano (CFL 41), si impegnano per la giustizia.

“Per animare cristianamente l’ordine temporale, nel senso di servire la persona e la società, i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla “politica”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune” (CFL 42).

In tutti gli ambiti della missione, il laico dehoniano collabora a instaurare “il Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nella società. Il Regno del Cuore di Gesù nelle anime è caratterizzato dal rinnovamento della vita cristiana. Il Regno del Cuore di Gesù nella società, è il regno della giustizia, della carità e della misericordia, il cui frutto è la promozione e la pace sociale” (p. Dehon, in Tresor de prières, p. 156).

III. Formazione integrale e permanente

La formazione cristiana è “un continuo processo personale di maturazione nella fede e di configurazione con il Cristo, secondo la volontà del Padre, con la guida dello Spirito santo” (CFL 57).

1. Scoprire e vivere la propria vocazione e missione

“La formazione dei fedeli laici ha come obiettivo fondamentale la scoperta, sempre più chiara, della propria vocazione cristiana (dehoniana) e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della propria missione.

Per potere scoprire la concreta volontà del Signore sulla nostra vita sono sempre indispensabili l’ascolto pronto e docile della parola di Dio e della chiesa, la preghiera filiale e costante, il riferimento a una saggia e amorevole guida spirituale, la lettura nella fede dei doni e dei talenti e nello stesso tempo delle diverse situazioni sociali e storiche entro cui si è inseriti.

Non si tratta soltanto di sapere quello che Dio vuole da noi... Occorre fare quello che Dio vuole... E per agire in fedeltà alla volontà di Dio occorre essere capaci e rendersi sempre più capaci” (CFL 58).

2. Formazione integrale a vivere in unità fede e vita

“I fedeli laici devono essere formati a quell’unità di cui è segnato il loro stesso essere di membri della chiesa e di cittadini della società umana.

Nella loro esistenza non possono esserci due vite parallele: da una parte la vita così detta “spirituale” con i suoi valori e le sue esigenze; dall’altra la vita così detta “secolare”, ossia la vita di famiglia, di lavoro, di rapporti sociali, dell’impegno politico e della cultura. Infatti tutti i vari campi della vita laicale rientrano nel disegno di Dio, che li vuole come il “luogo storico” del rivelarsi e del realizzarsi della carità di Gesù Cristo a gloria del Padre e a servizio dei fratelli” (CFL 59).

3. Aspetti della formazione

“La formazione spirituale deve occupare sempre un posto privilegiato nella vita di ciascuno, chiamato a crescere senza sosta nell’intimità con Gesù Cristo, nella conformità alla volontà del Padre, nella dedizione ai fratelli nella carità e nella giustizia.

Urgente è la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di “rendere ragione della speranza” che è in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi” (CFL 60).

Per i laici dehoniani impegnati nel sociale e nella politica, si richiede la conoscenza della dottrina sociale della chiesa e dell’insegnamento sociale di p. Dehon (CFL 60).

Crescita personale nei valori umani: “(I laici) facciano pure gran conto della competenza professionale, del senso della famiglia e del senso civico e di quelle virtù che riguardano i rapporti sociali, cioè la probità, lo spirito di giustizia, la sincerità, la cortesia, la fortezza d’animo, senza le quali non ci può essere neanche vera vita cristiana” (AA 4) (CFL 60).

I valori dehoniani dell’amore gratuito, dell’oblazione riparatrice, della riconciliazione, dell’adorazione... devono concretizzarsi ed esprimersi in uno stile di vita, fatto di abbandono e di fiducia in Dio, di cordialità e di misericordia con le persone, di comunione e di disponibilità verso gli uomini.

4. Gli educatori

Dio è il primo e grande educatore del suo popolo. L’opera educativa di Dio si rivela e si compie in Gesù, il Maestro, e raggiunge dal di dentro il cuore di ogni uomo grazie alla presenza dinamica dello Spirito.

A prendere parte all’opera educativa divina è chiamata la chiesa madre... E così i fedeli laici sono formati dalla chiesa e nella chiesa, in una reciproca comunione e collaborazione di tutti i suoi membri: sacerdoti, religiosi e fedeli laici. I sacerdoti e i religiosi devono aiutare i fedeli laici nella loro formazione. A loro volta, gli stessi fedeli laici possono e devono aiutare i sacerdoti e i religiosi nel loro cammino spirituale e pastorale (CFL 61).

La famiglia cristiana, in quanto chiesa domestica, costituisce una scuola nativa e fondamentale per la formazione della fede.

Le componenti della Famiglia dehoniana hanno un compito analogo: cioè formare i loro membri al proprio stato di vita e al carisma dehoniano (spiritualità e missione), integrando, concretizzando e specificando la formazione, che già hanno ricevuto da altre persone e comunità (CFL 62).

5. La Formazione dei formatori

Essa consiste nel formare coloro che, a loro volta, dovranno essere impegnati nella formazione dei fedeli laici. In particolare, si dovrà giungere a far sì che il laico dehoniano diventi, a sua volta, formatore del laicato dehoniano.

Alcune esigenze. Data l’internazionalità della Famiglia dehoniana, è necessario tenere conto, nella formazione, delle culture locali.

“Autoformazione”: non c’è vera formazione se ciascuno non ne assume la responsabilità.

Ognuno è termine ed insieme principio di formazione. Più veniamo formati e più sentiamo l’esigenza di proseguire la formazione; più veniamo formati e più ci rendiamo capaci di formare gli altri (CFL 63).

IV. Organizzazione del Laicato dehoniano

La forma personale di partecipazione al carisma di p. Dehon costituisce la prima forma e la condizione anche delle forme associative; la forma personale è insostituibile (CFL 28).

Le forme associative di partecipazione si presentano spesso assai diverse fra loro per la diversa origine dei gruppi, per la configurazione esteriore, per i cammini e metodi educativi, i campi operativi. Trovano però le linee di un’ampia e profonda convergenza nella finalità che le anima: partecipazione alla stessa spiritualità dehoniana e alla sua missione nella chiesa.

Va riconosciuta la libertà associativa dei fedeli laici nella chiesa (can 215), anche all’interno della Famiglia dehoniana (CFL 29).

È opportuno che queste associazioni, per la loro diffusione nazionale o anche internazionale, abbiano un riconoscimento ufficiale, un’approvazione esplicita dai competenti Superiori maggiori SCJ: i Superiori provinciali a livello nazionale, il Superiore generale a livello internazionale (CFL 31).

IV. La comunione nella Famiglia dehoniana

Analogamente a quanto avviene nella chiesa fra i tre stati di vita, anche all’interno della Famiglia dehoniana vige la comunione “organica” fra le sue componenti.

“La comunione “organica” nella chiesa è caratterizzata dalla compresenza della diversità e della complementarietà delle vocazioni e condizioni di vita, dei ministeri, dei carismi e delle responsabilità. Grazie a questa diversità e complementarietà ogni fedele laico si trova in relazione con tutto il corpo e ad esso offre il proprio contributo” (CFL 20).

“Nella chiesa-comunione gli stati di vita (sacerdotale, religioso, laicale) sono tra loro così collegati da essere ordinati l’uno all’altro. Certamente comune, anzi unico è il loro significato profondo: quello di essere modalità secondo cui vivere l’eguale dignità cristiana e l’universale vocazione alla santità nella perfezione dell’amore. Sono modalità diverse e complementari, sicché ciascuna di esse ha una sua originalità e inconfondibile fisionomia e nello stesso tempo ciascuna di esse si pone in relazione alle altre e al loro servizio” (CFL 55).

In modo analogo le varie componenti della Famiglia dehoniana, sia nel loro insieme sia ciascuna di esse in rapporto alle altre, sono al servizio della crescita della Famiglia dehoniana nella chiesa. Esse sono modalità diverse di vivere la spiritualità e la missione dehoniana nella chiesa, ma sono profondamente unite tra loro nella “comunione” al carisma di p. Dehon. In tal modo, l’unico e identico carisma di p. Dehon rivela e rivive, nella varietà delle vocazioni, l’infinita ricchezza del mistero del Cuore di Gesù Cristo nella Chiesa per il Mondo.