VITA DELLA CONGREGAZIONE

UNA COMUNITÀ DEHONIANA A LA CAPELLE

NELLA CASA NATALE DEL P. DEHON

Andrea Tessarolo, scj

Il 14 marzo 2000, anniversario della nascita del nostro ven. Fondatore, è stata celebrata la “nascita ufficiale” della nuova comunità dehoniana di La Capelle. “Je suis né le 14 mars 1843”, così iniziano le “Notes sur l’Histoire de ma Vie ” del p. Dehon. E continua : “C’était le mardi de la deuxième semaine de carême, Pâques tombant cette année-là le 16 avril”.

La Capelle: luogo di nascita di Leone Dehon; luogo dei ricordi delle persone a lui più care e delle sue prime esperienze religiose; luogo che gli ricorda le prime intuizioni, ma anche le sofferenze e finalmente le gioie della sua vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata.

Tutto questo ha evocato il p. Umberto Chiarello alla cerimonia dell’erezione canonica della nuova comunità dehoniana di La Capelle.

La Capelle ci fa ricordare anche quanto il p. Dehon ci tenesse alle opere e ai luoghi legati alle origini della Congregazione; e in particolare alla città di S. Quintino, all’Institut St-Jean e alla Maison du Sacré-Coeur. “Je repense beaucoup aux commencement de l’Oeuvre”, scrive in “Notes Quotidiennes” (cahier XLIV, avril 1921, p. 9).

Ma all’inizio del 1925 scrive pure: “J’ai arrangé mes affaires à St-Quentin, j’ai mis St-Jean en actions et j’ai vendu le Sacré-Coeur (= la “Maison du Sacré-Coeur”): Je suis heureux d’être arrivé à la pauvreté” (ibid. XLV, 1925, p. 3). Profondo attaccamento ai luoghi delle origini e, contemporaneamente, totale distacco dalle cose di questo mondo, per essere “più totalmente” di Dio!

“Le recul nous aide à voir plus clair”, ricorda ancora p. Dehon (“La memoria ci aiuta a vedere più chiaro” - NQ, XLIV, 1921, p. 9).

È importante anche per noi, allora, fare un breve cammino di “memoria storica” a proposito dell’acquisto, da parte della Congregazione, della casa natale del p. Dehon e dell’avvio della nuova comunità.

La prima volta che, nei documenti ufficiali, si è parlato di questo problema è stato nella lettera circolare del p. Bressanelli, indirizzata ai Superiori Provinciali il 17 febbraio 1997. “Mi è molto gradito, scrive, comunicarle che ci è stato proposto l’acquisto della casa natale di p. Dehon, situata a La Capelle. La richiesta, anticipata a un nostro confratello a fine dicembre, è stata presa in seria considerazione dal Direttivo generale, e ora viene reso ufficiale tale orientamento... Il sig. Malézieux-Dehon, attento al diritto di prelazione, ci ha gentilmente informato del suo progetto di vendita, proponendoci un prezzo di favore... Noi ci siamo orientati all’acquisto, dato il significato simbolico di questo luogo per tutta la Congregazione”.

Il problema è stato riproposto subito dopo dal XX Capitolo generale (1997), che pure si è pronunciato in favore dell’acquisto (cf. terza mozione, entrata poi esplicitamente anche nel programma del nuovo Direttivo generale, n. 15.3).

In seguito, con la lettera del 15 novembre 1997, il Superiore generale informava dell’acquisto l’intera Congregazione e, con una nuova lettera in data 2 febbraio 1998, suggeriva anche alcuni criteri da seguire, sia nell’elaborazione del progetto locale (chiara presenza religiosa scj; ritorno alle sorgenti del nostro carisma; inserimento nella Chiesa locale), sia nella costituzione della comunità (comunità di almeno 4 persone; spirito internazionale; piuttosto giovane e formata prevalentemente da confratelli dell’Europa). Sollecitava anche contributi dalle varie Province, precisando che il contributo maggiore sarebbe stato quello di “offrirsi e offrire persone per quest’opera”. E veramente quasi subito diversi confratelli si dichiaravano disponibili e interessati. Così già dal 14 marzo 1999 aveva inizio la convivenza di quattro confratelli, tra cui il p. Bernard Radin, della Provincia francese, che ne sarà il primo superiore.

Nel mese di luglio di quello stesso anno 1999 vi trovava ospitalità il primo incontro internazionale di 20 giovani confratelli per un corso di preparazione alla professione perpetua; e finalmente, il 14 marzo di quest’anno 2000, presente il vescovo di Soissons, Marcel Herriot, il vicario generale scj, p. Umberto Chiarello e rappresentanti di diverse altre Province, veniva celebrata la “costituzione”, anche dal punto di vista giuridico, della nuova comunità dehoniana di La Capelle.

L’incontro di luglio 1999 a La Capelle

È stato pensato e programmato come momento forte per una ventina di confratelli nel cammino di preparazione alla professione perpetua. Animatori del corso sono stati i pp. André Perroux, Albert Vander Elst e Joseph Famerée. I temi naturalmente convergevano sulla spiritualità dehoniana e, in particolare: 1. l’esperienza di fede di p. Dehon; 2. la spiritualità dehoniana oggi; 3. la Congregazione a servizio della missione, alla luce del “Noi Congregazione”.

Al termine dell’incontro, facendo la “revisione” delle giornate passate insieme, sono state unanimi le valutazioni positive: “È stata un’esperienza arricchente per tutti, sia per il lavoro fatto, sia per il clima di fraternità, di impegno e di concordia, vissuto in questi giorni... Un’iniziativa positiva per i giovani religiosi, per la comunità di La Capelle e per la stessa Congregazione. Servirà a far crescere in tutti lo spirito del Noi Congregazione al servizio della missione”.

Sono state formulate anche delle proposte operative, in vista di una migliore distribuzione dei mezzi e dei locali a La Capelle, come pure per l’organizzazione generale di tali incontri.

Quanto ai mezzi e ai locali, la casa offre un unico spazio fisico per lo studio, la riflessione e la preghiera. Sarebbe opportuno, invece, distinguere tra mezzi e materiali che riguardano l’abitabilità della casa (stanze, servizi, annessi) e mezzi destinati al lavoro e alle iniziative che si vogliono realizzare nella casa (testi, strumenti di lavoro, ecc...). Rispetto ai primi, possiamo dire che la casa è stata adattata in modo provvisorie e con urgenza, ma in modo sufficiente per questa volta. Ma in prospettiva sarà necessario fare ancora molto perché possa svolgere bene la sua missione (stanze, servizi, sale per lavori di gruppo, aula magna, lavanderia, ecc...); ma sarà necessario dotarla anche di tutti quei mezzi moderni che facilitano il lavoro, come computer con stampanti, fotocopiatrice, lavagne, proiettori per diapositive e traslucidi, ecc...

Di fondamentale importanza, per questo tipo di incontri, sono anche quei testi che servono alla ricerca e alla riflessione, sia personale sia di gruppo. Prima dell’incontro era stato previsto che ognuno dei partecipanti arrivasse a La Capelle con copia dei testi, previsti dai formatori e tradotti o nella propria lingua o in una lingua conosciuta; e questo sia per i testi del p. Dehon, sia per i testi proposti alla riflessione dai formatori. Per diversi motivi questo non sempre è stato fatto. Per il futuro è necessario essere più esigenti in questo.

Per la vita di preghiera è stato seguito un metodo misto, utilizzando tutte le lingue, ma privilegiando quelle conosciute da tutti. Questo sia per i salmi che per le letture e i canti. Ogni giorno presiedeva l’Eucaristia uno dei sacerdoti presenti; come lingua di base era quella del celebrante principale, utilizzando eventualmente la traduzione per le letture e l’omelia. Per i canti e per la recita dei salmi, venne adottato il sussidio in uso presso la Casa generalizia in Roma (“Adveniat Regnum Tuum”). È stato molto utile anche poter disporre di opuscoli in varie lingue per la concelebrazione eucaristica. “Abbiamo percepito come molto arricchente l’integrazione, nella vita di preghiera, tra le varie sensibilità, culture e lingue”.

I giovani religiosi che hanno partecipato a questo incontro hanno inviato “un messaggio” a tutta la Congregazione per esprimere gratitudine ai superiori e ai formatori, che hanno deciso e gestito quest’iniziativa, e per incoraggiare tutti a sostenerla nel prossimo futuro.

Sia i giovani sia i formatori, poi, hanno voluto esprimere la più profonda gratitudine alle Comunità di S. Quintino, Bruxelles e soprattutto La Capelle e a tutta la Provincia dell’Europa Francofona, per la cordialità e la generosa ospitalità che tutti hanno manifestato.

Il significato di questa nuova comunità

Il p. Chiarello lo riassumeva in due punti: “Primo, con l’inaugurazione ufficiale di questa comunità dehoniana, noi oggi realizziamo un desiderio del Fondatore, diamo concretezza a un suo sogno. Finalmente... egli può vedere come la sua casa paterna... diviene oggi casa della Congregazione. Casa dove chiunque verrà in visita, potrà riscoprire le nostre origini”.

In secondo luogo, “la nuova comunità acquisterà sempre più significato man mano che raggiungerà il suoi obiettivi”. E cioè, riscoprire i luoghi dehoniani e il loro significato (“ogni Istituto ci tiene alle sue origini, alla sua culla!”). E inoltre “promuovere il ritorno alla origini della spiritualità dehoniana, accogliendo quanti desiderano accostarsi alle sorgenti”.

I religiosi anziani potranno qui venire per ripercorrere la storia della loro vocazione, rivivendo i ricordi di p. Dehon.

I giovani religiosi, nella preparazione alla professione perpetua, potranno gustare le stesse attrattive che provava il giovane Leone Dehon: “l’attrattiva per l’unione con Nostro Signore, lo zelo per la salvezza delle anime e il bisogno di grazie abbondanti per la mia salvezza” (NHV, I, 35).

I giovani laici dehoniani potranno venire qua a discernere la loro vocazione, illuminati dall’esperienza giovanile di Leone Dehon.

La Capelle non tanto luogo geografico per viaggi turistici, ma “luogo spirituale” dove tutta la Famiglia Dehoniana possa riscoprire le origini del carisma di p. Dehon: ecco il compito di questa nuova comunità, un compito che la renderà veramente significativa per il territorio, per la Chiesa locale, per l’intera Congregazione.