STORIA E MEMORIA

 

P. FRANZ BERNHARD LOH S.C.J.

martire della fede

Bernhard Bothe scj

da "Zeugen für Christus" (“Testimoni di Cristo")

Paderborn 1999

Franz Bernhard Loh, figlio di Enrico e di Maria Schomacker, cattolici praticanti, è nato il 25 febbraio 1879 a Nordhorn, città della bassa Sassonia ed è stato battezzato il giorno dopo dal cappellano Albert Mülder, nella loro parrocchia di Sant'Agostino. Il capoluogo Nordhorn si trova nell'antica contea di Bentheim, nel nordovest della Germania del Nord, vicino al confine con i Paesi Bassi. Franz apparteneva ad una famiglia di artigiani. Il suo bisnonno paterno Bernardo Loh era carpentiere e commerciante in legname: suo nonno, anche lui di nome Bernardo (1801- 1876), era calzolaio e suo padre Enrico Loh (1846-1918) era tintore e anche sacrestano della parrocchia di Sant'Agostino. Così il secondo nome di Franz, cioè "Bernardo", fa parte della tradizione della famiglia. I suoi genitori morirono entrambi a 72 anni, il padre nel 1918 e la madre nel 1924. Sua sorella maggiore Elena (1876-1954) era cuoca d’albergo e collaboratrice parrocchiale. Un fratello più giovane si chiamava ugualmente Bernardo (1885-1957) ed era commerciante. Il fratello minore Giovanni (1892-1915), caporale, cadde nella prima guerra mondiale.

Franz crebbe in una famiglia profondamente cattolica. Ricevette la prima comunione la domenica "in albis" del 1893. Il 7 settembre 1898 fu cresimato dal Vescovo Massimiliano Gereon, conte di Galen. Terminata la scuola dell'obbligo, imparò il mestiere di calzolaio, ma proprio in quegli anni maturò in lui la vocazione alla vita religiosa. Entrò come fratello nel convento domenicano di Venlo, dove esercitò il suo mestiere di calzolaio, ma sentiva sempre di più l'esigenza di diventare sacerdote. E presto si aprì per lui una strada. Il seminario missionario di Sittard (Olanda) dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù lo accolse come vocazione adulta. Qui riprese i suoi studi ginnasiali e iniziò il noviziato che aveva circa 28 anni. Terminato il noviziato, il 25 settembre 1908 emise la prima professione nella Congregazione dei Sacerdoti del S. Cuore. Proseguì gli studi di filosofia e di teologia allo Scolasticato nella città di Lussemburgo, dove il 25 luglio 1913 ricevette l'ordinazione sacerdotale.

Dal 1913 al 1919, Loh svolse il suo ministero pastorale nella parrocchia dello Spirito Santo a Vienna fra gli operai. Durante la prima guerra mondiale, fu arruolato per qualche tempo come operatore sanitario. A seguito della sua nomina a Rettore della casa missionaria di Sittard, lasciò Vienna e tornò in questa casa che diresse dal 1919 al 1922. Ciò che lo distingueva era il suo profondo impegno per la vita religiosa e l'umiltà con la quale compiva il suo dovere senza farsi notare, servendo i confratelli a lui affidati e prendendosi cura di tutti coloro che nella casa missionaria erano ancora in formazione. Egli era un superiore che dava a tutti un vero esempio di vita religiosa vissuta.

E mentre era rettore della casa di Sittard coltivò il desiderio di fondare una casa religiosa anche in Germania. Dopo numerose e vane ricerche, aiutato dal suo confratello Bonifacio Berger (1871-1937), originario dell'Emsland, si presentò una buona occasione in Handrup, presso Lingen. Le trattative con l'autorità civile andarono presto a buon fine. Il permesso ecclesiastico per la fondazione della casa religiosa fu dato il 21.4.1920 dal Vescovo di Osnabrueck mons. Guglielmo Berning. Nel 1921 il p. Loh ne iniziò la costruzione e dal 19 settembre 1922 la diresse come primo Rettore. Il 22.5.1923 arrivarono i primi 25 alunni. In seguito all'inflazione, la maggior parte di loro pagava la retta in natura. Nonostante le molte privazioni esterne, fu un periodo bello e ricco di ideali. Un avvenimento particolarmente gioioso per il Rettore, per la comunità religiosa e per gli abitanti del luogo, fu la consacrazione della chiesa, nel 1927. Dopo una attività durata otto anni come primo Rettore di Handrup (1922-1929), nel 1930 il p. Loh fu richiamato nuovamente come rettore a Sittard. Gli anni venti hanno portato a questa scuola un forte slancio interiore. Nell'anno 1929 essa ottenne anche l'autorizzazione a rilasciare i diplomi di maturità. Di anno in anno cresceva il numero dei novizi. Ma nel frattempo si verificò la grande crisi economica che diede profonde preoccupazioni al Rettore della casa.

Nell'anno 1935 i nazionalsocialisti colpirono con severe restrizioni valutarie gli ordini religiosi cattolici, e tra gli altri anche i Sacerdoti del Sacro Cuore che così molto presto si trovarono sull'orlo della rovina finanziaria. Essi che erano giunti in Germania solo da pochi anni, sono stati colpiti più di altre comunità dal contrasto con l'ideologia del nazionalsocialismo. Tredici i Sacerdoti del Sacro Cuore che sono stati processati e puniti col carcere e con pene pecuniarie. Delle forti ammende inflitte dovettero rendersi responsabili le comunità di Düsseldorf, Handrup, Neustadt, Freiburg, Bendorf e Krefeld, ancora parzialmente indebitate, in quanto sorte di recente.

P. Loh si trova ancor più oberato, quando nel 1932 venne nominato superiore provinciale di Germania, carica che mantenne fino al 1936.

Così egli ebbe anche la responsabilità delle case appena fondate, case che, fiorite nel breve periodo di prosperità economica, si trovarono in quel momento a dover lottare pesantemente per la sopravvivenza. Soprattutto la grande comunità di Sittard fu duramente colpita dalle pesanti ammende pecuniarie tedesche. A seguito delle norme sulla limitazione della libera circolazione del denaro con l'estero, la casa di Sittard finì col trovarsi in una situazione finanziaria sempre più difficile. E poiché tutte le sue risorse si trovavano in Germania, la casa, nella vita quotidiana, fu costretta a sopportare le più grandi privazioni.

Come Provinciale, il p. Loh cercò di salvare quella casa con tutti i mezzi legali. Ma poiché non si poteva più usufruire in alcun modo del denaro proveniente dai lavori della tipografia, a causa dell'atteggiamento ostile della Congregazione verso l’ideologia razzista - per altre scuole all'estero, che non erano tenute da religiosi, ciò era invece possibile - al Provinciale non restò altro modo per salvare quella casa che far pervenire del denaro in modo segreto. In questa azione egli fu sostenuto dai confratelli. Fu per lui una situazione drammatica e soffrì molto per questo dilemma, sentendosi obbligato a un doppio impegno contraddittorio (le norme legali vessatorie e il sostentamento della comunità), oltre al peso della responsabilità che aveva come superiore della Provincia. Le tensioni per questa situazione gli causarono grandi angosce.

Ci fu anche un avvenimento particolarmente felice. Nel 1935 il secondo Superiore Generale della Congregazione, il p. Philippe, fu nominato Vescovo Coadiutore della diocesi del Lussemburgo. E dopo la sua consacrazione vescovile a Roma, egli venne anche a Sittard per ordinare sacerdoti i diaconi della Provincia Tedesca. Ma il giorno dopo, quando i neo sacerdoti avevano appena finito di celebrare la prima santa messa, arrivò in casa una notizia spaventosa. La polizia criminale tedesca aveva scoperto tutto. Un confratello tedesco che lavorava nella tipografia della Comunità e che simpatizzava con i nazionalsocialisti, aveva tradito. Così la polizia, ciò che ancora non si sapeva, era informata di tutto e una qualsiasi soluzione positiva non era più possibile. La gioia della festa si trasformò in agghiacciante terrore. Alcuni confratelli tornarono in Germania, ma la maggior parte - soprattutto i Rettori - rimasero a Sittard. Anche il p. Loh non tornò in Germania. Nell'aprile 1936 ci fu il processo a Krefeld dove quasi tutti i sacerdoti accusati e alcuni già imprigionati furono condannati.

Alla fine il procuratore si occupò di p. Loh che era fuggitivo. Secondo l'opinione del giudice, un tedesco innocente si poteva presentare a qualunque giudice tedesco, senza temere di essere punito. Il procuratore lo condannò a cinque anni di carcere, quattro anni di perdita dell’onore e cinquecentomila marchi di pena sostitutiva. Di questa pena sostitutiva di Loh e degli altri imputati, la responsabilità ricadde sulle comunità dei Sacerdoti del S. Cuore. La condanna fu più mite delle pene che erano state richieste. Il p. Loh dovette scontare tre anni e sei mesi di carcere, quattro anni di perdita dell'onore e 80.000 marchi di pena sostitutiva. A lui fu attribuita anche la colpa della responsabilità finale in quanto Superiore Provinciale, secondo il giudizio del tribunale. In verità, come accadeva in altri processi in quel tempo, la causa principale della condanna era l'intenzione non celata di diffamare gli ordini cattolici in Germania.

Per p. Loh queste condanne, emesse a Krefeld contro i Padri del Sacro Cuore, furono uno choc profondo che non riuscì a superare. Per lui chiaramente esse significavano la rovina della Provincia tedesca della sua Congregazione. Gli anni successivi il p. Loh li visse nella casa religiosa SCJ di Cinqfontaines (Lussemburgo).

Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, gli fu consigliato di recarsi in Nord America, dove i Confratelli tedeschi avevano già fondato numerose case. Ma egli preferì rifugiarsi in un convento di Suore in Lussemburgo. Ma poi anche quel Paese fu invaso dalla guerra, e il 10 dicembre 1940 anche il p. Loh fu scoperto e arrestato. Cominciò così la sua via crucis. In primo luogo fu portato alla prigione di Rheinbach presso Bonn. Dopo qualche tempo fu trasferito nell'infermeria della prigione di Düsseldorf sulla collina di Ulm. Il suo viaggio fino a lì fu compiuto sotto doppia sorveglianza in un treno normale; per lui, che indossava l'abito religioso per cui era riconoscibile, si trovò in una situazione molto umiliante. Di questo egli ha sofferto maggiormente, perché venivano colpiti anche la Chiesa, i Sacerdoti e la sua Congregazione. Si può solo immaginare quanto abbia patito conoscendo la sua grande sensibilità. Egli non superò fisicamente la prigionia. Ma la durezza del carcere, insieme al diabete, ne causò presto la morte. Solo pochi giorni prima, la comunità religiosa era riuscita a sapere dove era detenuto e conoscere le sue serie condizioni di salute. Il suo successore come Superiore Provinciale, Padre Peter Schunck, ottenne il permesso di visitarlo insieme al Rettore della casa di Düsseldorf mentre era in fin di vita. Essi non ebbero il consenso di trattenersi con lui a lungo. Sconvolti, si congedarono da lui con le lacrime agli occhi.

Il p. Loh morì il 20 marzo 1941. Dopo la sua morte, la salma fu restituita ai Confratelli. Il Padre Schunck lo fece rivestire e depositare nella bara con i paramenti rossi. Ne curò anche la tumulazione nella tomba dei Sacerdoti del Sacro Cuore, nel cimitero a sud di Düsseldorf, con una animata partecipazione di confratelli della Provincia Tedesca SCJ. L'allocuzione era stata vietata. Due impiegati della Gestapo sorvegliavano, presso la tomba, che questo divieto venisse rispettato. Regnava un'atmosfera davvero spettrale. I confratelli lasciarono il luogo della sepoltura sconvolti.

Come lo stesso p. Loh poco prima di morire aveva confidato ai suoi confratelli che lo visitarono, egli volle offrire la sua morte in solitudine per le comunità dell'Istituto. Durante tutta la sua vita da religioso egli si era preoccupato della Congregazione. Nella sua lunga sofferenza e nella sua morte per essa realizzò la parola del Signore in modo insuperabile: non esiste un amore più grande che quello di dare la vita per i propri amici (Giovanni 15, 13). Vent'anni dopo la sua morte, gli è stata concessa, come anche a tutti i confratelli condannati insieme a lui, la riabilitazione: il 18.5.1961 è stato assolto con una sentenza conforme alla decisione del tribunale di seconda istanza, a Krefeld.

Così si avvererebbe, per questo martire della fede, ciò che i suoi confratelli hanno scritto: "La nascita è l'inizio della morte, la morte è l'inizio radioso della vita !"