DALLE MISSIONI E DAL MONDO

PER I 250 CATECHISTI DI BASOKO

Savino Palermo scj

La missione di Basoko è stata fondata l'8 gennaio 1902, dopo la missione di San Gabriele (05 dicembre 1897); è stata una delle più grandi missioni dell'Alto Congo.

Oggi è una grande parrocchia con un centinaio di Capelle-Comunità Cattoliche disseminate su di un territorio grande come il Belgio. La popolazione è stimata sui 140.000 abitanti dei quali un terzo sono battezzati cattolici.

Il centro della missione e la parrocchia è a Basoko, alla confluenza dell'Aruwimi con il Congo. La sua vitalità e testimoniata da sempre e ancora oggi dalle sue imponenti costruzioni: la Chiesa St. Marie (inaugurata da Mons. Grison il 15 agosto 1912 ), con il suo campanile a torre quadrata alto 30 m.; la residenza delle Suore Francescane di Maria, FMM (ora adibita a dispensario, ospedale lebbrosario, scuola per ragazze, cucito...); le scuole elementari e secondarie per ragazzi con una capacità di 2000 alunni; delle casette per alloggio di diversi insegnanti; il grande laboratorio di falegnameria; la residenza dei Missionari e una residenza per le Suore (restaurate recentemente).

Un altro centro era Mokaria a 125 km. a ovest di Basoko sulla strada per Bumba. Anche qui si può ammirare la vitalità di questa missione dalle costruzioni missionarie, oggi abbandonate a se stesse. Altri centri importanti a Basoko sono le Capelle-Comunità di Yaila, Basali, Mongandjo.

Basoko ha la sfortuna di essere troppo lontana da Kisangani e resta quasi alla... deriva. Mons. Grison, negli anni di prima evangelizzazione, come pure Mons. Kinsch, durante gli anni dei disordini del 1960-1967, hanno visitato spesso Basoko come pure le altre postazioni secondarie. I grandi viaggi pastorali di Mons. Grison iniziavano da Kisangani per Avakubi fino a Beni-Butembo sempre a piedi e in carovana; durata del viaggio circa 45-50 giorni e terminavano sempre a Basoko, discendendo l'Ituri e l'Aruwimi.

Attualmente Basoko è quasi abbandonata da Kisangani e dal centro dell'arcidiocesi. L'unica via di comunicazione esistente è il grande fiume; l'unico mezzo di trasporto resta la piroga. 280 km di percorso in piroga a remi (non meno di 5-6 giorni); con la piroga a motore (non meno di 10 ore senza sosta) mentre il carburante per questo viaggio, andata e ritorno, resta sempre un grosso problema economico e un'avventura per averlo.

Basoko resta isolata anche oggi perché tutti gli agenti di commercio si sono ritirati a causa dell'insicurezza totale delle persone e dei beni, causa le guerre dette di "liberazione" (1996-1997) e di ribellione o meglio l'invasione (1998) che continua e non si sa quando terminerà…

La missione di Basoko è stata fondata e sviluppata di volta in volta dai missionari SCJ: tedeschi, olandesi, belgi, italiani, brasiliani e polacchi. Attualmente ci sono quattro SCJ: P. Paul Slowik (polacco), superiore; P. Louis-Marie Butari Kayamba (congolese), parroco; P. Salvatore Elcano (spagnolo), economo; P. Zbigniew Kierpek (polacco), missionario itinerante.

Si dedicano ad ogni attività pastorale, molto apprezzata sia dai fedeli cristiani che dalla popolazione pagana, anche perché conoscono molto bene il Lingala e forse anche troppo nelle prediche... Senza dubbio il loro lavoro è immenso e tutti ne sono sovraccarichi.

Fortunatamente, come da sempre, un buon numero di catechisti "benevoli" sono lì ad aiutarli. Ma hanno una preparazione adeguata ? Cosa hanno ricevuto perché possano donare con competenza e chiarezza?

La loro educazione - istruzione generale e anche quella di base elementare è molto povera e durante questi dieci anni l'educazione nazionale, elementare e secondaria, è scesa ancora più in basso.

L'assistenza stessa dei nostri Missionari verso questi generosi collaboratori si riduce, il più delle volte, a delle visite periodiche nei loro villaggi e a qualche giornata trascorsa al Centro, Basoko, per ricevere delle disposizioni, e degli avvisi…

L'Arcivescovado e il Centro di Pastorale di Kisangani, con tutte le loro Commissioni e Organismi, non danno alcun aiuto a Basoko, né materiale né d'incoraggiamento: :nessuna visita, nessun incontro e gli stessi comunicati e le lettere destinate ai fedeli arrivano a Basoko in ritardo, quando il problema è già superato e il più delle volte sono in francese o in swahili per delle comunità (e anche degli agenti pastorali) che non capiscono che il "lingala".

L'ultima volta che Basoko ha ricevuto un'équipe del Centro di Pastorale per qualche giorno di formazione, è stato nel 1991, quando P.Zénon Sendeke era direttore.

Per tutti questi motivi, la Commissione Provinciale Spiritualità e Apostolato SCJ si è sentita in dovere di programmare una serie di sessioni di formazione per i catechisti di Basoko. Si è pensato bene di impostare la formazione su tre grandi linee:

  1. la formazione biblica; il quadro generale geografico e storico del VT e del NT; presentazione di alcuni personaggi della Bibbia e di certe pagine che ricorrono più frequentemente nella catechesi, da distribuire ai catecumeni, o alla comunità nella liturgia del Giorno del Signore.

Poi lettura e commento, pagina per pagina, del Vangelo.

  1. la formazione teologica-catechetica sul Simbolo degli Apostoli e i Sacramenti.
  2. la formazione morale per svegliare anzitutto il senso della coscienza e della responsabilità personale; e in seguito la conoscenza approfondita e pratica del Decalogo.

Tutto questo programma sarà svolto in tre sessioni. Ogni sessione sarà fatta sul posto, durerà una settimana, con un orario giornaliero dalle 6.30 alle 19.00.

Nel mese di febbraio-marzo 2000 si è realizzata la prima sessione, in quattro gruppi di Catechisti: uno a Mokaria, uno a Mongandjo, il terzo e il quarto a Basoko Centro, con un totale complessivo di 247 partecipanti tra i quali una quindicina di mamme. Alcuni ritardatari o"turisti" sono stati rifiutati, a malincuore, ma per necessità.

La maggioranza è stata alloggiata nelle famiglie di parenti; mentre i tre pasti del giorno sono stati preparati dalle mamme legionarie o dalle GEV benevole e consumati alla missione.

A Mokaria e a Mongandjo le riunioni hanno avuto luogo nella cappella, seduti su dei vecchi banchi e con i quaderni appoggiati sulle ginocchia; a Basoko nella grande sala parrocchiale meglio ammobiliata con banchi, sedie, lavagna...

Tutti hanno seguito questa prima sessione con una grande fedeltà all'orario (molto impegnativo) e una diligenza ammirevole, pur essendo delle persone di cultura e di istruzione molto primitiva in quanto nei loro villaggi di brousse, anche per i loro lavori necessari, non sono sottomessi a nessun orario, e a nessuna durata… mentre alla sessione dovevano restare seduti per delle ore, per ascoltare e sforzarsi di capire e prendere delle note... Un lavoro veramente al di fuori e superiore alle loro abitudini quotidiane.

Ma erano contenti e anche fieri; i loro interventi, molto numerosi durante l'esposizione della materia e i dibattiti, hanno mostrato in piena evidenza il loro interesse e la loro partecipazione. Rientrati nei loro rispettivi villaggi, la domenica hanno raccontato alle loro comunità come si era svolta la sessione e si dichiaravano onorati di avervi partecipato e di avere imparato "tante cose" anche di teologia.

Nel frattempo, sessione dopo sessione, diversi problemi, che riguardano i nostri catechisti, sono venuti in evidenza. Eccone alcuni:

  1. Diversi catechisti erano troppo anziani o troppo abituati a un certo modo di fare; è necessario un ricambio, il che non è per niente facile a causa dell'istruzione di base minima, oggi sempre più bassa e acquisita da un numero limitato di persone.
  2. i catechisti , ancora di media età e di buona volontà, hanno bisogno di ricuperare una formazione adeguata al loro lavoro, e che non hanno mai ricevuto. Questa è una necessità grave, urgente e non eludibile, se non vogliamo correre il rischio di "eterodossia" soprattutto nel campo della morale; di cui presento qualche esempio:

In passato, i responsabili ecclesiastici hanno sempre avuto delle difficoltà ad ottenere dai catechisti e dai maestri che vivessero il matrimonio "regolare" dietro minaccia di essere espulsi. Anche attualmente si parla spesso con minacce e sanzioni di rinvio. In ogni caso con quale risultato? quello dell'ipocrisia o della ribellione.

Una grande parte degli errori e della responsabilità in questo campo, si deve a noi, clero. Siamo schietti: quanti catechisti e cattolici, a suo tempo, hanno ricevuti una vera catechesi-educazione al matrimonio e alla vita di famiglia ? Facciamo un'analisi lucida: non hanno ricevuto quasi niente, e quasi mai.

È ciò che si può verificare sia nei nostri manuali di catechismo che nella quantità e qualità del mafundisho in preparazione al battesimo o all'Eucarestia o alla Cresima. Del matrimonio, in queste preparazioni, si parla solo "en passant"…

E ancora in quale parrocchia, anche molto popolata e urbana, si fanno dei corsi in preparazione al matrimonio? E la Commissione per la pastorale famigliare è limitata a chi e a che cosa?

Ecco, a mio parere, il peccato originale del rifiuto e della dilazione del sacramento del matrimonio e della cattiva conoscenza e ignoranza molto grave della natura e del valore del matrimonio in breve, come l'ha voluto il Creatore per tutti gli uomini "fin dall'inizio" come Gesù Cristo lo ha ribadito e san Paolo ci ha dato la mistica...

La saggezza dei nostri vecchi ci è sempre presente per richiamarci : "Nihil volitur quin precognitur"...

Inutile dunque , "minacciare", costringere, sanzionare, fissare una data per "mettersi in ordine".

Dobbiamo ricuperare molto seriamente una catechesi-educazione mancata o fallita... Dobbiamo organizzare una sessione d'informazione e di formazioni per l'utilità anzitutto dei catechisti stessi e per le loro donne. Dopo questo , la regolazione potrebbe essere facile e autentica (con una grande grazia di Dio : nisi Deus det, Mt.19,11).

In ogni sessione tenuta a Basoko, tra i catechisti si è notata la presenza e la partecipazione attiva anche di catechisti-aggiunti, non ancora battezzati: è incredibile, ma è vero! e tutto questo non senza che i catechisti titolari lo sappiano.

Interrogati, rispondono che vogliono essere catechisti, ma quanto al battesimo, domandano di rinviarlo a non si sa quando…

Ecco nella nostra Chiesa un altro caso, raro ma significativo di una certa confusione di idee o mancanza di formazione teologica. Si tratta solo di sincretismo?

Per l'autosostentamento, la maggioranza dei catechisti si arrangiano con il piccolo commercio (soprattutto con materiale classico, nelle vicinanze delle costruzioni scolastiche ) e con la piccola

offerta della questua domenicale. Sono pochi quelli che coltivano i campi, con le loro donne e i loro figli. E questo sarebbe necessario e di buon esempio nel loro villaggio..

La maggior parte dei catechisti della foresta sono "soli e unici" cioè accumulano tutte le responsabilità del mafundisho, della presidenza e dell'animazione della liturgia della domenica del controllo dei gruppi, dei movimenti, ecc.