MARTIRI DI CRISTO

E MEMBRI ATTIVI DELLA CHIESA

Giovanni Paolo II

“Erano uomini e donne di tutte le età e condizioni: sacerdoti diocesani, religiosi, religiose, padri e madri di famiglia, giovani laici. Furono assassinati perché erano cristiani, per la loro fede in Cristo, perché erano membri attivi della Chiesa. Tutti, come risulta dai processi canonici per la loro dichiarazione come martiri, prima di morire perdonarono di cuore i loro carnefici”. Con queste parole Giovanni Paolo II è rivolto ai pellegrini presenti domenica 11 marzo in Piazza San Pietro per la beatificazione di José Aparicio Sanz e di 232 compagni martiri in Spagna (1936-1939). Di seguito i punti nodali dell’omelia del Santo Padre.

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- “Il Signore Gesù Cristo… trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso”. Queste parole di San Paolo, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura della Liturgia odierna, ci ricordano che la nostra vera patria è nei cieli e che Gesù trasfigurerà il nostro corpo mortale in un corpo glorioso.

- È questo il grande mistero per la vita della Chiesa, in quanto non si deve pensare che la trasfigurazione si produrrà solo nell’aldilà, dopo la morte. La vita dei santi e la testimonianza dei martiri c’insegnano che, se la trasfigurazione del corpo avverrà alla fine dei tempi con la risurrezione della carne, quella del cuore ha luogo ora su questa terra.

- Possiamo domandarci: chi sono gli uomini e le donne “trasfigurati”? La risposta è molto bella: sono quelli che seguono Cristo nella sua vita e nella sua morte, s’ispirano a lui e si lasciano inondare dalla grazia che Egli ci dà; sono quelli il cui nutrimento è compiere la volontà del Padre; quelli che si lasciano guidare dallo Spirito; quelli che non antepongono nulla al Regno di Cristo; quelli che amano gli altri fino a versare il proprio sangue per essi; quelli che sono disposti a dare tutto senza esigere nulla in cambio; quelli che, in poche parole, vivono amando e muoiono perdonando.

- Così vissero e morirono José Aparicio Sanz e duecentotrentadue compagni, assassinati durante la terribile persecuzione religiosa che colpì la Spagna negli anni trenta del secolo scorso. Erano uomini e donne di tutte le età e condizioni: sacerdoti diocesani, religiosi, religiose, padri e madri di famiglia, giovani laici. Furono assassinati perché erano cristiani, per la loro fede in Cristo, perché erano membri attivi della Chiesa. Tutti, come risulta dai processi canonici per la loro dichiarazione come martiri, prima di morire perdonarono di cuore ai loro carnefici.

- Le testimonianze che ci sono giunte parlano di persone oneste ed esemplari, il cui martirio ha suggellato vite intessute di lavoro, preghiera e impegno religioso nelle proprie famiglie, parrocchie e congregazioni religiose. Molti di essi godevano già in vita di fama di santità fra i loro concittadini. Si può dire che la loro condotta esemplare fu una preparazione per quella professione suprema della fede che è il martirio.

- Quanti esempi di serenità e di speranza cristiana! Tutti questi nuovi Beati e molti altri martiri anonimi hanno pagato con il proprio sangue l’odio per la fede e per la Chiesa scatenatosi con la persecuzione religiosa e con lo scoppio della guerra civile, quella grande tragedia vissuta in Spagna nel XX secolo. In quegli anni terribili molti sacerdoti, religiosi e laici furono uccisi semplicemente perché erano membri attivi della Chiesa.

- I nuovi Beati che oggi sono elevati agli onori degli altari non erano coinvolti in lotte politiche o ideologiche, non volevano intervenirvi. Come molti di voi, che siete loro familiari e che oggi partecipate con grande gioia a questa beatificazione, sanno bene. Essi morirono solo per motivi religiosi. Ora, con questa solenne proclamazione di martirio, la Chiesa vuole riconoscere in quegli uomini e in quelle donne un esempio di coraggio e costanza nella fede, aiutati dalla grazia di Dio.

- Che il loro ricordo benedetto allontani per sempre dal suolo spagnolo qualsiasi forma di violenza, odio e risentimento! Che tutti, e in particolare i giovani, possano sperimentare la benedizione della pace nella libertà: pace sempre, pace con tutti e per tutti!

- In diverse occasioni ho ricordato la necessità di serbare la memoria dei martiri. La loro testimonianza non deve essere dimenticata. Essi sono la prova più eloquente della verità della fede, che sa conferire un volto umano persino alla morte più violenta.

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Il Papa affida all’intercessione dei nuovi Beati un’intenzione profondamente radicata nel cuore: la fine del terrorismo in Spagna.

“Desidero affidare all’intercessione dei nuovi Beati un’intenzione che portate profondamente radicata nel vostro cuore: la fine del terrorismo in Spagna. Da alcuni decenni siete provati da una serie orrenda di violenze e di omicidi che hanno causato numerose vittime e grandi sofferenze. Alla radice di eventi tanto deplorevoli vi è una logica perversa che bisogna denunciare. Il terrorismo nasce dall’odio e a sua volta lo alimenta, è radicalmente ingiusto e accresce le situazioni di ingiustizia, poiché offende gravemente Dio e la dignità e i diritti delle persone. Con il terrore l’uomo risulta sempre perdente! Nessun motivo, nessuna causa o ideologia lo possono giustificare. Solo la pace edifica i popoli. Il terrore è nemico dell’umanità…” (Giovanni Paolo II, Omelia della Santa Messa di beatificazione, 11 marzo).