OMELIA PER LA FESTA DELLA SANTA TRINITÀ

Léon Dehon

Baptizantes eos in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti

Ecco, miei fratelli, il nome che ha protetto la nostra entrata nella vita cristiana. Ecco il nome glorioso la cui invocazione ci ha aperto le porte della chiesa, il nome il cui potere ha fatto scendere su di noi i tesori dalla grazia, il nome che produce la vita e che la conserva, il nome di tutte le benedizioni, di tutte le iniziative sante, il nome che ci aprirà il cielo è il nome dell'Augusta Trinità.

Quale è dunque, miei fratelli, questo mistero sublime che domina tutta la nostra fede? L'avete cento volte meditato e ne sentite ridire le grandezze in questa festa ogni anno. Vi hanno già mostrato in quali termini Dio ce l'ha rivelato chiaramente dopo averlo appena accennato ai santi dell'antica legge. Vi hanno fatto vedere come la ragione umana può, appoggiandosi sui dati della rivelazione, illuminare solo fino ad un certo punto questo mistero con argomenti probabili e con dei paragoni. Questi sono insegnamenti necessari. Ma preferisco andare più direttamente oggi ad un scopo morale, mostrandovi come questo dogma illumina tutta la nostra fede, come è una delle basi più solide della nostra speranza e come è infine il legame ed il modello della carità. Imploriamo tuttavia, per trattare questo grande argomento, il soccorso dal cielo per intercessione di Maria. Ave Maria.

I.

Il dogma della Trinità illumina tutta la nostra fede di luce accecante. Ci introduce anzitutto nel mistero delle Scritture, che ci svela con un'incomparabile profondità. Al nome sacro del Padre, del Figlio e del Santo Spirito, le Scritture si ammantano di luce. Dovunque difatti, in questi libri sacri, è presente l'indivisibile unità di una sola essenza e di un potere divino e dovunque tuttavia vediamo questo Dio unico prendere tre nomi distinti e tre forme di azione adeguate a questi tre nomi.

Lo vediamo sotto il nome sacro di Padre diventare la sorgente di ogni paternità, di ogni fecondità in cielo e sulla terra. Nel cielo vi è un Figlio che egli genera nell'eterno presente, nell'eterno oggi della sua divinità. È un Verbo che egli concepisce, che produce. Ben presto, all'immagine di questa paternità divina, è una paternità contingente che si dà nella creazione dove lo vediamo prendere il nome di Padre, esercitare le funzioni di Padre, nei confronti di tutti gli esseri che ha creato che nutre e che chiama a Lui, come al focolare paterno, dove essi trovano la loro felicità ed il loro riposo. Questo nome di Padre risuona dolcemente in tutte le pagine delle Scritture, brilla senza tregua agli occhi che non vogliono chiudersi alla sua luce.

Questo Dio unico ci appare anche sotto il nome di Figlio. È chiamato frequentemente con questo nome nelle Scritture, con tutti i caratteri di una personalità distinta da suo Padre. Questo Figlio, i Libri santi ce lo mostrano concepito prima di tutti i tempi, nelle profondità dell'eternità. In che libro delle Scritture non appare questo figlio, questo Verbo divino, questo Saggezza increata che si mostra accanto a suo Padre che agisce con suo Padre e parla di sé e di suo Padre, come di due personalità divine, che possiedono in comune l'unica divinità.

Questo Dio unico ci appare infine nella parola rivelata come Spirito, come amore, come vita divina. Questo Spirito agisce, parla, giudica, insegna, santifica. Questo Spirito procede dal Padre e dal Figlio, è la loro unione, e personalità distinta dagli altri due, ha in Dio un carattere, una nozione tutta speciale e delle attribuzioni che conserva nell'opera divina, nel mezzo della creazione.

L'unità di un solo Dio, la Trinità delle persone, vale a dire il mistero della Santa Trinità, considerata in tutto il suo insieme, questa è la fiaccola che illumina la sacra Scrittura, questa è la chiave che ne apre l'intelligenza e ci fa penetrare in questo augusto santuario dove scopriamo, con un religioso timore, il Dio tre volte santo che regna.

La Trinità brilla in tutti i dogmi cristiani e può, unica, aprircene l'intelligenza. Ci fa comprendere Dio in quell'eternità che ha posseduto prima della creazione, prima di tutte le età. Non era inattivo, non era sterile, non era solo. Era in tre persone e formava una società divina che bastava e sarebbe potuto bastare eternamente alla sua felicità. La Trinità ci socchiude il mistero della creazione. È Dio che esercita, nel tempo, una paternità secondaria. Crea a sua immagine e guardando suo Figlio eterno, questo prototipo, questo modello di ogni cosa, per questo il Figlio produce il mondo. Lo Spirito Santo si libra sul mondo nascente per dagli la vita e la fecondità.

Il mistero dell'incarnazione non trova la sua spiegazione che nella Trinità. È il Padre che dà suo Figlio per rendere al mondo la forma divina che questo mondo aveva perso; è il Figlio che si unisce alla natura umana, e attraverso questa natura (si unisce) a questo universo tutto intero che è stato fatto a sua immagine; è lo Spirito Santo, è lo spirito di amore nel quale il Padre ed il Figlio concepiscono questi disegni di misericordia, unendo il Verbo all'umanità e di conseguenza a tutta la creazione, perché questo Spirito che scende su Maria, questo Spirito, nel quale Gesù Cristo è concepito, è essenzialmente una forza di unione. Meditate finché vi piacerà sull'incarnazione, non potrete penetrare nelle sue profondità senza immergervi nel triplice abisso delle profondità della Trinità.

Che cosa è il mistero della Redenzione, se non l'opera della Trinità? È il Figlio che si unisce al mondo colpevole, e nello spirito di amore, si offre a suo Padre in olocausto per i peccati del mondo.

Che cosa è la chiesa? È la sposa di Gesù Cristo Figlio di Dio; è la figlia del Padre che porta in sé la vita dello Spirito Santo che la ispira.

Che cosa è il Cielo? Ancora e sempre la Santa Trinità. È il Figlio che ha restaurato tutto nello Spirito Santo e che offre eternamente tutto a suo Padre.

La Trinità illumina tutta la scienza divina dunque, la scienza dei misteri, e gli eretici che, in epoche diverse, hanno voluto allontanarsi dalla teologia cristiana di questa Trinità splendente, si sono immersi in un caos di innumerevoli errori che sono le conseguenze uno dell'altro.

In seguito, miei fratelli, se fosse necessario, potremmo considerare ancora come la Trinità è anche la luce della scienza naturale e creata. La divinità non ha potuto produrre le sue opere senza lasciare l'impronta di se stessa. Ne ritroviamo soprattutto le tracce nella famiglia, nella triplicità delle forze fisiche nell'anima umana di cui le tre facoltà sono l'immagine più alla nostra portata di questo augusto mistero. La Trinità, miei fratelli, è la luce della nostra fede e della nostra intelligenza dunque. Offriamo l'omaggio della nostra fede e della nostra riconoscenza a Dio di cui tutta l'essenza è dunque per così dire appropriata alla nostra salvezza eterna, a Dio che ci ha dato questa luce che illumina tutta la nostra fede e che la rende incrollabile nei nostri cuori.

II.

La confessione della Trinità è il più grande atto di fiducia che la creatura possa fare verso Dio. È con questa confessione che entriamo nella chiesa ed è la condizione stessa della nostra adozione divina. “Battezzateli, ha detto Nostro Signore, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". È il primo principio della dottrina cristiana, ed è anche il più sublime. Occorre, come osservava Bourdaloue, che la fede faccia il suo apprendistato con il suo capolavoro, cioè con la confessione di un Dio in tre persone. Appena un bambino ha l'uso della parola, che cosa gli dite? Tre persone ed un solo Dio. È questo il suo primo atto di fede, il principio e la radice della sua giustificazione. È il sommario della nostra fede.

Non si può essere salvati senza la fede e la fede essenziale e necessaria è quella della Trinità. Tutti gli altri misteri, eccetto l'incarnazione del Verbo redentore, non hanno la stessa portata. Si potrebbe ignorarli assolutamente e ci si potrebbe salvare, ma il mistero della Trinità, se l'ignoro, non ho niente da attendere da Dio, mentre se lo credo, io posso sperare tutto.

Ed ecco, miei fratelli, perché la formula di fede che pronunciamo confessando la Trinità, e che è concepita in questi termini, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, è così santa, così augusta, così venerabile nella nostra santa religione. Ecco perché, secondo l'istituzione di Nostro Signore Gesù Cristo, entra in quasi tutti i sacramenti dell'economia della grazia. Perché se siamo rigenerati nel battesimo, è nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; se siamo fortificati dalla grazia della confermazione, è nel nome del Padre, e del Figlio e della Spirito Santo; se i nostri peccati ci sono rimessi con la penitenza, è nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; se siamo consacrati col carattere dell'ordine, è nel nome del Padre e del Figlio e della Spirito Santo; se riceviamo la benedizione dei preti, dei pastori, dei prelati è nel nome del Padre e del Figlio e della Spirito Santo: per insegnarci, ha detto S. Agostino che nel cristianesimo non c'è grazia, né giustificazione che per la fede nella Trinità.

Da ciò viene anche che, seguendo una santa e religiosa tradizione, noi iniziamo tutte le nostre azioni con questa professione di fede; non intraprendiamo nulla, non eseguiamo nulla se prima non abbiamo fatto il segno della croce, con queste parole: nel nome del Padre e del Figlio e della Spirito Santo, riconoscendo che il merito della nostra azione dipende da questo e che senza questa fede tutto ciò che stiamo per fare sarebbe inutile, rigettato da Dio e perso per il cielo; questa pratica ci è stata tramandata dagli apostoli la cui tradizione è costante e i fedeli l'hanno sempre custodita. Rileggete le costituzioni dei vostri re, ed il testamento dei vostri avi e troverete sempre questa invocazione che ne è come il sigillo più sacro nella prima riga: nel nome della santa ed indivisibile Trinità.

È per questo che la chiesa comincia i suoi divini uffici dalla fede del Padre e del Figlio e della Spirito Santo; che tutte le preghiere che invia a Dio sotto forma di domanda esprimono sempre queste tre divine persone; che non canta un salmo, un inno, un cantico senza concluderli con questo; che più di cento volte al giorno ci obbliga, noi che siamo i ministri dei suoi altari, a ripetere questo sacro versetto, gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo perché sa bene che non possiamo dire niente a Dio di più piacevole e che questa preghiera ha maggior virtù e maggior forza di tutte le altre per santificarci.

Ah! se tutte le volte che abbiamo pronunciato queste venerabili parole, Gloria al Padre…, o queste altre, Nel nome del Padre… l'avessimo fatto con rispetto ed affetto, quanti meriti avremmo acquistati davanti a Dio! Questi nomi di Padre, di Figlio, di Spirito Santo sono dei nomi divini, dei nomi di gloria e di maestà, dei nomi terribili per l'inferno. Che dirò io, sono dei nomi ancora più gentili che temibili, dei nomi di salvezza e per ciò stesso più degni dell'attenzione dei nostri spiriti e dei sentimenti affettuosi dei nostri cuori.

In riassunto, il culto della Trinità è tutta l'essenza del culto cristiano. È all'augusta Trinità che offriamo il santo Sacrificio, come lo ridicono le parole della santa liturgia. Tutte le feste dell'anno sono le feste della Santa Trinità. La chiesa le ha dedicato una festa speciale solo molto tardi, nel XIII secolo, per riparare gli oltraggi che facevano gli eretici a questo augusto mistero e per dare ai pastori l'opportunità di esporre al popolo i fondamenti della nostra fede su questo mistero.

Infine, miei fratelli, la confessione di questo mistero è un così solido fondamento alla nostra speranza tanto che il ministro di Dio si servirà di essa quando raccomanderà la vostra anima sul letto di morte, per ottenere la divina misericordia. Signore, dirà, è per un peccatore che imploro la vostra clemenza; non è stato esente dalle debolezze umane; ma, per il resto sapete che ha confessato la vostra augusta Trinità, che ha riconosciuto il Padre, il Figlio e la Spirito Santo. Licet enim peccaverit, tamen Patrem e Filium e Sp. S. non negavit, sed credidit.

Vedete, miei fratelli, come la confessione della Trinità, una confessione rispettosa, confessione religiosa è uno dei più grandi argomenti di fiducia che la creatura possa avere nel suo creatore.

III.

Infine il mistero della Trinità è il legame ed il modello della carità.

Dico anzitutto che ne è il legame, come S. Paolo ce l'insegna. Ah! miei fratelli, diceva agli Efesini, vi scongiuro, io che sono prigioniero per Gesù Cristo, vi scongiuro di amarvi gli uni gli altri, di sopportarvi gli uni gli altri sopportantes invicem in charitate. Abbiate zelo per conservare tra voi questa unità di spirito che è il principio della vera pace, solliciti servare unitatem spiritus in vinculo pacis; perché, aggiunge l'apostolo, avete ricevuto tutti uno stesso battesimo; formate tutti uno stesso corpo che è la chiesa: non è giusto dunque che abbiate ricevuto tutti lo stesso spirito? Unum corpus et unus spiritus, unus Dominus, una fides, unum baptisma.

In questo stesso Dio riconosciamo tutti un Padre di cui siamo tutti figli, un Figlio di cui siamo tutti i fratelli, un Santo Spirito di cui siamo tutti animati. Ora non sarebbe mostruoso se, essendo tutti figli di un stesso Padre, vivessimo insieme come stranieri; che essendo tutti fratelli dello stesso Figlio di Dio, non si vedesse tra noi nessun segno di fraternità; che avendo ricevuto lo stesso Santo Spirito, mostrassimo dei sentimenti così opposti?

Tale era il ragionamento dell'apostolo S. Paolo per convincere gli Efesini: unus Dominus, una fides. Lo riprendeva poi rivolgendosi ai cristiani di Corinto. Mi si riporta dice egli, che ci sono tra voi dei contrasti, degli scismi, delle fazioni. Uno tiene per il partito di Paolo, un altro di Apollo, un altro di Pietro; ma che cosa è tutto questo? È nel nome di Pietro, o nel nome di Paolo che siete stati battezzati? No, è nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo che avete ricevuto il battesimo, tutti nella stessa fede, tutti per la virtù della stessa Trinità. Ora siete impegnati tutti a vivere nello stesso spirito ed in una reciproca carità.

L'unità di fede è il legame più sacro della carità.

La fede di un Dio in tre persone ci presenta inoltre il più perfetto modello di questa carità.

È l'esemplare che c'è proposto. Bisogna amarci come le tre persone della Trinità si amano; come il Padre ama il Figlio, come il Figlio ama il Padre, come il Padre ed il Figlio si amano nella Spirito Santo. È Nostro Signore stesso che ci invita. "Padre mio, diceva, vi offro tutti i miei eletti, tutti i miei fedeli, tutti quelli che mi avete dato da istruire: conservateli per la vostra grazia, affinché siano uno come voi ed io". Che cosa vuole dire e come ci arriveremo a questa perfezione? Il Padre ed il Figlio sono uno stesso Dio nella Trinità. Il Figlio è consustanziale al Padre, quale carità possediamo noi? Ah! risponde S. Agostino, ciò che il Salvatore del mondo ha voluto farci capire è questo che dobbiamo essere uniti perfettamente di cuore e di volontà; che dobbiamo essere, per grazia e per imitazione, ciò che le tre divine persone sono per la necessità del loro essere; che dobbiamo sapere rinunciare ai nostri interessi personali. Come il Figlio di Dio diceva a suo Padre: "Tutto ciò che è mio è vostro e tutto ciò che è vostro è mio", parimenti occorre che siamo pronti a dire ai nostri fratelli: questi beni, che Dio mi ha dato, sono per me per voi, e queste miserie che soffrite sono ugualmente mie e vostre. Come sarebbe ammirevole il cristianesimo se questa carità regnasse! Come sarebbero belle le famiglie se i padri ed i bambini, se i padroni ed i servitori, se il marito e la moglie, se i fratelli e le sorelle avessero tra loro questo perfetto accordo!

Invece troviamo solo divisioni e contraddizioni. Regnano dovunque il capriccio, lo spirito di opposizione, l'ostinazione, le maldicenze, e gli odi che rovinano interamente la carità.

In che termini si sarebbe espresso S. Paolo, fratelli miei, se fosse stato testimone della nostra condotta! Non poteva comprendere che ci fossero dei dissensi tra i fedeli. Perché non sopportate piuttosto, diceva loro, l'ingiuria che ricevete? Al contrario, siete preparati a renderla e ciò tra fratelli, e hoc fratribus!

Mio Dio, avete illuminato, con la rivelazione dell'augusto mistero della vostra Trinità, la nostra fede con i più vivi splendori; ci avete dato nella confessione di questo mistero il più solido fondamento per la nostra speranza. Fate che troviamo anche il legame più solido e l'esempio più travolgente della carità.

Padre onnipotente, che avete formato i nostri cuori e che orientate dove vi piace; Figlio uguale al Padre, ma fatto carne per noi, che ci ha riunito sotto una stessa legge di amore; Spirito Santo che è l'amore sostanziale del Padre e del Figlio e attraverso lui la carità è sparsa nei cuori; Trinità santa, è dal vostro seno che siamo usciti tutti, ed è al vostro seno che volete tutti ricondurci! Uniteci sulla terra, nella fede, nella speranza e nella carità come saremo uniti nell'eternità felice dove ci conduce la vostra grazia. Così sia.