TEOLOGIA E SPIRITUALITÀ
Premessa
1. Perché questo tema? - Perché lincontro del giovane canonico Dehon con lispirazione originaria, dalla quale nascerà, prima, la Congregazione degli Oblati del S. Cuore di Gesù, poi la Famiglia Dehoniana, è avvenuto nella S. Casa di Loreto, luogo storico della Incarnazione. Tralasciando eventuali riserve sulla questione della S. Casa, essa è senza dubbio il luogo che rievoca il grande evento della Annunciazione del Signore. Perciò sul fronte dellaltare, nella S. Casa, anche p. Dehon poté leggere: Hic Verbum caro factum est (qui il Verbo si fece carne).
2. P. Dehon, il 3 aprile 1894, scriverà a p. Falleur, con un accostamento significativo: Qui è nata la Congregazione nel 1877. La lettera, conservata nellArchivio Dehoniano, inizia con la data: Lorette, Près la Santa Casa, mardi 3 avril (1894) (Loreto, presso la Santa Casa ).
3. Perché p. Dehon, a 16 anni dalla sua Professione di primo Oblato del S. Cuore (1878-1894), ha scritto quella riga così precisa e importante? Quale rapporto vedeva tra Qui il Verbo si è fatto carne e Qui è nata la Congregazione, la futura Famiglia Dehoniana?
4. Troveremo la risposta percorrendo il suo cammino vocazionale:
- come persona (fino al 1877),
- come Fondatore e Padre della Famiglia Dehoniana (dal febbraio 1877 al 12 agosto 1925).
Scopriremo le ragioni e la ricchezza di contenuto di questa sua rapida ma intensa rievocazione: qui, nella S. Casa di Loreto, qui dove ha avuto inizio lo straordinario evento dellIncarnazione, qui si trova pure la sorgente carismatica di quella che egli chiamò la Congregazione e che, oggi, noi diciamo la Famiglia Dehoniana.
5. Quanto sia importante riscoprire le sorgenti dellacqua viva dello Spirito, della linfa che alimenta lalbero della Famiglia dehoniana, è evidente: p. Dehon, radice di questa pianta, custodisce la preziosa linfa dello Spirito che lo ha mosso (LG 45 parla di impulso dello Spirito, che sta allinizio di ogni Fondazione) a prendere liniziativa della fondazione di una nuova Congregazione, che si sarebbe sviluppata, in una Famiglia di vocazioni, la Famiglia Dehoniana. Paolo VI, nellimmediato post-concilio, lo diceva con forza: Volete rinnovarvi nello spirito, nella vita, nelle opere, andate ad attingere la linfa alla radice, il Fondatore, il Padre della Famiglia Dehoniana. Nella lettera del 3 aprile 1894, ritornando con emozione a Loreto in un momento particolarmente difficile e doloroso (dal 1889 al 1896 soffrì - sono sue parole - una prova più dolorosa del Consummatum est, cioè la soppressione dellIstituto nel 1883), dopo aver scritto: È qui che è nata la Congregazione nel 1877, aggiunge: Possa la Congregazione ritrovare oggi una nuova vita! Sentiva, anche lui, limportanza di attingere ancora alla sorgente.
Accompagniamo, dunque, questa sua esperienza spirituale, sviluppando il nostro tema in tre parti:
I. Il cammino vocazionale di Leone Dehon:
- come persona
- come Fondatore e Padre della Famiglia Dehoniana
II. La dinamica dellIncarnazione:
- lEcce Venio del Verbo che entra nel mondo
- lEcce Ancilla di Maria che Lo accoglie e Lo dona
III. La dinamica della trasformazione e consacrazione del mondo:
- è sempre lincontro di due Oblazioni
- vocazione e missione dei Laici Dehoniani (LG 34: Così, anche i laici, dovunque santamente operanti, consacrano il mondo a Dio).
I. Il cammino vocazionale di p. Dehon
- come persona
- come Fondatore e Padre della Famiglia Dehoniana
1. Ripercorriamo questo cammino, perché ci fa individuare le linee carismatiche del Progetto che sta allorigine della Famiglia Dehoniana, e ne motiva la presenza e la missione nella Chiesa e nella società di oggi.
E perché, in questo luogo particolare, ci è caro vedere Loreto al centro e alle origini di una storia di fondazione che tutti ci coinvolge.
Comprenderemo meglio, così, quale sia il nucleo vitale della nostra vocazione dehoniana:
- perché, partendo da Loreto, e rientrando nella sua diocesi di Soissons, a S. Quintino, il giovane can. Dehon dice al suo Vescovo di sentirsi chiamato a fondare gli Oblati del S. Cuore;
- perché, quando li avrà fondati, metterà al centro del loro programma di vita ciò che scriverà nel Direttorio Spirituale, sotto il titolo Il dono di sé (n. 8): Nelle parole Ecce Venio - Ecce Ancilla si trovano tutta la nostra vocazione, il nostro scopo, la nostra missione, il nostro impegno spirituale e apostolico.
2. Il cammino vocazionale di Leone Dehon, come persona, va dal Natale 1856 al 1876:
- Natale 1856, Leone ha 13 anni, è entrato nel suo 14° anno; percepisce, chiara e decisa, la vocazione al Sacerdozio.
- 1865, al ritorno dal viaggio in Oriente, che, nellintenzione di suo padre, avrebbe dovuto distrarlo dallidea della vocazione, Leone Dehon, invece, non torna a casa; si ferma a Roma, va da Pio IX, gli confida ciò che sente e il Papa lo invita ad entrare nel Seminario Francese di S. Chiara.
- 19 dicembre 1868, è ordinato Sacerdote nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, presenti i suoi genitori.
- 1871, durante lesperienza come stenografo al Concilio Vaticano I, aveva conosciuto p. DAlzon. Era attratto dal suo progetto di dare unanima cristiana alla cultura. Ma il suo direttore spirituale, p. Freyd, lo esorta a mettersi a disposizione del suo Vescovo, il quale lo nomina vicario (il 7°, lultimo) della Basilica di S. Quintino.
- 1873, una prima svolta che segnerà le scelte future di Leone Dehon: viene designato come direttore spirituale e confessore delle Servantes du S. Coeur, a S. Quintino; primo incontro con Leone Harmel al Congresso delle Associazioni Operaie, a Nantes. Due esperienze, una più spirituale, laltra sociale, che diverranno stimolo alle due componenti centrali del Progetto Dehoniano, come p. Dehon lo descriverà nei suoi Souvenirs, e che ricorderemo più avanti.
- 1876, ritiro di Laon dove il discernimento sulla sua attrattiva alla vita religiosa lo prepara alla prossima tappa: arriva il nuovo Vescovo, Mons. Thibaudier, che lo nomina Segretario dellUfficio Diocesano delle Opere Cattoliche; lo vuole anche ricompensare delle varie iniziative apostoliche e sociali che sta promovendo e lo nomina canonico onorario della cattedrale di Soissons; lo invita con sé nel primo viaggio a Roma e, insieme, passeranno per Loreto.
(NB - Intanto la Fondatrice delle Servantes du S. Coeur pensa a una Congregazione di Sacerdoti accanto alle Servantes; e M. Veronica, con p. Andrea Prévot, ancora nel clero diocesano, sta tentando pure una Congregazione Sacerdotale. Un quadro di avvenimenti nei quali si muove il maturarsi della ispirazione originaria di p. Dehon)
3. Il cammino vocazionale di Leone Dehon come Fondatore e Padre della Famiglia Dehoniana:
- Nel 1873, come si è detto, è cominciato in modo embrionale. Ma è nel febbraio 1877 che, con una intuizione di fede (quella che il Vaticano II chiamerà impulso dello Spirito - LG 45 - e ispirazione originaria - PC 2), il giovane can. Dehon scopre la sua vocazione di Fondatore: Qui, presso la Santa Casa di Loreto.
- Un incontro profondamente mistico con il Mistero dellIncarnazione, letto, oggi si direbbe, in chiave dehoniana. È lui stesso, p. Dehon, che ce lo ricorda e ce lo spiega. Passeranno 17 anni da quel febbraio 1877. P. Dehon aveva già percorso un cammino abbastanza lungo (e accidentato! Il Consummatum est della soppressione dellIstituto, nel 1883; la risurrezione nel marzo 1884; e ora la prova ancor più dolorosa iniziata nel 1889 ).
- Il 3 aprile 1894 egli è di nuovo a Loreto, presso la Santa Casa. Fu provvidenziale anche per noi: senza quello che scrisse allora, forse noi non avremmo saputo niente di quella illuminazione che, a Loreto, nel febbraio 1877, diede limpulso decisivo al can. Dehon per dare inizio agli Oblati del S. Cuore e, da questi, alla Famiglia Dehoniana: Qui, nella Santa Casa di Loreto, è nata la Congregazione nel 1877.
Che cosa era accaduto?
- Nel febbraio 1877, il giovane canonico, trovandosi col suo Vescovo nella S. Casa, mentre già stava coltivando la sua propensione per la vita religiosa, vede scolpite, sopra laltare, le parole che stanno al centro del grandioso evento, del quale è memoria sempre viva questa Santa Casa: Hic Verbum caro Factum Est!
Qui il dono del Padre, che ha tanto amato gli uomini (Gv 3,16) ha preso Carne nel seno verginale di Maria di Nazareth.
La S. Casa è un invito a rivivere lAnnunciazione del Signore, come ci viene descritta da Luca, e quindi il Mistero dellIncarnazione, che storicamente ha preso inizio nellumile Casa di Nazareth.
Ma ciascuno legge il Mistero di Cristo e di Maria, il Mistero dellIncarnazione, alla luce del propriocarisma: poiché questa è la ragione dei carismi che lo Spirito distribuisce, aiutare a cogliere nella Parola di Dio, nel Mistero di Cristo e nei segni dei tempi il profilo di spiritualità e di missione che darà identità alle persone e alle comunità di persone chiamate dallo Spirito a una caratteristica testimonianza evangelica e apostolica.
Ed ecco, come si vedrà dalle scelte del can. Dehon, quale luce invade il suo animo:
QUI il Verbo si è fatto carne. QUI gli inizi della grandiosa storia dellIncarnazione che avrebbe operato la tanto attesa speranza di Redenzione-Riparazione.
Ma come è potuto accadere tutto questo? Con lincontro di due OBLAZIONI:
- Entrando nel mondo il Verbo disse: Ecco io vengo, o Padre, per fare la tua volontà In questa volontà siamo stati tutti santificati (Eb 10,5-10).
- Ma come sarebbe diventata feconda lOblazione del Verbo se non fosse stata accolta dallOblazione di Maria? Ecce Venio - Ecce Ancilla E il Verbo si fece carne
II. La dinamica dellIncarnazione:
- lEcce Venio del Verbo che entra nel mondo
- lEcce Ancilla di Maria, che lo accoglie e lo dona
1. Quando scriverà, per i suoi discepoli, il Direttorio Spirituale, p. Dehon preciserà sul frontespizio: Queste pagine esprimono lo spirito della nostra Opera come lavevamo concepito (ispirazione originaria) fin dagli inizi: 1877-1881. Due date significative: quella di Loreto e della prima stesura delle Costituzioni, a S. Quintino; quella della prima trasmissione (del 1881 sono i quaderni scritti dallallora novizio di p. Dehon, p. Falleur, al quale sarà indirizzata la lettera da Loreto, del 3 aprile 1894).
E, nelle prime pagine del Direttorio, al n. 8, p. Dehon dirà subito che la vocazione dehoniana si compendia nel dono di sé sul modello dellEcce Venio - Ecce Ancilla: Nelle parole Ecce Venio - Ecce Ancilla si trovano tutta la nostra vocazione, il nostro scopo, la nostra missione.
Come nellincontro delle due Oblazioni, del Verbo e di Maria, si è attuata lIncarnazione, principio della storia della salvezza, così nellincontro della nostra Oblazione (dono di sé), per Amore, con quella incessante del Cuore di Cristo avremmo attuata la nostra caratteristica vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo.
2. Quello che era avvenuto a Loreto, nel febbraio 1877, si manifesta chiaramente nelle iniziative che il can. Dehon prende al suo ritorno a S. Quintino e dalle sue stesse parole:
- Nella prima domenica dopo la Pasqua di quellanno 1877, nellomelia che egli ci tramanda nelle sue Memorie (NHV, VII, p. 13), rievoca le emozioni così dolci che gli aveva lasciato il recente pellegrinaggio a Loreto: Avevo celebrato allaltare dellAngelo (dellAnnunciazione), allaltare dellAve Maria .
- E al suo vescovo, Mons. Thibaudier, dice di sentirsi chiamato a fondare la Congregazione degli OBLATI del S. Cuore; nome che gli sarà sempre caro e che esprimeva, per lui, quella ispirazione originaria che aveva colta nella contemplazione del Mistero dellIncarnazione, frutto delle due Oblazioni. Ed egli cercherà di riavere quel nome, che il decreto del S. Officio gli aveva tolto nel 1883. Non vi riuscirà. Ma limportanza emblematica di quel nome, per lui, appare, ad es., anche quando, nel 1891, darà al Thesaurus (raccolta di preghiere della Congregazione) il titolo: Thesaurus dei Sacerdoti-Oblati del S. Cuore.
- Il 13 luglio 1877, Mons. Thibaudier darà il suo consenso al can. Dehon perché dia inizio alla Congregazione degli Oblati del S. Cuore, in un Collegio per leducazione cristiana della gioventù, il San Giovanni, di S. Quintino. E là, il 28 giugno 1878, Festa del S. Cuore, p. Dehon emetterà la sua Professione Religiosa come primo Oblato del S. Cuore, esprimendo la propria comunione con lOblazione del Verbo e di Maria attraverso il Patto dAmore (il suo Assistente generale, p. Philippe, lo troverà tra le carte di p. Dehon dopo la sua morte, il 12 agosto 1925).
3. Quanto fosse viva lintuizione avuta a Loreto, nel febbraio 1877, lo si può leggere anche nelle sue Memorie (NHV). P. Dehon cominciò a scriverle nel marzo del 1886. Rievoca con particolari accenti la coincidenza tra il suo Battesimo e la Festa dellAnnunciazione: Sono stato battezzato il 24 marzo (1843) Erano i primi Vespri della Festa dellAnnunciazione. Fui felice, più tardi, di unire il ricordo del mio Battesimo a quello dellEcce Venio di Nostro Signore, e ho attinto una grande fiducia in questo accostamento. LEcce Venio del Cuore di Gesù ha protetto e benedetto il mio ingresso nella vita cristiana Vi scorgo unattenzione della Provvidenza in vista della mia vocazione attuale di Prete-Ostia (Oblato), Sacerdote Oblato del Cuore di Gesù.
4. Da Loreto (febbraio 1877), a S. Quintino, a Roma, nei Paesi di missione, fino agli ultimi anni, a Bruxelles, dove, nel gennaio 1925, compendia la sua fedele Oblazione sancita dal Patto dAmore. Nellultimo quaderno del suo Diario (Notes Quotidiennes), il n. 45, scrive: Lideale della mia vita, il voto che formulavo tra le lacrime nella mia gioventù, era dessere missionario e martire. Mi sembra che questo voto si è compiuto. Missionario lo sono attraverso i 100 missionari e più che ho in tutte le parti del mondo. Martire lo sono per il seguito dato da Nostro Signore al mio voto di vittima (Patto dAmore), soprattutto negli anni 1878-1884, fino al Consummatum est.
P. Dehon ci ha dato lesempio: Nelle parole, negli atteggiamenti dellEcce Venio, dellEcce Ancilla, nella generosa disponibilità del dono di sé, per amore a Dio e ai fratelli, sta tutta la nostra vocazione e missione.
Egli ce ne presenta una sintesi completa, come una incarnazione storica e feconda dei suoi ideali quando, nel 1912, scrive per noi i suoi Souvenirs, che considera il suo testamento spirituale. Traccia il programma di apostolato, che la sua generosa disponibilità gli ha permesso di realizzare e che lascia in eredità ai suoi figli: Due grandi iniziative - dice - quella di condurre Sacerdoti e fedeli al Cuore di Gesù per offrirgli adorazione e amore; e quella di promuovere, tra il popolo, il regno della giustizia e della carità cristiana.
Come è noto, dando inizio alla Rivista della Congregazione, nel 1889, p. Dehon sceglieva un titolo che dava evidenza a questa duplice prospettiva: Il Regno del Cuore di Gesù nelle Anime e nelle Società.
Questo prolungamento apostolico, missionario dellIncarnazione, che p. Dehon ha realizzato, con la generosa oblazione di tutta la sua vita, ci introduce nelle prospettive aperte alla Chiesa nella società e nel mondo di oggi, dal Vaticano II, alla recente Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II allaprirsi del nuovo Millennio.
III. La dinamica della trasformazione e consacrazione del mondo:
- è sempre lincontro di due Oblazioni
- missione dei Laici Cristiani nel mondo
1. La lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte (Epifania 2001) parte dalle celebrazioni giubilari dellIncarnazione, per esortarci a lasciarci coinvolgere nel movimento dellIncarnazione (n. 2), che il Papa vede concretamente nel radicarsi della Chiesa nel tempo e nello spazio.
È un pressante invito a tutta la comunità ecclesiale ad entrare nella storia, al modo del Verbo, che sincarna nella storia dellumanità con lardente desiderio di attuare il progetto del Padre: Ecce Venio, per fare, o Dio, la tua volontà. E la comunità ecclesiale lo accoglie al modo di Maria, nellAnnunciazione: Ecce Ancilla Domini, si compia in me la Tua Parola.
Il Mistero dellIncarnazione, fonte del grande disegno della Riparazione voluto dallAmore misericordioso del Padre, passa sempre nella storia attraverso lincontro delle due Oblazioni, che ha illuminato il giovane can. Dehon nella S. Casa di Loreto: quando allEcce Venio del Verbo risponde lEcce Ancilla di Maria, della comunità cristiana, lIncarnazione diviene Redenzione del mondo. Questo Papa ce lo ricorda: ha cominciato con la sua prima enciclica, nel 1978 (Redemptor Hominis, il Cristo Redentore delluomo); ha sollecitata una sempre più ampia apertura missionaria (Redemptoris Missio, del 1990), esortando tutti i cristiani a condividere la missione del Redentore nel mondo contemporaneo.
2. Ora, in questa Lettera Apostolica che ci introduce nel terzo millennio, il Papa riprende il tema centrale del Vaticano II: la realtà dinamica della Chiesa-comunione, nella quale tutte le vocazioni devono essere valorizzate come componenti attive della missione della Chiesa nel mondo. E, tra queste, viene sottolineata lattualità e lurgenza della partecipazione dei Laici.
Bisognerà aver presente il n. 46, al quale unire il n. 47 sulla pastorale della Famiglia. Troviamo, qui, una conclusione efficace e concreta alla rievocazione dellesperienza spirituale e apostolica di p. Dehon, da lui stesso evidenziata, con la lettera del 3 aprile 1894, e che lo guidò nella fondazione degli Oblati del S. Cuore, della futura Famiglia Dehoniana. In questo movimento dellIncarnazione troviamo la dinamica della vocazione e missione dei dehoniani nella Chiesa e nel mondo.
Nel n. 46 il Papa richiama limportanza della varietà delle vocazioni e insiste perché vi sia nella comunità cristiana la capacità di fare spazio a tutti i doni dello Spirito: È necessario - scrive il Papa - che la Chiesa del Terzo Millennio stimoli tutti i battezzati e cresimati a prendere coscienza della propria attiva responsabilità nella vita e nella missione ecclesiale In questo contesto prende tutto il suo rilievo ogni vocazione radicata nella vita nuova ricevuta nel Battesimo. In particolare sarà da riscoprire sempre meglio la vocazione che è propria dei Laici, chiamati come tali a cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole a Dio (LG 31); e a svolgere i compiti propri nella Chiesa e nel mondo con la loro azione di evangelizzazione e la santificazione del mondo (Decr. sullApostolato dei Laici, n. 2).
Aggiunge il S. Padre: In questa linea, grande importanza riveste il dovere di promuovere le varie realtà aggregative, sia nelle forme tradizionali, sia in quelle nuove di movimenti ecclesiali.
E al n. 47: Unattenzione speciale deve essere assicurata alla pastorale della Famiglia tanto più necessaria in un momento storico come il presente, che sta registrando una crisi diffusa e radicata di questa fondamentale istituzione.
Non vi sembra che da questa S. Casa di Nazareth, prima chiesa domestica, debba prendere impulso nuovo la nostra collaborazione per restaurare i valori cristiani e sociali, nella comunità umana, a partire dalla pastorale della Famiglia?
Conclusione
Riprendendo lispirazione originaria di p. Dehon, illuminata dallincontro con la S. Casa di Loreto nel febbraio 1877, dobbiamo ricordare che la spiritualità dehoniana, tuttavia, non è solo e genericamente una spiritualità dellIncarnazione; ma una spiritualità che lo Spirito ha condotto alla radice del Mistero dellIncarnazione. Ciò che il can. Dehon ha ben compreso, sotto limpulso dello Spirito, è che senza lECCE VENIO del Verbo e senza lECCE ANCILLA di Maria, il Mistero dellIncarnazione non avrebbe avuto inizio per la storia della salvezza.
P. Dehon ha dunque compreso che alla radice dellIncarnazione sta una spiritualità di Oblazione, animata dallAmore capace di farsi dono per attuare, nella storia, il disegno riparatore del Padre.
La ricchezza di questa intuizione dehoniana trova la migliore e più autorevole conferma proprio nel c. 4° di LG, che tratta dei Laici nella missione della Chiesa. Una missione centrata nella partecipazione di tutti i consacrati dallo Spirito alla triplice missione (sacerdotale-profetica-regale) del Verbo fatto carne, il Cristo. Il n. 34 di LG è la splendida pagina costitutiva della missione di Laici che si lasciano coinvolgere dal movimento dellIncarnazione, fin nella radice del loro essere e del loro progetto di vita, unendosi, cioè, secondo il profilo dehoniano, allEcce Venio e allEcce Ancilla di Maria: Ad essi, infatti - dice il n. 34 di LG - (il sommo ed eterno Sacerdote Gesù Cristo), che intimamente li congiunge alla sua vita e alla sua missione, concede anche parte del suo ufficio sacerdotale per esercitare un culto spirituale, affinché sia glorificato Dio e gli uomini siano salvati.
Perciò i Laici, essendo dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, sono in modo mirabile chiamati e abilitati per produrre sempre più copiosi i frutti dello Spirito. Infatti, tutte le loro opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e ancor più le molestie della vita se sono sopportate con pazienza, diventano spirituali sacrifici graditi a Dio per Gesù Cristo (cf. 1Pt 2,5).
E queste cose, nella celebrazione dellEucaristia, sono piissimamente offerte al Padre insieme allOblazione del Corpo del Signore.
Così, anche i Laici, in quanto adoratori dovunque santamente operanti, consacrano a Dio il Mondo stesso!
Questa luminosa conclusione dimostra, al massimo livello, quale sia la fecondità spirituale e apostolica duna vita in comunione con lOblazione del Signore, e quindi, duna autentica vocazione-missione dehoniana vissuta nel mondo, trasformando, così, ogni realtà quotidiana in spirituale sacrificio gradito a Dio e fonte di salvezza, di consacrazione del mondo stesso a Dio.
È questa la caratteristica missione dei Laici cristiani, come ci ricordava, con LG 31, la Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte, al n. 46, e che LG 33 completa con queste eloquenti espressioni: I Laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per mezzo loro.
Perciò il cap. IV sui Laici, nella LG, conclude con le celebri parole della Lettera a Diogneto: Ciò che è lanima nel corpo, questo siano i cristiani nel mondo!
I Laici Dehoniani, attingendo alle sorgenti dellispirazione, che ha illuminato e guidato lOpera di p. Dehon, e quindi vivendo in comunione con lEcce Venio di Gesù e lEcce Ancilla di Maria, faranno di Cristo il Cuore del Mondo.
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P. Oliviero Giuseppe Girardi scj (Provincia Italiana Settentrionale), già Consigliere generale (1967-1979) e Procuratore generale (1979-1998), è attualmente Postulatore generale della nostra Congregazione (dal 1981). Dal 1963 ha accompagnato il cammino dei Laici dehoniani, a cominciare dallapostolato della riparazione a Bologna, e in seguito a livello internazionale dalla curia generalizia.
1. NellArchivio Dehoniano si conserva la lettera che il giovane can. Dehon scriveva da Notre Dame de Lorette, le 14 février 1877. La lettera è indirizzata a un amico sacerdote che, dal contesto, appare come suo collaboratore nella cura del Patronato S. Giuseppe, al quale il Dehon aveva dedicato tanto impegno fin dal 1872 (cfr. G. Manzoni, Leone Dehon e il suo messaggio, pp. 189ss). Scrive, infatti, richiamando con forti sentimenti i nostri giovani: Oggi, (14 febbraio 1877) è (la visita a) Nostra Signora di Loreto. Ho celebrato la S. Messa nella Casa della Santa Famiglia Il pensiero dei nostri giovani mi accompagna dovunque. Ho chiesto a Gesù adolescente, che è vissuto in questo santuario, di formarli a sua somiglianza.
2. Chi vuol conoscere questa prova ancor più dolorosa del Consummatum est, ne trova la descrizione al cap. 16 della citata biografia scritta da p. Manzoni (pp. 301-327); e, con più ampia documentazione, nella positio sulla fama di santità e le virtù di p. Dehon (vol. I, Biografia documentata, cap. IX, pp. 168-247). Si tratta di tre questioni che facevano ostacolo alla Causa di beatificazione di p. Dehon e che il Processo Addizionale di Soissons (1958-1961) ha pienamente risolte, accrescendo anzi la stima e la venerazione per la sua persona e le sue virtù.