In Canada and America: Selections from Father Dehon's Diary
by P.J. McGuire (US)


 
 

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NOTES QUOTIDIENNES

 Notebook XXVII
1910

Winnipeg, St. Boniface

Arriving in Winnipeg on the 16th, I am going to spend three days with Archbishop Langevin of St. Boniface. Winnipeg and St. Boniface (16) are actually two parts of the same city which were joined together as one. Bishop Langevin is the soul of human kindness. Even though he was busy with preparations for the reception of the Papal delegate, he put himself completely at our disposal. His residence is large and all the priests of the diocese are made to feel welcome there. Just as the Sulpicians are the feudal lords of old Canada, the Oblates are a powerful presence in the west.

The vicar general of Ottawa was kind enough to show us around. There was also an elderly retired missionary living there. At 92 years old, he had seen the beginning of Winnipeg when there were a hundred people living off trapping in the marshland. For a long time he ministered among the Indians, enduring great hardships and privation which didn't prevent him from reaching a ripe old age. Nowadays Winnipeg (17) has a population of 160,000. At the confluence of the Red River and the Assiniboine, it has become a large and beautiful city with broad avenues and stately homes. It's the capital of Manitoba. I also met a missionary priest from the Yukon who was cheerfully preparing to go back to his land of snow and ice where he ministers to some gold prospectors.

St. Boniface is on the right bank of the Red River; the French and the Catholics prefer to live on that side. That's where you'll find the big gothic cathedral, the bishop's residence, the seminary, the Jesuit high school, the orphanage, the hospital and other charitable works. On the St. Boniface side the street names are in French, (18) in Winnipeg they are in English.

A nice park stretches along the Assiniboine. Winnipeg is an Americanized city, with industrial plants, sawmills, foundries, imposing banks and elegant homes. St. Boniface has a neighborhood of half-breeds, good Catholics who have joined together in a confraternity.

The Visit of the Papal Delegate

The 18th is the big day when the Papal Delegate is going to visit St. Boniface. To welcome him, everything was done in a lavish American fashion. Not only were the church and its surroundings decked out with garlands, but the bridge was decorated with triumphal arches. The archbishop even dreamt up something new: a cavalcade of cars. There were 150 of them; many were borrowed, the rest were rented for twenty francs each. They were parked all around the railroad station where a crowd (19) of several thousand people were waiting for the cardinal. When he arrived, they broke out into cheers. He got into the car reserved for him, the others followed carrying the guests, priests and distinguished laymen. I took my place along side the venerable 92 year old missionary. The procession was endless. The route had been laid out so that it would take the delegate back and forth across the nicest avenues and past the Catholic institutions, the maternity home and St. Mary's Academy.

Everyone got out at the cathedral. After a short service the delegate went nearby to bless the cornerstone of the Ukrainian seminary. It should be noted that the Ukrainians are pouring into Canada and America; I was told that there are more than 100,000 of them and they don't have any priests. (20) This should help remedy the situation.

After the ceremony a grand gala dinner was held. The governor was there with the judges and administrators. I sat near Monsignor Léga, the dean of the rota, and a Catholic judge. He leaned over and made this personal remark: "I've heard that families in France don't have very many children anymore; when you get back there, tell them that you sat next to a judge who already has fifteen of them." Bishop Langevin offered the toasts in French and English.

That evening there was a reception at the governor's place. The Cardinal Delegate mingled with Protestants and Free Masons, but it didn't matter; we're in America. My thoughts went back to the Ukrainians. There are 35,000 of them in Manitoba. Three Basilians and three Redemptorists have changed over to their rite and are taking care of them. (21) They have a few students in the minor seminary.

After the reception I set out across the great plains. It takes a full day to go from Winnipeg to Alberta, an endless open country without trees or flowers. The Grand Trunk Pacific Railway connects the East with the West; it moves over 400,000 railroad cars. At the stations there are huge grain elevators and lumber yards; in the distance, ponds, wild geese, some Indian villages with huts of bark or skins. In Alberta there are groves of poplars, birch and spruce. On the left, a large buffalo preserve; on the right I see Wainwright; that is home. 


IN CANADA E IN AMERICA: SCELTA DI BRANI DAL DIARIO DI P. DEHON

A cura di P.J. Mcguire (Us)

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NOTES QUOTIDIENNES

Quaderno XXVII

1910

 Winnipeg, St. Boniface

Arrivato a Winnipeg il 16, passo tre giorni con l'arcivescovo Langevin di St. Boniface. Winnipeg e St. Boniface (16) sono un tutt'uno. Sono due quartieri della stessa città. Mons. Langevin è l'amabilità in persona. Anche se occupatissimo per i preparativi dell'accoglienza del Legato, si dona tutto a noi. Il vescovado è ampio e i preti della diocesi vi trovano facilmente ospitalità. Come i Sulpiziani sono dei veri signori feudali nel vecchio Canada, così gli Oblati sono molto potenti in tutto l'Ovest.

Il vicario generale di Ottawa ha la cortesia di accompagnarci in giro. C'è anche un vecchio missionario a riposo. Ha 92 anni. Ha visto gli inizi di Winnipeg. C'erano 100 abitanti e vivevano di caccia nelle paludi. Ha evangelizzato a lungo gli Indiani e ha sopportato tante fatiche e privazioni che non gli hanno impedito di arrivare alla sua età.

Winnipeg conta (17) ora 160.000 abitanti. È situata alla confluenza del Fiume Rosso e dell'Assiniboine. Si sta sviluppando e sta diventando sempre più bella con le sue ampie strade e le ricche residenze. È la capitale del Manitoba.

Incontro qui anche un Padre missionario dello Yukon che sta partendo allegramente per il suo paese di nevi e di ghiacci dove evangelizza alcuni cercatori d'oro.

St. Boniface è sulla riva destra del Fiume Rosso. I francesi e i cattolici abitano di preferenza in questo quartiere. Si possono vedere la cattedrale, grande chiesa ogivale, l'arcivescovado, il seminario, il collegio dei Gesuiti, un orfanotrofio, un ospedale e altre opere. Nel quartiere St. Boniface, il nome delle strade è in francese; (18) a Winnipeg sono in inglese.

Un bel parco si estende lungo l'Assiniboine. Winnipeg è come una città americana, con i suoi insediamenti industriali, segherie, mulini, fonderie, grandi banche ed eleganti residenze.

St. Boniface ha un quartieri di meticci, buoni cattolici e associati in confraternite.
 
 

Visita del Legato Pontificio

Il 18 è il gran giorno della visita del Legato Pontificio a St. Boniface. Per riceverlo, si faranno le cose in grande, all'americana. Non sola la chiesa e le sue adiacenze sono ornate di ghirlande, ma anche il ponte ha i suoi archi di trionfo. L'arcivescovo ha pensato ad una novità: una sfilata di automobili. Ce ne sono 150. Molte sono prestate, altre sono prese a noleggio per 20 franchi l'una. Sono tutte in fila davanti alla stazione, dove una folla (19) di diverse migliaia di persone attende il cardinale. Egli arriva, lo acclamano. Sale sull'automobile che gli è destinata; le altre automobili seguono con a bordo gli invitati, preti e laici più in vista. Io prendo posto con il venerando missionario di 92 anni. La sfilata è interminabile. Il tracciato è stato studiato per fare vedere e rivedere al Legato le più belle strade della città e le opere cattoliche, l'ospizio della Maternità, l'Accademia S. Maria.

Tutti scendono alla cattedrale. Dopo una breve cerimonia, il Legato benedice, presso la chiesa, la prima pietra di un seminario Ucraino. Bisogna dire che gli Ucraini stanno invadendo il Canada e l'America; sono più di 100.000, si dice, e non hanno preti. (20). Si cerca di porvi rimedio.

Dopo la cerimonia, vi è il grande pranzo di gala. È presente il governatore con i magistrati e gli amministratori. Io sono vicino a Mons. Léga, decano della Rota e a un magistrato cattolico. Quest'ultimo mi fa una riflessione caratteristica: "Mi dicono che le famiglie francesi non hanno ormai quasi più figli. Voi potrete raccontare che avete pranzato con un magistrato che ne ha quindici".

Mons. Langevin pronuncia dei brindisi in francese e in inglese. Alla sera il ricevimento è dal governatore. Il Cardinal Legato sarà vicino a protestanti e frammassoni; tutto normale, siamo in America.

Ritorniamo agli Ucraini. Sono 35.000 nel Manitoba. Tre basiliani e tre redentoristi, passati al loro rito, se ne prendono cura. (21) Hanno degli allievi nel seminario minore.

Alla sera parto per la grande pianura. Ci vuole un giorno di viaggio da Winnipeg ad Alberta: pianura sconfinata, senza alberi e senza fiori. La ferrovia del grande Tronco pacifico collega est e ovest. Vi è un movimento di 400.000 vagoni. Alle stazioni, grandi trasportatori di grano e grandi magazzini di legname (lumber); in lontananza si vedono stagni, anatre selvatiche, alcuni villaggi indiani dalle capanne coperte di scorze d'alberi o di pelli. Nell'Alberta, boschetti di pioppi, di betulle, abeti. A sinistra, la grande riserva dei buffali; a destra vedo Wainwrite, sono a casa (22).


No Canadá e na América: excertos escolhidos do Diário de p. Dehon

P. J. Mcguire (US)

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NOTES QUOTIDIENNES
caderno XXVII
1910

Winnipeg, São Bonifácio

Chegando em Winnipeg no dia 16, passo três dias com o arcebispo D. Langevin de São Bonifácio. Winnipeg e São Bonifácio (16) fazem um todo. São dois bairros da mesma cidade. D. Langevin é a amabilidade em pessoa. Embora muito ocupado com os preparativos da recepção ao Legado Pontifício, se dedica totalmente a nós. A casa do bispo é ampla e os sacerdotes da diocese facilmente encontram ali hospitalidade. Como os Sulpicianos são verdadeiros senhores feudais no velho Canadá, assim os Oblatos são muito mais fortes em todo o Oeste.
 
 

O vigário geral de Ottawa teve a gentileza de acompanhar-nos em passeio. Está aqui, descansando, um velho missionário. Tem 92 anos. Viu o começo de Winnipeg. Eram 100 habitantes e viviam de caça nos banhados. Por longo tempo, evangelizou os Índios e suportou muitíssimas fadigas e privações. Mas tudo isso não o impediu de chegar a essa idade.

Winnipeg conta agora ( 17) com 160.000 habitantes. Está situada na confluência do Rio Rosso e Assiniboine. Está-se desenvolvendo bastante e torna-se cada vez mais bonita com suas amplas ruas e ricas residências. É a capital de Manitoba.

Encontro aqui também um missionário de Yukon, que está partindo alegremente para o seu país de neve e gelo, onde evangeliza alguns garimpeiros.

São Bonifácio está à margem direita do rio Rosso. Os franceses e católicos moram de preferência nesse bairro. Vêem-se a catedral, grande igreja ogival, o arcebispado, o seminário, o colégio dos Jesuítas, um orfanato, um hospital e outras obras. No bairro São Bonifácio, o nome das ruas é em francês; (18), em Winnipeg, em inglês.

Um belo parque se estende ao longo do Assiniboine. Winnipeg é como uma cidade americana, com suas indústrias, serrarias, moinhos, fundições, grandes bancos e elegantes residências. São Bonifácio tem um bairro de mestiços, bons católicos e associados em confrarias.

Visita do Legado Pontifício

Dia 18 é o grande dia da visita do Legado Pontifício a São Bonifácio. Para recebê-lo, se farão as coisas em grande estilo, em estilo americano. Não só a igreja e suas adjacências estão enfeitadas de guirlandas, mas também a ponte e seus arcos de triunfo. O arcebispo pensou numa novidade: um desfile de carros. São 150. Uns foram emprestados, outros alugados por 20 francos. Estão todos em fila diante da estação, onde uma multidão (19), milhares de pessoas, esperam o cardeal. Ele chega, o aclamam. Sobe no carro que lhe é destinado; os outros carros acompanham , levando os convidados, sacerdotes e leigos mais ilustres. Eu pego um lugar junto com o venerando missionário de 92 anos. O desfile é interminável. O itinerário foi pensado para que o Legado pudesse ver e rever as mais belas ruas da cidade e as obras católicas, a Maternidade, a Academia Santa Maria.

Todos descem na catedral. Depois de breve cerimônia, o Legado Pontifício benze, perto da igreja, a pedra fundamental do seminário ucraíno. É preciso dizer que os ucraínos estão invadindo o Canadá e a América. São mais de 100.000 , dizem, e não têm sacerdotes ( 20). Procura-se resolver o problema.

Depois da bênção, o almoço solene. Está presente o governador com os magistrados e administradores. Eu fico perto de D. Léga, decano da Rota, e de um magistrado católico. Esse me faz uma reflexão caraterística: "Dizem-me que as famílias francesas quase não têm mais filhos. Pode dizer que almoçou ao lado de um magistrado que tem quinze".

D. Langevin fez os brindes em francês e em inglês. À noite, a recepção será na casa do governador. O Cardeal Legado estará ao lado de protestantes e maçons; tudo normal, estamos na América.

Voltemos aos ucraínos. São 35.000 em Manitoba. Três basilianos e três redentoristas passaram para o rito deles e são seus pastores ( 21). Têm alunos no seminário menor.

À tarde, parto para a grande planície. Gasta-se um dia de viagem de Winnipeg a Alberta: planície imensa, sem árvores e sem flores. O grande tronco do Pacífico da estrada de ferro liga o leste com o oeste. Há aqui um movimento de 400.000 vagões. Nas estações, grandes transportadores de grãos e grandes depósitos de madeira; ao longe vêem-se lagoas, patos selvagens, algumas vilas de índios com cabanas cobertas com folhas de árvores ou peles. Em Alberta, bosques de álamos, de bétulas e de abetos. À esquerda, a grande reserva de búfalos; à direita, vejo Wainwrite, estou em casa.