A Century Ago

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P. DEHON E LA RERUM NOVARUM

Il 6 settembre dell'anno 1888, p. Dehon, venuto a Roma per ringraziare Leone XIII del Decreto di lode dato alla sua Congregazione, aveva ricevuto dal papa la missione di predicare le sue encicliche, accogliendo con grande entusiasmo l'invito: ´Predicate le mie enciclicheª, per la sua sensibilità verso la questione sociale.

P. Dehon aveva già fondato alcune opere come cappellano della basilica di S. Quintino: il Patronato S. Giuseppe e il Collegio S. Giovanni (1871-78); dal 1878 al 1888 era stato assorbito dalla direzione del Collegio S. Giovanni e dalle vicende della nascita, morte, risurrezione e sviluppo della sua Congregazione.

Questa missione caratterizzerà l'apostolato di p. Dehon fino alla morte di Leone XIII (1903). In risposta all'invito del papa, p. Dehon fonda la rivista Il Regno del Cuore di Gesù nelle anime e nelle società nel gennaio del 1889.

Nei primi anni del Règne..., esattamente dal 1889 al 1894, domina nella rivista una concezione piuttosto spiritualista e moralista della vita e della società: è una rivista molto schematica ed intellettuale. Dal 1894, invece, si inserirà nel tessuto sociale vero, quello della gente comune, con le sue aspirazioni, le sue fatiche, le sue gioie e i suoi dolori quotidiani.

Questa seconda visione più complessa della realtà sociale, è riscontrabile negli articoli di p. Dehon, pubblicati sul Règne..., ed è favorita dall'enciclica Rerum novarum (15 maggio 1891) come anche dal fatto che, nel 1893, mons. Duval l'ha chiamato a presiedere i lavori della commissione di studi sociali della diocesi di Soisson. Da allora l'analisi di p. Dehon si concentra sui problemi sociali più importanti del tempo e diventa sempre più realistica, specialmente riguardo ai mezzi concreti da scegliere, secondo le varie situazioni.

Gli studi e le iniziative concrete suscitate dalla Rerum novarum spingono p. Dehon ad incoraggiare il movimento sociale, condividendo sempre più la condizione e la situazione degli operai, facendo propri i loro bisogni, sostenendo la giustizia nei diritti anche di fronte ai padroni e, nella misura del possibile, in armonia con i suoi doveri di sacerdote, partecipando allo stesso lavoro manuale degli operai. Allora l'evangelizzazione sarà più aderente alle reali esigenze del proletariato, allora avverrà una concreta inculturazione del vangelo.

Sono proposte audaci che p. Dehon condivide con grande equilibrio affermando l'amore al lavoro manuale, sostenendone la dignità facendone anche personalmente l'esperienza, salvaguardando le giuste esigenze del sacerdozio e dell'apostolato.

Abitualmente p. Dehon scriveva le cronache e gli editoriali della rivista. È proprio nella cronaca del luglio del 1891 che l'enciclica di Leone XIII Rerum novarum è presentata come ´uno dei più grandi eventi del secolo, una sintesi magnifica di tutti gli studi fatti fin qui sulla crisi sociale moderna e i suoi rimedi...ª; e ancora nell'editoriale del dicembre 1891 la stessa enciclica viene salutata come ´il più grande avvenimento del secolo e l'aurora del secolo che sorgeª.

La sensibilità sociale di p. Dehon, che è molto chiara in tanti altri suoi interventi, può essere sintetizzata nelle parole: ´Andate al popoloª per educarlo ai suoi diritti e ai suoi doveri.

Per realizzare ciò, suscita dei collaboratori laici, mobilita e sensibilizza le classi dirigenti ai doveri cristiani dell'imprenditore, suscita negli operai il bisogno di essere apostoli fra i loro compagni: vuole che i lavoratori siano i protagonisti delle loro giuste rivendicazioni e nella conquista del loro diritti.

Ritenendo che lo Stato debba intervenire con una opportuna legislazione sociale, p. Dehon affermerà che ´ogni tentativo di riforma sociale al di fuori del cristianesimo sprofonderà nell'egoismo e nel dominio della forza. Le nazioni oscilleranno tra la tirannia di uno solo e l'oligarchia...ª.

´Non c'è riforma sociale pratica il cui germe non sia contenuto nel Vangelo. Il secolo XX farà dei tentativi disastrosi e ritornerà al Vangelo per non perire nell'anarchiaª.

Così p. Dehon scriveva all'inizio del XX secolo con un tono piuttosto integralista, che si spiega per il contesto anticlericale della cultura e del potere del suo tempo. Ripensando alle guerre, alle rivoluzioni, alle dittature, alle conquiste democratiche e all'evoluzione del mondo del lavoro, possiamo affermare che p. Dehon è stato veramente un profeta.

Antonio Cuomo (IM)


FR. DEHON AND RERUM NOVARUM

On September 6, 1888, Fr. Dehon came to Rome in order to thank Pope Leo XIII for the Decree of Praise given to his Congregation. Because of his sensitivity toward social matters, he had received from the pope the mission to preach the latter’s encyclicals. He welcomed with great enthusiasm the pope’s invitation: "Preach my encyclicals." Fr. Dehon was already involved in a number of works. He worked as a chaplain of the Basilica of St. Quintin; founded the Patronage of St. Joseph and St. John College. From 1878 to 1888, he had been absorbed by the direction of St. John College and by the circumstances of the birth, death, resurrection, and development of his Congregation.

This papal mission would characterize the apostolate of Fr. Dehon until the death of Pope Leo XIII in 1903. As a response to the pope’s invitation, Fr. Dehon founded the magazine, The Kingdom of the Heart of Jesus in Souls and in Societies, in January of 1889. In the first years of The Kingdom..., exactly from 1889 to 1894, a rather spiritualistic and moralistic conception of life and society dominated it. It became a very schematic and an intellectual magazine. From 1894, however, it was inserted into the true social fabric of the common people, with their aspirations, their works, their joys and their daily pains.

This rather complex second vision of the social reality was found in the articles of Fr. Dehon, published in The Kingdom…, and it was encouraged by the encyclical Rerum Novarum (May 15, 1891) and by the fact that, in 1893, Msgr. Duval had called him to be in charge of the works of the Commission of Social Studies in the Diocese of Soisson. Since then the analysis of Fr. Dehon was focused on the more important social problems of his time and became more and more realistic, especially regarding the concrete means of choice according to differing situations.

The studies and the concrete initiatives stirred up by Rerum Novarum pushed Fr. Dehon to encourage the social movement:  Sharing more and more the condition and the situation of the workers, attending to their needs, promoting justice before their masters, and in harmony with his duties as a priest, participating in the same manual job of the workers. Through these efforts, an evangelization would be more coherent to the real demands of the proletariat and an inculturation of the Gospel would take place. These were bold propositions that Fr. Dehon shared with great equilibrium, affirming the love of manual work and sustaining its dignity by doing and experiencing it personally. These things have safeguarded the right demands of the priesthood and the apostolate.

Habitually, Fr. Dehon wrote the chronicles and the editorials of the magazine. It was in the chronicle of July 1891 that Pope Leo XIII’s encyclical Rerum Novarum was presented as "one of the greatest events of the century, a magnificent synthesis of all the studies done until now on the modern social crisis and its remedies…", and again in the editorial of December 1891, the same encyclical was greeted as "the greatest event of the century and the dawn of the century that rises."

The social sensitivity of Fr. Dehon, which appeared clear in his many interventions, can be synthesized in these words: "Go to the people in order to educate them to their rights and their duties." In order to realize this: he enlisted the help of some lay collaborators; he mobilized and sensitized the ruling classes to their Christian duties as entrepreneurs; he aroused in workers the need to be apostles among their companions. He wanted workers to be the protagonists of their rightful claims and in the conquest of their rights.

Retaining that the State had to intervene with an opportune social legislation, Fr. Dehon would affirm that "every attempt of social reform outside Christianity will sink into egoism and dominion of force. The nations will oscillate between the tyranny of one person and the oligarchy… There is no practical social reform whose seed is not contained in the Gospel. The 20th century will make some disastrous attempts and will return to the Gospel in order not to perish in the anarchy."

Fr. Dehon wrote at the beginning of the 20th century with a rather integralist tone, which explained the anti-clerical context of the culture and power of his time. Considering the wars, the revolutions, the dictatorships, the democratic conquests and the evolution of the world of work, we can affirm that Fr. Dehon was indeed a prophet.

Antonio Cuomo (IM) 


EL P. DEHON Y LA RERUM NOVARUM

El 6 de Septiembre de 1888, el P. Dehon vino a Roma para agradecer al Papa León XIII por el Decreto de Alabanza dado a su Congregación. Debido a su sensibilidad sobre la materia social, había recibido del papa la misión de predicar las últimas encíclicas. Dehon recibió con gran entusiasmo la invitación del papa: "Predique mis encíclicas." El P. Dehon estaba ya envuelto en varias actividades. Trabajaba como capellán de la Basílica de San Quintín; fundó el Patronato de San José y el Colegio San Juan. Desde 1878 hasta 1888, había sido absorbido por la dirección del colegio San Juan y por las circunstancias del nacimiento, muerte, resurrección y desarrollo de su Congregación.

Esta misión papal caracterizaría el apostolado del P. Dehon hasta la muerte del Papa León XIII en 1903. Como respuesta a la invitación del papa, el P. Dehon fundó la revista, El Reino del Corazón de Jesús en las Almas y en las Sociedades, en Enero de 1889. En los primeros años de  El Reino..., exactamente desde 1889 hasta 1894, una corriente espiritual y moral de concepción de la vida y la sociedad la dominaba. Llegó a ser una revista muy esquemática e intelectual. Desde 1894, sin embargo,  estaba insertada dentro de la realidad social de la gente común, con sus aspiraciones, sus tareas, sus diversiones y sus penas diarias.

Esta, compleja, segunda visión de la realidad se encontraba en los artículos del P. Dehon, publicados en El Reino…, y fue reforzada por la encíclica Rerum Novarum (Mayo 15, 1891) y por el hecho de que, en 1893, Mons. Duval lo había llamado para encargarlo de los trabajos de la Comisión de Estudios Sociales en la Diócesis de Soisson. Desde entonces, el análisis del P. Dehon se enfocó en los problemas sociales más importantes de su tiempo y llegó a ser más y más realista, especialmente en lo que se refiere a los significados concretos de las opciones de acuerdo con las diferentes situaciones.

Los estudios y las iniciativas concretas expuestas por la Rerum Novarum impulsaron al P. Dehon a reforzar el movimiento social:  Participando más y más en la condición y la situación de los obreros, atendiendo sus necesidades, promoviendo la justicia ante sus patronos, y, en armonía con sus deberes como sacerdote, participando en el mismo trabajo manual de los obreros. A través de estos esfuerzos, una evangelización sería más coherente para las demandas reales del proletariado y una inculturación del Evangelio se podría llevar a cabo. Estas serían las grandes propuestas que el P. Dehon buscaría con gran equilibrio, afirmando el gusto del trabajo manual y sustentando su dignidad haciéndolo y experimentándolo personalmente. Estas cosas han salvaguardado las justas demandas del sacerdocio y el apostolado.

Habitualmente, el P. Dehon escribía las crónicas u los editoriales de la revista. Fue en la crónica de Julio de 1891 que presentó la encíclica del Papa León XIII, Rerum Novarum, como "uno de las más grandes eventos del siglo, una magnífica síntesis de todos los estudios hechos hasta ahora sobre la moderna crisis social y sus remedios…", y otra vez en el editorial de Diciembre de 1891, la misma encíclica fue saludada como  "el mayor evento del siglo y  la base del siglo que levanta."

La sensibilidad social del P. Dehon, que aparecía claramente en sus muchas intervenciones, puede sintetizarse en estas palabras: "Ir al pueblo para educarlo en sus derechos y sus deberes." Para realizar esto: alistó la ayuda de algunos laicos colaboradores; movilizó y sensibilizó las clases dominantes en sus deberes cristianos como intérpretes; despertó en los obreros la necesidad de ser apóstoles entre sus compañeros. Solicitó a los obreros que fueran los protagonistas de sus reclamos de justicia y en la conquista de sus derechos.

Manteniendo que el Estado tenía que intervenir con una legislación social oportuna, el P. Dehon afirmaría que "cualquier intento de reforma social fuera del cristianismo pecará de egoísmo y dominio de la fuerza. Las naciones oscilarán entre la tiranía de una persona y la oligarquía… No hay una reforma social práctica cuyas bases no estén contenidas en el Evangelio. El siglo XX creará algunos desastrosos intentos y retornará al Evangelio para no perecer en la anarquía."

El P.  Dehon escribió a principios del siglo XX con un fuerte tono integrista, que se explica en el contexto anti-clerical de la cultura y el poder de su tiempo. Considerando las guerras, las revoluciones, las dictaduras, las conquistas democráticas y la revolución del mundo del trabajo, podemos afirmar que el P. Dehon era una especie de profeta.

Antonio Como (IM) 


Padre Dehon e a Rerum Novarum

No dia 6 de setembro de 1888, p. Dehon veio a Roma agradecer Leão XIII o Decreto de Louvor dado à sua Congregação. Na ocasião, recebeu do Papa a missão de divulgar as suas encíclicas. Com grande entusiasmo acolheu o convite: "Pregai as minhas encíclicas", porque possuía uma grande sensibilidade pela questão social.

P. Dehon tinha já fundado algumas obras como vigário paroquial da basílica de São Quintino: o Patronato São José e o Colégio São João ( 1871-1878); de 1878 a 1888, estava muito ocupado com a direção do Colégio São João e com os acontecimentos do nascimento, morte, ressurreição e desenvolvimento de sua Congregação.

Essa missão caraterizará o apostolado de p. Dehon até a morte de Leão XIII ( 1903). Em resposta ao convite do Papa, p. Dehon funda a revista O reino do Coração de Jesus nas almas e nas sociedades, em janeiro de 1889.

Nos primeiros anos do Reino… exatamente de 1889 a 1894, predomina na revista uma concepção acentuadamente espiritualista e moralista da vida e da sociedade: è uma revista muito esquemática e intelectual. A partir de 1894, ao contrário, se insere, de verdade, na realidade social do povo, com suas aspirações, seus trabalhos, suas alegrias e seus sofrimentos diários.

Essa segunda visão mais complexa da realidade social encontra-se nos artigos de p. Dehon, publicados no Reino… e è encorajada pela encíclica Rerum Novarum ( 15 de maio de 1891) como também pelo fato que, em 1893, D. Duval o chama para presidir os trabalhos da comissão de estudos sociais da diocese de Soisson. Desde então, a análise de P. Dehon se concentra nos problemas sociais mais importantes do tempo e se torna sempre mais realista, especialmente em relação aos meios concretos a serem escolhidos, segundo as situações diversas.

Os estudos e as iniciativas concretas suscitadas pela Rerum Novarum levam p. Dehon a encorajar o movimento social: partilha sempre mais a condição e a situação dos operários; faz suas as necessidades deles; apoia a defesa de seus direitos, mesmo diante dos patrões; e, na medida do possível, em harmonia com seus deveres de sacerdote, participa do próprio trabalho manual dos operários. Assim a evangelização será mais inserida nas reais exigências do proletariado; assim acontecerá uma concreta inculturação do evangelho.

São audazes propostas que p. Dehon partilha com grande equilíbrio: revela o amor ao trabalho manual, afirma sua dignidade, ao fazer também pessoalmente a sua experiência, e salvaguarda sempre as justas exigências do sacerdócio e do apostolado.

Habitualmente, p. Dehon escrevia as crônicas e os editoriais da revista. Justamente na crônica de julho de 1891 , a encíclica de Leão XIII, Rerum Novarum è apresentada como "um dos maiores acontecimentos do século, uma síntese magnífica de todos os estudos feitos até então sobre a crise social moderna e seus remédios.."; e de novo, no editorial de dezembro de 1891, a mesma encíclica è saudada como "o maior acontecimento do século e da aurora do século que surge."

A sensibilidade social de p. Dehon, que è muito clara em muitos outros momentos, pode ser sintetizada com estas palavras: "Ide ao povo para educá-lo a respeito de seus direitos e seus deveres."

Para realizar isso, convoca colaboradores leigos, mobiliza e sensibiliza as classes dirigentes em relação aos deveres cristãos do empresário, suscita nos operários a necessidade de ser apóstolos entre seus companheiros: quer que os trabalhadores sejam protagonistas de suas justas reivindicações e da conquista de seus direitos.

P. Dehon defendia a idéia que o Estado devia intervir com uma oportuna legislação social e afirma que "toda tentativa de reforma social fora do cristianismo se afundará no egoísmo e no domínio da força. As nações vacilarão entre a tirania de um só e a oligarquia…Não há reforma social prática cujo germe não esteja no Evangelho. O século XX fará tentativas desastrosas e voltará ao evangelho para não perecer na anarquia."

Assim, p. Dehon escrevia no início do século XX, com um tom acentuamente integralista, que se explica pelo contexto anticlerical da cultura e do poder de seu tempo. Pensando nas guerras, nas revoluções, nas ditaduras, nas conquistas democráticas e na evolução do mundo do trabalho, podemos afirmar que p. Dehon foi, de fato, um profeta.

Antonio Como (IM)