CONGREGAZIONE DEI SACERDOTI DEL S. CUORE DI GESU'
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Capitolo Generale Comunicato stampa n. 10 - 28 maggio 1997

S. Emilio, martire. Il Capitolo fa gli auguri all'Economo Generale e si guadagna certamente il gelato. Non so altro. "Time is money", è lo slogan che sembra guidare anche i lavori del Capitolo. Mille lire sono state messe in premio per l'intervento più sintetico. Può passare alla cassa, per il momento, il P. Chiarello Accettando di occuparsi del Progetto Globale, i Capitolari hanno dimostrato grande senso di responsabilità e di amore per i Confratelli perché si sono fatti carico di un lavoro molto impegnativo. E si sono messi al lavoro tutti, naturalmente anche i due che si erano detti contrari e quello che si era astenuto. I gruppi sono invitati a formulare per ogni questione due o al massimo tre scelte prioritarie che siano operative, compatibili con la situazione attuale dell'Istituto, ma anche significative e cioè coraggiose. Sono stati indicati anche i criteri ispiranti delle loro scelte e ci sembrano degni di nota: il Sint Unum; la fedeltà al Vangelo, al carisma e ai segni dei tempi; la nuova evangelizzazione con al centro la carità; l'inculturazione per un arricchimento vicendevole, una testimonianza più credibile e l'efficacia nel rispondere alle sfide. I segretari di gruppo debbono stilare un rapporto in dieci righe per la comunicazione in sala: si stanno facendo veramente onore e mi stupisco che non si siano costituiti premi a concorso anche per loro. Ma lavora sodo anche il Comitato di presidenza che, tra le altre cose, promuove e guida i necessari lavori di sintesi; naturalmente questo è un lavoro notturno e, per non allungare il martirologio (visto che agli operatori per la giustizia, bisognerebbe aggiungere anche i fedeli amministratori), i gruppi di lavoro si alternano.

A seguito dell'esposizione dei lavori dei gruppi, nell'ultima sessione di ieri (27/5/97) grande spazio ha occupato il discorso sul Governo. Un Progetto Globale potrebbe comportare anche una revisione delle strutture attuali di governo a tutti i livelli. Ci è sembrata logica perciò la proposta di un gruppo (inglese-spagnolo) di discutere questa materia dopo aver elaborato il Progetto. Si è discusso sul numero dei Consiglieri (4-6). Sembrerebbe suggerirlo l'attuale espansione dell'Istituto che potrebbe essere configurata in sei aree geografiche: America del Sud, Africa, Asia, Europa dell'Est, Europa del Nord, Europa del Sud e Nord America. Ci diranno poi in aula il perché di questo ultimo abbinamento: forse per il gran numero di immigrati da quelle regioni in Nord America? A queste zone sarebbe rapportato il numero dei Consiglieri, designandone uno per ogni area ma non è necessario che provenga dalla stessa area. Se l'esperienza ha voce in capitolo (e qui ci siamo) vale la pena riferire quanto hanno da dire i Consiglieri in carica. P. Panteghni aveva già incrementato i contatti con Provincie e regioni; P. Bressanelli ci ha aggiunto del suo e inoltre sono aumentate Provincie, Regioni e Missioni (Filippine, India). Il P. Adriano Borst che aveva votato due volte contro l'aumento del numero dei Consiglieri (nell'85 e nel 91), si è convertito. Ma si associano anche P. Carlo Alberto, P. Cassidy e P. Chiarello, quest'ultimo catapultato dalla beata pace del Noviziato IS-IM. Sembra veramente che lavorare stanca. Del resto, uno stile di governo che voglia tenere in conto soprattutto l'animazione, si fa osservare, richiede presenza (e spesso anche un interprete, aggiunge l'Adriano). Non abbiamo approfondito la questione (ci è sembrato indiscreto), ma non abbiamo avuto sentore di accuse di presenzialismo (come a volte si sente dire del Papa), ma dobbiamo essere concreti: in pochissime situazioni il Supriore Generale va per chiedere, molto più spesso va per dare, in tutti i sensi. E poi sapete che sono sotto tiro le Commissioni (non ho scritto i componenti delle Commissioni). Chi metterà mano a questi problemi? Il Capitolo? Il Governo Generale? Un Comitato "ad hoc" nominato da chi? Ne sarete informati a suo tempo.

Nella giornata odierna (28 maggio), i gruppi linguistici hanno continuato a lavorare sugli altri quattro temi:
- La Missione e le missioni,
- Condivisione, comunione, collaborazione,
- Formazione,
- Impegno sociale.

I gruppi hanno già fatta la loro relazione in aula e abbiamo sentito cose eccellenti dai bravi segretari. Questi gruppi conviene nominarli una volta tanto:
- francese-spagnolo,
- inglese-spagnolo,
- inglese-francese,
- italiano-francese,
- francese-italiano (sic!),
- portoghese-spagnolo,
- inglese-italiano,
- italiano e altri.

Potete immaginare quante idee (operative, possibili, significative e...coraggiose) sono capaci di esprimere questi 8 gruppi su quattro argomenti. Alcuni cirenei (volenterosi e capaci) si sono già messi all'opera per fare la sintesi e la completeranno questa notte. Perché poi vanno fatte le traduzioni in tre lingue: italiano, francese, inglese. Quando parliamo di sintesi non vorremmo essere fraintesi: non si butta a mare niente di quello che i gruppi hanno espresso; si tratta bensì di operare le convergenze (capita, a volte, che due o tre gruppi riescano a fare la stessa proposta [!], nonostante tutta la diversità che ci arricchisce!). Ve ne parleremo quindi domani.

In margine al Capitolo, ieri sera 27/5/97, si è riunito il gruppo "africano": 14 missionari, 2 consiglieri regionali, il Provinciale IS e un traduttore. Alcune informazioni sullo Zaire dove si prospetta una nuova dittatura con Kabila perché non si vedono segni di democrazia. Nella zona di Kisangani regna una certa calma ma ci sono seri problemi di approviggionamento. Qui si spera di poter riaprire le scuole in settembre/ottobre 97. Il corso di filosofia è consorziato per tre Congregazioni e dispone di un buon numero di professori. Ma che ne sarà? La teologia, come si sa, è in Cameroun che è stato preferito al Sud Africa per la presenza di una buona équipe di formatori e un buon centro studi. Su questo argomento sono state espresse opinioni non collimanti nel corso dei lavori del Capitolo che sta trattando il problema della formazione ma ve ne informeremo a tempo opportuno. Risalta l'interesse che pongono alla formazione che aveva suggerito anche l'idea di una Ratio Formationis africana, poi abbandonata. Ci sono stati due incontri dei formatori: il primo a Maputo (Mozambico) e il secondo a febbraio '97 in Cameroun. Hanno discusso soprattutto sull'inculturazione della vita comunitaria. Un altro grosso problema è la formazione dei fratelli che sembra sia molto difficile. È un problema che merita attenzione e studio per arrivare a criteri comuni e a soluzioni pratiche accettabili. Quale iter formativo si deve far seguire a loro? E a che punto del loro iter formativo? Il prossimo incontro dovrebbe essere in Sud Africa, probabilmente a metà ottobre 1998 o a gennaio 1999. Il tema è interessante: possibilità di un linguaggio che esprima la nostra spiritualità per l'Africa. Ci sarà un questionario sulle tre espressioni che sintetizzano il nostro carisma: Sint Unum
- Ecce venio
- Adveniat regnum tuum

La grande sfida in Africa è la visione del mondo e della storia. Come risponde la Chiesa e l'Istituto? Sono necessari percorsi di inculturazione. Si prospettano riunioni a livello di continente almeno una volta all'anno.

Saverio Di Paola