CONGREGAZIONE DEI SACERDOTI DEL S. CUORE DI GESU'
Via Casale s. Pio V, 20165 Roma

Comunicato n. 5 del 20 maggio 1997

La Famiglia Dehoniana nella valutazione dei gruppi linguistici. Quesito proposto: Come incrementare e migliorare la Famiglia Dehoniana già presente nella Congregazione - Orientamenti, prospettive, strutture? I laici non hanno fatto gruppo a sé, come forse era previsto; si sono inseriti nei vari gruppi che hanno avuto così modo di ricevere direttamente il loro apporto nella riflessione. Tranne qualche perplessità, sembra che la denominazione "Famiglia Dehoniana" per adesso è la migliore. Essa può includere anche i professi SCJ. Non è presente in tutte le Provincie e Regioni, ma dobbiamo rispondere a chi bussa, favorendo lo sviluppo senza voler troppo controllare e imporre strutture. Se viviamo la nostra identità, questo può "infiammare" i laici. Ma è chiara in tutti i gruppi la volontà di non precipitarsi a forme istituzionali: lasciamo sentir loro la libertà di sviluppare la loro identità. Qualcuno, che possiede già una realtà che gli cresce sotto gli occhi, dice che dal centro dovrebbe essere già possibile affermare alcune cose, alcune linee generali unificanti, punti di non ritorno, tanto quanto è necessario per tracciare un cammino che, da un sentiero, può anche diventare una grande strada. Criteri di appartenenza: il riferimento ispirante al carisma dehoniano, scoperto, riflettuto, pregato, vissuto; un certo iter di formazione, seppure diversificato; quello che si sta facendo attualmente in alcune Provincie, può essere di aiuto alle altre; l'arrivo graduale a una forma di riconoscimento ufficiale. Non ce lo saremmo aspettato, ma c'è anche questa esigenza: la dichiarazione delle virtù eroiche di P. Dehon può essere occasione per intensificare il nostro invito a condividere il nostro carisma, ma stiamo attenti a non fare un idolo di P. Dehon: puntiamo a Gesù, al Sacro Cuore. E l'incontro internazionale, ormai previsto per il 1998, non si trasformi in una cattedra sulla quale salgono ad insegnare gli SCJ: diamo voce ai differenti gruppi perché ci dicano quello che realmente si sentono di essere e quello che si aspettano da noi. Si può constatare, anche nella discussione che è seguita alla lettura dei risultati della discussione nei gruppi linguistici, che il discernimento e i criteri di appartenenza impegnerà molto il prossimo Incontro Internazionale. Il rappresentante dei laici dehoniani dell'America Latina ha usato un'espresssione che ci piace riferire: "SOMOS DONDE ESTAMOS".

La Seconda Parte della Relazione Generale: LA VITA DELLA CONGREGAZIONE: PRESENZA E SERVIZIO è stata preceduta dalla presentazione di uno Studio statistico relativo al sessennio 1991-1997. Lo Studio è stato fatto da P.Bernard Rosinski e lo stesso lo ha illustrato in aula. Naturalmente non possiamo darvene una sintesi ma più che altro costituiscono materia di confronto e riflessione in vista dell'elaborazione del Progetto Globale. A titolo esemplificativo, risulta che l'età media complessiva nella quale i religiosi professano i voti nella Congregazione è di 24,4 anni. I fratelli professano i voti all'età media di 27,6 anni, mentre i candidati al sacerdozio professano i voti all'età media di 24,1 anni. Negli ultimi sei anni, 302 persone hanno lasciato la Congregazione. Quasi il 75% se ne va prima di aver compiuto 10 anni di professione; quasi il 75% se ne va prima di aver raggiunto i 35 anni di età. Sono numeri che invitano a una riflessione sul problema.

Vi diamo una sintesi, per titoli, di questa seconda parte della Relazioni che riguarda lo status della Congregazione come è vista dal Governo Generale. Può essere una visione parziale, dice il P. Generale, ma certamente autorevole. Lo sviluppo della Congregazione - Vale la pena notare, dice il documento, che le quattro Provincie di maggior aumento (BM, IN, LU, PO) totalizzano il £(% dei membri della Congregazione, il 32% dei religiosi di voti perpetui, il 73% dei religiosi di voti temporanei e il 57% dei novizi. La crescita è concentrata in pochi paesi. Il più alto livello di perseveranza si trova nella LU (67%) e nella PO (56%). È più basso in IN (38%) e in BM (29%).. Seguono altri problemi.

Invecchiamento e "ars moriendi". Nel suo insieme la Congregazione denunzia una fascia di età numericamente debole tra i 35 e i 55 anni, corrispondente alla tappa della formazione avvenuta nel periodo postconciluare: periodo di crisi e di rinnovamento.

Spostamento congregazionale. Fino adesso siamo stati prevalentemente occidentali; anche in America del Sud e del Nord ci siamo sviluppati ci siamo sviluppati in un ambiente culturale piuttosto europeo-occidentale. Ora comincia a prendere corpo una presenza asiatica e africana. Anche in America Latina cresce la presenza di vocazioni più autoctone.

Nuove Provincie e Regioni. In questo sessennio, il Governo Generale ha eretto giuridicamente 3 Provincie e 3 Regioni. Si sono stabilite nuove presenze in: Albania, ad opera della IM. Slovacchia, ad opera della PO d'intesa con la FL. PO aveva iniziato, alla fine del sessennio precedente, una presenza apostolica in Bielorussia e Moldavia, in risposta a richieste locali. Tale presenza tende a crescere, definendo meglio il servizio apostolico SCJ.PO prevede anche una fondazione in Ucraina, per ragioni strategiche di sicurezza, di futuro e di vicinanza alla Moldavia, oltre che per le normali ragioni apostoliche. India, per iniziativa del Governo Generale con la collaborazione internazionale. La Provincia HI sta considerando la possibilità di iniziare una sua presenza in Ecuador. È un richiamo quasi ancestrale dell'inizio della nostra Congregazione e, come sapete, riscuore l'attenzione di altre nostre presenze in America Latina.

Missioni e spirito missionario. Sta avvenendo, in Congregazione, una certa sensibilizzazione missionaria, che tocca tutte le Provincie. Senza voler diminuire o togliere la possibilità a ogni Provincia di aprire nuove fondazioni, il rapporto avverte che dovrebbero essere aperte alla collaborazione internazionale, d'intesa con il resto della Congregazione, attraverso un discernimento comune. Vi citiamo, al proposito, questa pericope del rapporto, sulla "politica missionaria oggi": "Siamo arrivati al punto in cui si richiede una verifica del nostro cammino e una nuova proiezione di esso. C'è d accompagnare la trasformazione in atto, rivedendo il nostro concetto di missione, i nostri metodi di evangelizzazione, il nostro stile di presenza, il nostro inserimento culturale, l'utilizzo dei merzzi a nostra disposizione, le nostre scelte concrete sul luogo". Pensate allo Zaire (o Congo?) e al Cameroun che da "missioni" sono diventate provincie. Il discorso sull'inculturazione, che ha occupato buona parte di questa sessione, è apertissimo e vi preghiamo di legerlo anche da voi stessi.

L'impegno sociale può essere bene associato alla Priorità della Formazione iniziale e permanente (sono altri due titoli distinti della relazione). Non si può chiedere di essere operativi se prima non si crea una coscientizzazione. Così si dica dell'impegno apostolico (altro titolo).

Luci e ombre nella visione della Congregazione da parte della Curia generale. Le luci, se ci sono (e ci sono!), cercate di accenderle voi stessi. Le ombre: ve ne indichiamo una dal rapporto: "La dispersione (sapete che l'Internet non ci permette né sottolineature, né corsi né grassetti eccŠ),di molte forze con l'isolamento di tanti, troppi confratelli, che da anni vivono da soli al di fuori del Progetto Provinciale. Molti di essi sono persone valideŠ.Questo è un fatto avvenuto in due momenti storici: quando si chiusero i seminari e quando molte persone rientrarono dalle missioni: In quei momenti è mancata la proposta di scelte provinciali, favorendo la ricerca di apostolati individuali, con conseguente dispersione delle forze. Questi fatti meriterebbero di essere riconsiderati, perché hanno contribuito in parte alla dissoluzione di certe provincie che, per mancanza di progetto, hanno perso persone valide, non più recuperate". Sono parole pesanti come pietreŠma non se ne fa colpa a nessuno. Sono forse la traduzione di quelle che dice Bonhoeffer sui nostri ritardi come Chiesa e come Istituto.

Ai gruppi linguistici è stata posta la domanda: "Quali sono gli aspetti della Congregazione che richiedono uno studio approfondito, decisioni e orientamenti? Come renderli operativi?" Le risposte ci sono state ma serviranno soprattutto per la discussione sul Progetto Globale nel quale saranno certamente riprese.

Si sono presentate le provincie: Francia - Germania - Spagna e Regione Venezuela - Regione Finlandia - Provincia IM - Provincia Lussemburhese-Wallonica - Regione Austro-Croata.

Francia - Simbolo: segni geometrici, in bianco e nero, per indicare avvenimenti negativi e positivi. Tra i primi: la chiusura di Viry Chatillon (Casa di formazione), di Nantes (Noviziato), di Verrières le Buisson, di Domois, della Casa di accoglienza ad Amiens (era il Noviziato), la scomparsa di parecchi confratelli e l'abbandono di alcuni. Tra i segni negativi viene messa l'autonomia della regione (ma ormai già Provincia) del Cameroun che ha comportato la diminuzione del numero dei religiosi. Ma vi pare un segno negativo? Segni positivi: creazione del Centro Interprovinciale di Formazione a Bruxelles, la presenza di giovani nel Movimento dei Giovani Dehoniani e l'apertura di una comunità di accoglienza e discernimento a Parigi, ristrutturazione e ammodernamento della casa di riposo a Mougins, nuova presenza ad Amiens, spostamento della residenza provinciale e della Procura delle Missioni a Parigi. Sono 61 religiosi e 3 novizi. Qualche confratello vive e lavora senza un'appartenenza esplicita a una comunità, ma fa comunque presenza dehoniana, noi speriamo. Eppure la Provincia ha due punti forti a suo favore: una relazione privilegiata con le Provincie dell'Europa del Nord e in particolare con la Provincia LW con la quale si sta studiando una collaborazione a Statuto molto più articolato che dovrebbe prendere vita nel 205.000, e l'accoglienza di confratelli di altre nazionalità. Il Progetto Globale nasce anche da queste esperienze. E poi, non abbiamo acquistato la casa natale del Fondatore a La Capelle? È certamente un buon auspicio di futura presenza dehoniana. E St: Quentin non ha un forte richiamo internazionale? La secolarizzazione pone i suoi problemi in campo vocazionale, ma il movimento dei "Giovani Dehoniani" si allarga e si sviluppa. Ci sembra che ci siano parecchie luci accese a da accendere.

Provincia Germanica - Simbolo: nella Foresta Nera ci sono alberi secolari, con rami secchi ai piedi dell'albero; qualcuno pensa che sia la fine, ma dal tronco, tenuto in piedi da radici ben salde, (un rigoglioso passato), spuntano giovani rami. C'è la vita: 23 confratelli al di sotto dei 50 anni (non è detto, ma alcuni saranno molto giovani); 22 confratelli tra i 51 e 60 anni, 16 confratelli tra i 61 e 70 anni. Fanno in tutto 61 che convivono con 6 confratelli tra i 71 e 80 anni, 15 confratelli tra gli 81 e i 90 anni e 3 confratelli sopra i 90 anni. Dio li benedica! Forse l'individualismo (scelta personale o conseguenza di evoluzioni nella vita della Provincia? È un nostro interrogativo che non riguarda solo questa Provincia), la discussione sulla nostra spiritualità e la ricerca di una identità SCJ (sono discepoli di Kant!, mi si perdoni, di forte rigore intellettuale, va detto a loro merito), beh, sono alcuni problemi. Certo, anche loro come i confratelli della Provincia Olandese, vivono ormai in una casa troppo grande e forse anche loro debbono accudire un marito pensionato. Ma il Capitolo provinciale straordinario previsto per gennaio 1998 metterà a posto le cose. Cerchiamo di capire un interrogativo, messo nella relazione del P. Provinciale, l'amabilissimo P. Konrad Flatau: "È ragionevole impegnare confratelli in compiti che non hanno un ritorno economico? I progetti portati avanti solo dalla chiesa, hanno un avvenire nella nostra società? Come vivere oggi la nostra vita religiosa perché sia veramente una testimonianza? Che tipo di vita comunitaria e religiosa dobbiamo scegliere per il nostro tempo e come si possono intravedere iniziative e forme nuove?". Sono interrogativi messi uno di seguito all'altro nella relazione, pesanti come pietre. Potrebbero apparire contraddittori: Ma ci deve essere sicuramente un problema di inculturazione, .anche per gli europei di altra sensibilità. Come mai sono passati tranquillamente in Assemblea? Forse perché posti amabilmente dal P. Flatau? Si stanno cercando tra i Capitolari persone che raccolgano elementi per una discussione sul Progetto Globale di Congregazione. Meno male, perché mi pare che ci stiamo annoiando un po' troppo: Ma guardate bene che qui c'è già una problematica da far tremare vene e polsi! Non facciamo finta di non aver sentito o capito.

Continueremo con la presentazione delle altre Provincie nel prossimo comunicato.

Saverio Di Paola